Intervista di “Dillo ad Alice” a Claudio Grassi

INTERVISTA DI CLAUDIO GRASSI

PRIMO FIRMATARIO DELLA MOZIONE “ESSERE COMUNISTI” AL VI CONGRESSO DEL P.R.C.

Claudio Grassi, è originario di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia. Terra rossa, si dice, tradizionalmente sede di tendenze comuniste e socialiste. E lui porta avanti la tradizione come si deve. Agli occhi del grande pubblico della politica è divenuto molto famoso in questi giorni, nel corso del congresso nazionale di Rifondazione comunista, il partito di cui fa parte. Grassi guida una mozione, “Essere Comunisti” – di cui è il primo firmatario – che ha raccolto il 26.5% dei consensi, qualificandosi come la prima mozione di opposizione interna. Un gran risultato in termini di numeri, di cui però non sembra che il segretario Bertinotti e la sua linea di maggioranza abbiano tenuto conto nella maniera che Grassi e i suoi si aspettavano. A bocce ferme, lo abbiamo incontrato.

A una settimana di distanza dal congresso di Rifondazione, qual è la sua valutazione di quanto è avvenuto?

La relazione di Bertinotti al congresso, ma soprattutto le sue conclusioni, hanno confermato una linea politica che noi critichiamo fermamente. E’ stata approvata la svolta governativa di Rifondazione, la decisione cioè di entrare in una coalizione di governo di centro sinistra, senza avere preventivamente concordato un programma. Questo è l’elemento politico che noi giudichiamo in modo più negativo.

Gli altri quali sono ?

La svolta maggioritaria interna al partito che si è sostanziata nel corso del congresso con un’approvazione dello statuto a colpi di maggioranza. Il 59% del partito ha modificato la carta costituzionale del partito stesso secondo le proprie opzioni, scelte e intenzioni. Anche questo lo giudichiamo un fatto molto negativo. Per la prima volta nella storia del Prc lo statuto viene modificato a colpi di maggioranza. Critichiamo principalmente questi due aspetti. Ovvero la svolta di linea politica in senso moderato, governativo e una gestione maggioritaria del partito.

Pochi giorni fa però Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, in un editoriale di risposta a quanto scritto da Rossana Rossanda sul Manifesto, ha scritto che quello appena concluso è stato un buon congresso.

Sansonetti risponde ad un articolo di Rossana Rossanda, pubblicato dal manifesto, titolato significativamente: “Un brutto congresso”. Mi riconosco di più nelle tesi della Rossanda che in quelle di Sansonetti. Lui sostiene che il congresso è stato buono perché ci si è confrontati, si è scelta una linea e adesso questa va avanti. Questa è solo una parte del ragionamento. E’ vero che ci si è confrontati, ma è anche vero che la linea politica è prevalsa di stretta misura ed è perciò sbagliato mandarla avanti a prescindere dal fatto che quasi la metà del partito non la pensa in questo modo. Non si è voluto, nel corso del congresso, trovare un accordo sulla linea politica e una modalità comune di gestione fra le diverse componenti.

Dicevamo prima della svolta governativa di Rifondazione – o di una parte del partito. Può indicarci, se ci sono, dei punti sui quali non concorda con il centro sinistra ulivista con cui dovreste allearvi ?

Ci sono alcuni punti che ci fanno dubitare del fatto che sia semplice stringere una alleanza con il centro sinistra. Il primo è la politica estera, che per un governo è sempre la questione dirimente. Il centro sinistra attuale non ha una posizione diversa da quella degli anni Novanta. Se si dovesse determinare, qualora andassimo al governo, una situazione di crisi internazionale, – come purtroppo può avvenire viste le modalità con cui il governo degli Usa pensa di affrontare i problemi del mondo – sarà un problema molto serio. Perché il centro sinistra ritiene che si possano fare guerre se si ha la copertura dell’Onu, Rifondazione non potrebbe mai accettare una cosa del genere. Se non chiariamo prima questi aspetti, la situazione potrebbe diventare preoccupante.

Rispetto invece alle politiche economiche, che Prodi sta cominciando a mettere a punto in questi giorni nella sua fabbrica, ci sono divergenze?

Beh, della fabbrica del programma abbiamo solo letto che è stata aperta. Non sappiamo di discussioni coinvolgenti tutte le componenti dell’Unione sulle questioni programmatiche. Almeno io non ne ho notizia. La politica economica, assieme alla politica estera, è un altro vero grande tema di difficoltà. Nei giorni scorsi leggevo un articolo di Tiziano Treu, che scriveva sui limiti della Legge 30 del governo Berlusconi. Come è noto tutta Rifondazione propone l’abrogazione totale. Treu sosteneva che ne devono essere cambiate solo alcune parti. Inoltre indicava orgogliosamente il pacchetto Treu, che lui mise a punto nel corso del governo Prodi e che inaugurò la stagione della precarizzazione e dell’introduzione di una flessibilità spinta nel nostro paese, come un fatto positivo. Questo per parlare del lavoro. Ma potremmo anche parlare delle privatizzazioni. Negli anni Novanta il governo Prodi è stato il numero uno in Europa. Ora il centro sinistra è più cauto, ma il punto è ancora da approfondire. Sono temi significativi che vanno discussi prima e non dopo essere entrati in un governo.

Voi avete intenzione di prendere qualche iniziativa in segno di disaccordo all’interno del partito?

Noi abbiamo una forza consistente. Abbiamo il 26.5% circa dei voti, siamo la mozione alternativa più importante di Rifondazione, siamo arrivati primi in 22 federazioni, siamo primi in 4 regioni, siamo nelle segreterie di quasi tutte le federazioni d’Italia. Non ci mancherà il lavoro. Come sempre abbiamo fatto, continueremo a dare il nostro contributo per il partito, anche se non condividiamo le ultime scelte. Oltre a ciò, la nostra collocazione all’opposizione determina il fatto che la componente “Essere comunisti” renderà maggiormente visibile la sua critica a questa linea che è emersa dal congresso e che si sostanzia nella svolta governativa e in un processo di rimozione e snaturamento dell’identità comunista. Noi critichiamo questi aspetti. Non la necessità di unire tutte le forze per battere Berlusconi, che invece è sempre stato un nostro obiettivo. Non critichiamo Bertinotti per questo. Non critichiamo la svolta unitaria, ma la svolta governista.

Per concludere. Che cosa avete in comune invece col centro sinistra, che potrebbe fare da sfondo a un’alleanza ?

Direi la volontà di cacciare Berlusconi. Allo stato attuale è il collante, purtroppo l’unico. Perché in questi due anni invece di discutere dei contenuti si è discusso di contenitori e si è perso tempo. Ho apprezzato le ultime affermazioni che Prodi ha fatto sulla difesa della Costituzione, non ho apprezzato il benvenuto che Prodi ha dato a Bush nella sua visita in Europa.