Iran, misterioso disastro aereo decapitato il vertice dei Pasdaran

In pieno braccio di ferro fra Teheran e l´Occidente sul nucleare, un misterioso e curiosamente “tempestivo” disastro aereo ha decapitato l´apparato militare iraniano. Un Falcon partito dalla capitale e diretto verso Urumieh, in Azerbaigian, è caduto ieri mattina a pochi chilometri dalla meta. A bordo c´era lo Stato maggiore dei Pasdaran, i “guardiani della rivoluzione”, assieme soldati d´élite e massa di manovra per i vertici religiosi del Paese. Fra i morti c´erano il comandante delle truppe di terra, Ahmad Kazemi, il suo vice Said Soleymani, il generale Said Mohtadi, comandante di una importante divisione, il capo dell´intelligence Hanif Montazer-Qaem e altri quattro membri dello Stato maggiore.
Prima del disastro, ha detto Massud Jazayeri, portavoce dei Pasdaran, il pilota del Falcon ha avvertito la torre di controllo che aveva problemi a tutt´e due i motori. Non riusciva nemmeno a far uscire il carrello per tentare un atterraggio di fortuna. L´equipaggio ha giocato il tutto per tutto, tentando di usare come pista una strada, ma la manovra non è riuscita: tutte le 13 persone a bordo sono morte nell´impatto. L´incidente spazza via la leadership di un corpo militare separato, che schiera sue forze di terra, aviazione e marina e riveste un ruolo politico molto preciso, denunciato spesso anche dagli iraniani moderati.
È vero che i ricambi meccanici degli aerei sono inclusi nelle sanzioni decretate dagli Usa, e che quindi non può essere esclusa l´ipotesi di un guasto, come quello che ha fatto cadere un Hercules C-130 lo scorso 6 dicembre. Ma l´incidente sembra davvero “provvidenziale”, tanto più dopo che indiscrezioni di stampa hanno segnalato la volontà Usa di distruggere gli impianti nucleari di Teheran con un raid a sorpresa. Il tedesco Tagesspiegel ha rivelato che la decisione è già presa, a meno di un improbabile successo diplomatico europeo. Il New York Times ha parlato di commandos che sarebbero già penetrati in Iran per individuare gli obiettivi da colpire.
Lo scontro è incentrato sulla sfida nucleare: ieri l´Iran ha ripreso l´arricchimento dell´uranio e l´ayatollah Ali Khamenei ha rivendicato il “diritto alla tecnologia” per scopi pacifici. L´”avanti tutta” deciso a Teheran e criticato dall´Unione europea ha fatto arrabbiare persino Mohamed el Baradei, direttore dell´Agenzia internazionale sull´energia atomica, che ha parlato di «pazienza ormai alla fine». Prossima tappa: il Consiglio di Sicurezza dell´Onu, dove gli Usa porteranno la questione quanto prima. Una tappa dovuta, ma forse inutile, visto che l´Iran ha già ignorato le lettere inviate nei giorni scorsi dai cinque membri permanenti, che chiedevano «prudenza».