Iraq: la guerra privata pagata dal pubblico

La Gran Bretagna ha speso in compagnie di sicurezza un quarto dei finanziamenti destinati alla ricostruzione in Iraq, gli Stati Uniti oltre un terzo. Lo riferisce il quotidiano “Guardian”. A svelare le cifre britanniche è stato lo stesso il ministro degli Esteri Kim Howells, durante la risposta a un’interrogazione parlamentare: 214 milioni di euro sono andati alle guardie armate che proteggono le strutture britanniche nel Paese, mentre circa 30 milioni sono serviti per l’addestramento della polizia e dei consulenti per la sicurezza del governo iracheno. Secondo le ultime valutazioni del Tesoro Usa invece, il 34 per cento dei 15 miliardi di euro stanziati per la ricostruzione sono stati dirottati in spese per la sicurezza, aumentando dai 3,3 miliardi del 2005 ai 4,7 del 2006.

Ed è sempre britannica l’agenzia privata che ha scelto il ministero degli Esteri italiano per difendere i nostri tecnici. Si tratta di Aegis Defence Services e verrà pagata 3 milioni di euro. Il fondatore, Tim Spicer è un veterano delle Falklands e ha servito come colonnello nelle Guardie Scozzesi in Irlanda del Nord. I suoi uomini furono responsabili dell’uccisione di un ragazzo cattolico disarmato nel 1992. Spicer fu coinvolto nella soppressione della ribellione contro il governo di Papua Nuova Guinea nel 1997 (“servizio” per il quale fu pagato 36 milioni di dollari) e in un traffico d’armi, con violazione dell’embargo, in Sierra Leone nell’anno successivo. Il governo statunitense lo assoldò nel 2004, pagandolo 293 milioni di dollari, per coordinare la sicurezza di tutta la security nel Paese: 20 mila uomini. Il più grande esercito occidentale in Iraq, dopo gli americani.

Fonte: Peacereporter