Israele non molla i fondi

Israele non verserà ai palestinesi le decine milioni di dollari in iva e dazi doganali che raccoglie per conto dell’Anp. Lo ha ribadito ieri il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni a Vienna al termine di un incontro con la sua omologa austriaca Ursula Plassnik. «Non li verseremo perché non abbiamo la certezza che non finiranno nelle mani dei terroristi», ha dichiarato Livni. Qualche giorno fa aveva definito «irrilevante» il presidente palestinese Abu Mazen, usando il termine coniato da Ariel Sharon per giustificare il confino a Ramallah di Yasser Arafat. Non si sposta di un millimetro perciò la posizione di Israele, che dopo la vittoria di Hamas alle elezioni del 25 gennaio ha adottato pesanti misure restrittive che colpiscono non il movimento islamico ma la popolazione palestinese. Livni in Austria intende anche dissuadere l’Unione europea dal continuare il finanziamento dell’Anp «ora in mano ai terroristi». I fondi che Israele trattiene appartengono interamente ai palestinesi. Tel Aviv, firmando il Protocollo economico di Parigi (1994) si è impegnata a versare all’Anp l’iva e i dazi doganali sull’import-export e altre attività commerciali da e per la Cisgiordania e la striscia di Gaza sotto occupazione militare. Si tratta, in media, di 50-55 milioni al mese

destinati a pagare gli stipendi dei 140 mila dipendenti pubblici e agenti di polizia e dei servizi di sicurezza, ovvero un terzo della forza lavoro palestinese. Il blocco dei fondi operato da Israele per «ragioni di sicurezza» rappresenta perciò un colpo per decine di migliaia di famiglie e non per la leadership di Hamas. Qualche giorno fa peraltro l’inviato del Quartetto (Usa-Ue-Onu-Russia) per il Medioriente John Wolfensohn aveva avvertito che se non verrà trovata una soluzione urgente al buco crescente nelle finanze palestinesi, il rischio è di un «collasso finanziario dell’Anp nel giro di due settimane». Ieri David Shearer, capo dell’Ocha (l’ufficio di coordinamento degli aiuti umanitari dell’Onu), ha lanciato un nuovo allarme: le scorte di grano, farina, zucchero e olio si esauriranno a Gaza nel giro di qualche giorno se Israele non riaprirà il valico commerciale di Karni (Mintar) da dove affluiscono le merci dirette nella Striscia. Del blocco dei fondi dell’Anp e della situazione umanitaria in Cisgiordania e Gaza, Abu Mazen discuterà oggi a Gerico con il leader laburista Amir Peretz, il primo dirigente israeliano ad incontrare il presidente palestinese dopo la vittoria elettorale di Hamas.

Ieri è stata una giornata di sangue nei Territori occupati dove un capo militare del Jihad Islami, Khaled Dahduh (Abu Walid), è stato ucciso da un missile sganciato da un aereo israeliano. Poco prima un colono israeliano era caduto in un agguato palestinese nei pressi dell’insediamento ebraico di Migdalim, nel nord della Cisgiordania.