ROMA – «Due settimane fa le opposizioni hanno presentato una mozione unitaria contro la guerra in Iraq e contro la concessione agli Stati Uniti di qualunque supporto logistico. E quel popolo della pace che ogni giorno fa sentire la sua voce con bandiere e cortei oggi è rafforzato dalle falsità emerse sulla guerra lampo… Mi sembra chiaro perciò che bisogna essere coerenti e chiedere la cessazione dell’ intervento militare». Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione comunista, accetta il dialogo con l’ Ulivo per la ricerca di una mozione comune sull’ Iraq mantenendo però il discrimine dello stop alla guerra.
Sull’ Iraq, Rifondazione è con Cofferati?
«Con l’ area di Cofferati, i Verdi, il mondo del cattolicesimo pacifista. Non auspico scissioni, ma vedo che sulla guerra c’ è una contraddizione tra gli assetti politici delle opposizioni (con divisioni tra Ulivo e noi che mi appaiono eredità del passato) e le grandi correnti politico-culturali che configurano realtà diverse». Sul resto invece è rivalità come sempre? «Su politica economica e sociale l’ area cofferatiana non ha un disegno autonomo dal centrosinistra». Cofferati ora dice no alla guerra anche se ci fosse un nuovo 11 settembre o se Saddam avesse armi di distruzione di massa. «Mi pare un’ osservazione ovvia: questa guerra non dipende né dal terrorismo (che è continuato dopo l’ intervento in Afghanistan), né dalle armi di distruzione di massa (che possono essere eliminate con gli ispettori). Non si tratta di pensare come Cofferati, è tutto il movimento per la pace che dice queste cose». Tornando alla mozione, per Fassino «la richiesta agli Usa di cessazione unilaterale delle ostilità assolverebbe Saddam dalle sue gravi responsabilità». «E allora perché ha firmato la prima mozione? Fassino vede questo conflitto come una parentesi, finita la quale Europa e Onu si ricompongono come prima. Secondo il movimento per la pace invece rappresenta lo scardinamento dell’ ordine precedente e l’ affermazione di un assetto imperiale. Per salvare l’ unità, propongo un terreno di mediazione. Chiediamo che cessi la guerra anche per motivi umanitari. Mettere un accento su Saddam Hussein e non sugli Usa, legittimerebbe la guerra». D’ Alema e Rutelli dicono che il pacifismo non basta e Fassino auspica un ruolo per l’ Onu: disarmo e avvio di una transizione democratica in Iraq. Lei quale scenario concreto vedrebbe? «Fine della guerra con uno smacco alla dottrina Bush, Saddam Hussein resta al suo posto (la democrazia non si esporta con le bombe) e gli ispettori ricominciano da dove avevano interrotto. Ma io mi domando un’ altra cosa: se non si riuscisse a produrre una mozione unitaria, quale sarebbe la ragione politica?» Ora la risposta. «Vorrebbe dire che parte del centrosinistra è sulla linea blairiana. E che si vuole nascondere il disegno strategico di guerra preventiva messo in atto da Bush, finendo per occultare la causa prima di questa guerra».