Iraq, elezioni «etniche»

Discreta l’affluenza I partiti del governo filo-Usa e filo-Iran controllano il nord e il sud ma nelle città e nel centro del paese si affermano la lista di Allawi e quelle vicine alla resistenza

Il rumore sordo delle esplosioni di alcuni colpi di mortaio piovuti sulla «zona verde» nelle prime ore del mattino hanno segnato l’avvio delle operazioni di voto per eleggere i 275 deputati del nuovo parlamento iracheno. La notte appena passata aveva visto decine di attacchi della resistenza contro le forze Usa e l’esercito collaborazionista ma il via libera alla partecipazione alla consultazione elettorale dato dai principali gruppi politici e religiosi sunniti, dalla resistenza e persino dai gruppi più estremi vicini ad Al Qaida ha fatto si che la giornata elettorale sia stata una delle più tranquille dall’inizio dell’invasione americana. Una giornata di festa con scuole, uffici, negozi chiusi e il divieto assoluto di circolazione per qualsiasi automezzo. Ancora non si hanno dati precisi sulla partecipazione al voto – per conoscere i risultati ci vorranno almeno due settimane – ma l’affluenza sarebbe stata relativamente alta. Episodi di violenza non sono mancati ma sono stati in gran parte frutto del tentativo della lista unitaria sciita, maggioritaria nel governo filo-Iran e filo Usa, e guidata dal Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri) e dal suo braccio armato la «Badr Brigade», di impedire nel sud del paese, la partecipazione al voto dei membri delle liste sciite concorrenti, laiche o sunnite e di ottenere con ogni mezzo il controllo della maggioranza dei seggi in parlamento. L’episodio più grave è avvenuto a Nassiriya – un fatto del quale il nostro governo dovrebbe andare fiero – dove membri legati alla lista unitaria sciita e miliziani della Badr Brigade arruolati nella polizia locale hanno dato fuoco all’ufficio elettorale dell’ex premier Iyad Allawi, sciita ma «nazionalista», con dentro due militanti del partito i cui corpi bruciati sono stati trovati ieri mattina. Dati alle fiamme anche la sede e gli uffici del Partito comunista presentatosi alle elezioni nella lista di Allawi. Episodi di questo tipo hanno avuto luogo in tutto il sud dell’Iraq. Leggermente diversa la situazione a Bassora dove la presenza di varie liste sciite, alcune fortemente critiche nei confronti dello Sciri, di comunitàsunnite, cristiane e laiche, ha limitato lo strapotere delle guardie della rivoluzione iraniane.

Simile la situazione nel nord del paese, nelle zone curde, dove nei giorni scorsi le milizie del Partito democratico del Kurdistan (Pdk) di Massoud Barzani hanno cancellato dal processo elettorale, manu militari, la piccola lista dissidente dell’Unione Islamica del Kurdistan (dando fuoco ai suoi uffici e uccidendo alcuni militanti) colpevole di non aver voluto partecipare al listone unico messo in piedi dai due partiti principali (il Pdk e l’Upk di Talabani) e di averli accusati di «essere agenti degli americani e degli israeliani».

Il dato nuovo di queste elezioni è comunque il relativamente alto numero di cittadini delle zone sunnite o miste che si sono recati alle urne, soprattutto nelle città occidentali, come Falluja, Ramadi o a Baghdad nel quartiere di Khadimia dove gli stessi settori della resistenza avevano invitato la popolazione a non boicottare il voto. La lista sciita dell’Alleanza Irachena Unita, composta dallo Sciri, da «Al Dawa» e da alcuni membri del movimento di Moqtada al Sadr, dovrebbe anche questa volta raggiungere la maggioranza relativa ma il suo successo potrebbe essere limitato da tre nuovi elementi: 1) La lista dello sciita «nazionale», ex Baath ed ex Cia, Iyad Allawi – la «Lista Nazionale Irachena» – presentatosi con il noto esponente sunnita Adnan Pachachi, numerosi capi tribù sunniti e sciiti, esponenti religiosi sciiti moderati e con il Partito comunista filo-Usa con l’obiettivo di un Iraq «unito», un «esercito forte» e la riassunzione di gran parte dei baathisti licenziati dagli Usa e dal governo curdo-sciita. 2) La lista dello sciita, filo-Usa, filo-Iran, filo-Israele, e prediletto dai neocon, Ahmed Chalabi – il Congresso Nazionale Iracheno . 3) Le liste espressione della comunità sunnita ed in particolare Il Fronte Iracheno della Concordia, creato dal Partito islamico iracheno ( i fratelli musulmani locali) e il Fronte Iracheno per il Dialogo Nazionale del politico sunnita Salah al Mutlak, uomo d’affari noto per la sua opposizione all’occupazione straniera dell’Iraq.