Iraq, stupro e omicidio. Indagati 5 soldati Usa

La strage avvenuta a marzo a Mahmoudiya: 4 vittime tra cui un bambino

Cinque soldati americani sono sotto inchiesta con l’ accusa di aver violentato una ragazza irachena prima di ucciderla insieme a tre suoi parenti. Un ufficiale Usa ha raccontato all’ agenzia Associated Press (chiedendo l’ anonimato) che i militari avrebbero anche cercato di bruciare il corpo della giovane, probabilmente per eliminare la prova del loro crimine. La vicenda, l’ ultima che vede reparti americani in Iraq accusati dell’ uccisione di civili a sangue freddo (14 soldati sono stati condannati per vari episodi), ha avuto luogo nel marzo di quest’ anno a Mahmoudiya, nel cosiddetto Triangolo della Morte a una trentina di chilometri a sud di Bagdad. L’ area, bastione dei fedelissimi di Saddam Hussein, è da anni teatro di violenze continue. Qui fu rapito e ucciso l’ italiano Enzo Baldoni. Qui violenze e vendette tra sunniti e sciiti hanno raggiunto livelli di rara ferocia: insegnanti uccisi davanti ai loro scolari, omicidi di massa. Proprio in questa zona, dove scorre l’ Eufrate, furono rapiti poche settimane fa i due soldati americani trovati poi morti con segni di tortura. Almeno uno di loro sarebbe stato decapitato. Uno scarno comunicato della Forza Multinazionale in Iraq ha annunciato ieri che il generale James Thurman, comandante delle truppe della coalizione a Bagdad, ha ordinato un’ inchiesta penale sulla morte della famiglia di quattro persone a Mahmoudiya. «L’ indagine non tralascerà nulla di quanto successo quella sera – ha detto il portavoce Todd Breasseale -. Non c’ è nessuna indicazione sui motivi che portarono la pattuglia incriminata in quella casa. Abbiamo appena cominciato a scavare nei dettagli di questa storia». I dettagli già affiorano: un ufficiale che lavora all’ inchiesta ha raccontato all’ Ap che almeno uno dei sospetti ha ammesso il suo coinvolgimento ed è stato arrestato. Tutti i cinque soldati appartengono alla stessa unità, il 502° Reggimento di Fanteria. Stesso Reggimento, stesso plotone (dai 30 ai 40 uomini) al quale appartenevano i due giovani soldati sequestrati dalla guerriglia in un’ imboscata a un checkpoint nei pressi di Yousufiya. E’ stato lo choc causato dalla perdita dei due compagni a indurre uno dei ragazzi del plotone, assalito dal senso di colpa collettivo, a rivelare ai superiori la storia della ragazza irachena violentata e uccisa con la sua famiglia. La decapitazione dei due è stata una vendetta per l’ uccisione dei quattro iracheni? La confessione sarebbe avvenuta il 22 giugno. Secondo quanto ha rivelato un ufficiale dell’ Esercito all’ Ap, le prime notizie sulla strage sarebbero venuta alla luce durante una seduta di routine con lo psicologo della base. Il soldato che ha parlato della strage di Mahmoudiya non vi ha partecipato né si considera un testimone. Ha ammesso di aver sentito parlare dell’ accaduto, in un momento di relax all’ interno della base. Un commilitone ha aggiunto nuovi particolari: avrebbe sentito i cinque soldati ora sotto inchiesta mentre parlavano dell’ uccisione della famiglia. E in un secondo momento ha visto macchie di sangue sulle loro uniformi. Avrebbe anche dichiarato che la famiglia era composta da tre adulti e un bambino. Tra gli adulti c’ era la ragazza violentata prima di essere uccisa. Uno dei soldati indagati sarebbe già stato rimpatriato. Gli altri si troverebbero ancora confinati (senza armi) nella Base Avanzata Mahmoudiya. Dalle prime informazioni raccolte dal reporter dell’ Ap Ryan Lenz, che recentemente ha trascorso un periodo al seguito del 502° Reggimento di Fanteria, i comandanti della base erano al corrente della morte della famiglia irachena. Ma ritenevano, non si sa su quali basi, che la strage rientrasse nelle violenze tra sunniti e sciiti, frequenti nell’ area. Non ci sono elementi, per ora, che possano far sospettare un tentativo di insabbiamento, come è avvenuto per la strage di Haditha del 19 novembre scorso. Un reparto di marines è sotto inchiesta per l’ uccisione di 24 iracheni disarmati, tra cui donne e bambini, dopo che un commilitone era stato ucciso da una bomba per la strada. Per la strage di Mahmoudiya non c’ è neppure questo. I cinque soldati non hanno agito dopo un attacco della guerriglia. Le fonti dell’ Ap dicono che i militari avevano notato la ragazza nel corso di precedenti operazioni di pattuglia.