Intervista ad Orfeo Goracci, Sindaco di Gubbio

Orfeo Goracci, militante e dirigente del P.R.C., è stato recentemente rieletto Sindaco del Comune di Gubbio. È uscito vincitore al ballottaggio, dove si sono contrapposti due candidati di centrosinistra: uno era sostenuto dalla componente moderata dell’Unione ed appoggiato dalle segreterie dei partiti della Margherita, dei Democratici di Sinistra e dei Comunisti italiani; l’altro, Goracci appunto, appoggiato da Rifondazione comunista e da una lista civica.

Con quanti voti sei stato rieletto?
Con 11 147 voti.

Eri Sindaco uscente. Quali sono stati i punti che hanno qualificato la tua precedente legislatura?
Innanzitutto, si può dire che la precedente giunta ha approvato per la prima volta dopo quarant’anni la costruzione del nuovo ospedale cittadino; mi sono battuto per l’attivazione dei comitati territoriali, fondamentali per la partecipazione dei cittadini al processo di rinnovamento del comune; mi sono attivato per l’istituzione del difensore civico; ho dato vita ad un dura battaglia contro l’incenerimento di rifiuti tossici nei cementifici limitrofi ai centri abitati; infine, mi sono speso per la riqualificazione del centro storico di Gubbio.

Come punti a gestire, dopo la spaccatura del ballottaggio, i rapporti con le altre forze del centrosinistra?
Devo dire che lo scontro in campagna elettorale è stato abbastanza aspro. Le forze moderate dell’Unione avevano posto da subito un veto sulla mia ricandidatura: in particolare, la Margherita ed i D.S., poi spalleggiati anche dai Comunisti italiani. Il sostegno, però, mi è giunto dalla base di questi partiti, compreso l’elettorato moderato, come si è potuto constatare dal dato delle urne.
I cittadini e molti militanti di quei partiti mi hanno riconosciuto la fiducia dopo anni di dure lotte per migliorare la nostra cittadina. Oltre al sostegno del P.R.C., sono stato supportato in campagna elettorale anche da una lista civica, composta essenzialmente da esponenti di base dei D.S., che si erano rifiutati di seguire la scelta del proprio partito: questa lista ha ottenuto il 15%.
Credo che il percorso per la ricostruzione dei rapporti con il centrosinistra sia lungo, ma mi auguro, tramite gli impegni che ci attendono, di ricomporre il quadro politico del Comune, che è fortemente caratterizzato a sinistra. Penso che la ricomposizione del centrosinistra nasca principalmente dal lavoro unitario per la realizzazione del programma proposto in campagna elettorale.

Domenica 25 e lunedì 26 giugno si terrà il Referendum sulla Costituzione: quale sarà il tuo impegno come Sindaco e quali iniziative promuoverà la giunta comunale?
Conto di insediare entro mercoledì 21 la nuova giunta. Il sindaco si dichiarerà per il no al Referendum, come tutta la giunta, in iniziative pubbliche. Promuoveremo manifestazioni e volantinaggi nei quartieri, nelle fabbriche e nella periferia. Queste iniziative getteranno anche le basi per quel lavoro di ricomposizione del centrosinistra a cui prima accennavo.

Che giudizio dai della Devolution tra Stato e Regioni avanzata dal Governo Berlusconi, tra l’altro anch’essa oggetto del Referendum del 25-26?
Assolutamente negativo: oltre a frammentare lo Stato genericamente inteso, pone le fondamenta per una divisione materiale tra le Regioni italiane, facendo venir meno quel principio di solidarismo sancito dalla Costituzione repubblicana. Dal testo costituzionale, infatti, viene promossa l’uguaglianza dei diritti tra le Regioni; questa riforma annullerebbe tale principio, che si ripercuoterebbe direttamente sui cittadini. Sarebbe una revisione che andrebbe a colpire la cultura egualitaria a cui pure è ispirata la Costituzione.

Cosa ti aspetti dal Governo Prodi nel rapporto con i Comuni?
Chiederei a Prodi di avere minore rigidità a proposito della riscossione dei tributi e di avere maggiore attenzione verso le esigenze degli enti locali rispetto a quella data dal Governo Berlusconi: questo per evitare, innanzitutto, di far ricadere i costi sui cittadini e, in particolare, sulle fasce meno abbienti della popolazione.

Un’ultima domanda: cosa farai per Gubbio adesso, in particolare per incentivare l’occupazione?
Riassumo tutto in questi tre punti. In primo luogo, punto a realizzare un potenziamento dei collegamenti e della rete stradaria: Gubbio, infatti, fatta eccezione per un paio di strade, è ancora isolata ed attraversata da vecchie mulattiere; su questi condotti transitano camion pesanti che trasportano materiali diretti o provenienti dai due cementifici che abbiamo in città, che da soli forniscono l’8% dell’intero prodotto nazionale nel settore. Ne consegue un rallentamento dei trasporti ed un inquinamento sonoro a danno degli abitanti del luogo.
In secondo luogo, rivolgerò la mia attenzione al sociale, ai problemi dei cittadini diversamente abili ed al recupero dalle tossicodipendenze, ossia dei soggetti emarginati dalla società; penso, però, che occuparsi del sociale voglia dire per un comunista anche occuparsi delle periferie e della provincia, in cui risiedono i nuovi poveri e le masse sfruttate della popolazione.
Per rispondere, infine, alla tua domanda, punterò ad incentivare l’occupazione investendo nel piano regolatore, incentivando le piccole attività ed il turismo, importanti anche per la rivalutazione del centro storico. Il filone su cui continuare a puntare dev’essere quello della cultura, dell’ambiente e del turismo.