ALLA fine Rifondazione Comunista cederà sulle pensioni. Non farà ostruzionismo sulla proposta di superare la legge Maroni (che prevede dal 2008 l’innalzamento secco dell’ età per ritirarsi dal lavoro a 60 anni) e accetterà di elevare la soglia a 58 anni. «Hanno una grossa spinta a chiudere l’accordo per evitare una crisi di governo « spiega a H Tempo, Giuliano Cazzola, senior advisor del centro studi Marco Biagi ed esperto di materie previdenziali, che aggiunge «la sinistra radicale si accontenterà di allargare la platea dei lavori usuranti magari con qualche forzatura. Ma sarà una vittoria di Pirro nei confronti del loto elettorato di rife-rimento, composto in massima parte da lavoratori appartenenti alle categorie che finiranno nell’elenco delle mansioni
usuranti”.
Le polemiche sono solo di facciata?
«La maggioranza non ha scelta. Se non trova l’accordo sulle pensioni vanno tutti a casa. Ed è una prospettiva politica che non piace a nessuno. Il problema è che l’accordo che sarà fatto sarà il peggiore possibile».
Per quale motivo?
«Superare la legge Ma-roni, introducendo la soglia dei 58 anni, costa 9,5 miliardi di euro dal 2008 fino al 2016. E il Governo non ha ancora chiaro come tappare il buco che si aprirà nel bilancio pubblico.
Pensa che il Governo non abbia soluzioni?
Quelle che ha in mente sono solo palliativi. In particolare pensa a un ul
teriore aumento dei contributi a carico dei para-subordinati. Una misura
che rischia di strozzare la parte più debole del mercato del lavoro. Quasi
una rapina. In che senso?
Aumentare il prelievo previdenziale sui precari fa perdere posti di lavoro. È dimostrato dal fatto che con il primo aumento attuato con la Finanziaria 2007 gli ex co.co.co iscritti nella gestione Inps diminuiranno quest’anno di 80 mila unità.
Più tasse meno lavoro, Insomma.
Sì. E non funzionerà nemmeno la carta del Superlnps, che defini
rei una Superbufala.
Non lo dico io ma è la conseguenza di quanto affermato dalla Ragioneria Generale dello Stato che ha stimato che i risparmi dell’
unificazione delle casse di previdenza si otterrebbero solo nel lungo termine. Nel breve, al contrario, i costì sarebbero anche superiori.
Come se ne esce?
L’unica misura utile per reperire i 9,5 miliardi necessari a spalmare lo scalone (eliminarlo costerebbe 65 miliardi nel periodo considerato) è quella di alzare l’età per le pensione di vecchiaia per le donne da 60 a 62 anni da oggi al 2015. Ma questo il Governo non lo farà mai. f.caleri@ìltempo. ìt