Investire nella formazione Scuola, il risparmio è qui

Quando si è presentata la prima ipotesi di pesanti tagli alla scuola, immediata è stata la reazione di numerosi operatori a tutti i livelli, a partire dallo stesso Ministro Fioroni, che hanno visto in questa eventualità una vera e propria negazione di quanto era stato concordato nel programma elettorale dell’Unione.
Pertanto è ancora più sorprendente il taglio di 50.000 docenti denunciato dalle organizzazioni sindacali e non ancora smentito con sufficiente chiarezza dallo stesso ministro. Tali dati sono ricavati dalla lettura della relazione tecnica che accompagna il disegno di legge della Finanziaria e pertanto difficilmente smentibili. Pertanto, occorre, per invertire la tendenza, avviare da subito una vera e propria campagna culturale per convincere tutto il paese che le spese per il sistema formativo sono investimenti e non costi! Investimenti strategici per il futuro!
Va da sè che non basta svitare con la logica del «cacciavite» la controriforma Moratti – togliendo una vite dopo l’altra, e questo il ministro Fioroni sta facendo: c’è il rischio che rimanga in piedi qualche parte della vecchia intelaiatura. Meglio sarebbe stato un bel bisturi affilato (tanto più che il ministro, in quanto medico, dovrebbe avere più dimestichezza con il bisturi che con il cacciavite).
Quello che tutt’ora manca è la proposta politica, il progetto: si deve giungere a formulare una proposta chiara che delinei un percorso per questa legislatura, in cui siano definiti gli obiettivi da raggiungere, le norme da approvare, le risorse da stanziare.
Un progetto ed una programmazione su più anni che delinei il tipo di scuola e di formazione: una scuola per tutti e di tutti, che abolisca definitivamente il concetto di separazione e di discriminazione, insito in un sistema duale con percorsi separati, uno per il disagio e uno per l’eccellenza. Un nuovo progetto di scuola che, questa volta, non può che nascere dall’ascolto e dalla partecipazione, delle varie componenti scolastiche.
L’innalzamento dell’obbligo scolastico è, da questo punto di vista, una questione strategica. Purtroppo, la lettura del disegno di legge della Finanziaria, ci ha lasciati perplessi e preoccupati per gli elementi di forte criticità.
In questi ultimi anni abbiamo criticato l’uso delle legge delega (vedi legge 28 marzo 2003 n. 53) in quanto negava un ampio dibattito democratico in Parlamento e nel paese. Ci preoccupa, inoltre, quanto previsto dall’ambigua formulazione dell’art. 68 relativamente al tema dell’obbligo scolastico che rischia di legittimare quel sistema duale, di marca morattiana.
Condivido la preoccupazione manifestata dal segretario della Flc Cgil Enrico Panini il quale ha denunciato il tentativo di adottare una soluzione «mista» dove, accanto al ruolo dell’istruzione, si affiancano «percorsi e progetti» di non ben definite «strutture formative» sulla base di accordi regionali. Quanto previsto dall’articolo 68 andrebbe dunque decisamente riformulato o stralciato dalla Finanziaria la parte relativa al sistema scolastico.
Inoltre il finanziamento di 150 milioni di Euro alle scuole paritarie manifesta un preoccupante continuismo con un passato che pensavamo fosse alle nostre spalle. Ancora non ci siamo! La parola ritorni ai diretti protagonisti.

* assessore all’Istruzione ed Edilizia scolastica della Provincia di Milano