Intervista a Fosco Giannini

Intervistiamo il compagno Fosco Giannini, direttore dell’Ernesto ed eletto senatore alle recenti elezioni politiche. In questi giorni è stato nominato capogruppo di Rifondazione Comunista alla Commissione Difesa, dove è presente insieme alla compagna Lidia Menapace.
In questa intervista, parliamo con Giannini proprio della mancata elezione alla Presidenza della Commissione della compagna Menapace.

Partiamo dalla fine: Lidia Menapace non è stata eletta. Al suo posto un senatore dell’Italia dei Valori, che ha raccolto il proprio voto e quello dei senatori del centro-destra.

In primo luogo voglio esprimere la mia più piena solidarietà a Lidia Menapace, una compagna di grande intelligenza e di grande spessore etico che avrebbe dato una svolta in senso democratico ai lavori della Commissione e avrebbe portato in quella sede le ragioni del movimento pacifista. Nel contempo vorrei aggiungere il mio personale, profondo disgusto politico, etico e culturale per le posizioni espresse da Ignazio La Russa, che ieri ha fatto oggetto la compagna Menapace di un vero e proprio linciaggio. La storia da cui proviene La Russa, una storia fascista, non gli permette di aprire neanche la bocca di fronte a una donna come Lidia Menapace. Invece La Russa ha insultato la compagna con disprezzo e maschilismo invitandola ad occuparsi dei suoi nipotini. Esprimo tutto il mio sdegno nei confronti di parole e atteggiamenti che tradiscono una insopprimibile cultura fascista e maschilista.

Chi è Sergio De Gregorio?

Sergio De Gregorio è un uomo che in poco tempo è passato da Forza Italia alla DC all’Italia dei Valori. È un personaggio noto per le sue ambiguità e per aver collaborato con la rivista IdeAzione, rivista neonazista e contemporaneamente subordinata al filoatlantismo.

Era nell’aria un “colpo di mano”?

Sinceramente il giorno precedente alle elezioni De Gregorio si era mimetizzato nella Commissione, comportandosi in modo completamente normale; nessuno se lo poteva aspettare. Il suo agguato è stato preparato nottetempo e il suo comportamento è stato terribile dal punto di vista etico. Come un personaggio shakespeariano in procinto di progettare un assassinio, si è comportato in maniera glaciale. Tutti noi, da me a Russo Spena, dalla Menapace alla compagna Pisa della sinistra ds, temevamo che la destra non sarebbe venuta per far mancare il numero legale. Il giorno del voto ci eravamo quindi rassicurati vedendo tutti i membri della destra arrivare. Il comportamento di quest’uomo è stato incredibile, nessuno poteva sospettare nulla ancora mentre si compiva il tradimento e lui stesso, insieme alla destra, votava per sé.

Cosa ha detto De Gregorio al termine delle votazioni?

Appena eletto, si è alzato e ha proferito parole sconcertanti in totale contrapposizione con lo spirito della compagna Menapace, assumendo da subito la peggiore retorica patriottarda e militarista. Ma vorrei aggiungere un elemento che non è stato raccontato e che io penso, invece, vada messo in luce: l’atteggiamento di Valerio Zanone, ex ministro ed ex segretario del partito liberale, il quale, una volta eletto come vicepresidente, in modo molto corretto e fortemente indignato, ha preso la parola dicendo di assumere l’incarico con “forte riserve viste le circostanze”.
Anche la compagna Silvana Pisa dei Democratici di Sinistra ha avuto un comportamento encomiabile: ha rinunciato alla sua elezione a Segretaria della Commissione in favore della Menapace. Ha voluto dare un segnale forte, che le fa onore.
Così la Menapace, una volta eletta a Segretaria, ha detto di accettare l’incarico con riserva, come precedentemente aveva fatto Zanone. Immediatamente concluso lo scrutinio, Prodi è stato avvertito chiedendo le immediate dimissioni del nuovo presidente.

Da alcune parti emerge la tesi secondo cui Lidia Menapace sarebbe stata un po’ incauta nel rilasciare nei giorni scorsi quelle interviste, che tutti conosciamo, di grande respiro pacifista. Condividi questa idea?

No. Questa ipotesi va, a mio avviso, cancellata, almeno per due ragioni: in primo luogo lo stesso De Gregorio da giorni andava in giro dicendo che ci sarebbero state grosse sorprese in Commissione Difesa. È una voce non verificata direttamente ma verosimile. Secondariamente è indubbio che da giorni il nome della Menapace fosse sotto tiro da parte dei militari. L’intervento nottetempo di Schifani è in collegamento – io penso – con le richieste di alti gradi dell’Esercito.
Sul piano politico, ciò che è accaduto è gravissimo e – temo – non casuale: nella Commissione Difesa avverrà infatti la prima discussione preparatoria sul voto di rifinanziamento delle missioni militari previsto per fine giugno. Non è casuale che la destra si sia impegnata con così tanta forza per raggiungere l’obiettivo di scongiurare l’assegnazione della Presidenza alla compagna Menapace, sia con il tradimento sia chiedendo l’aiuto di “forze superiori”.

Raccontaci un aneddoto…

Ti posso dire questo: appena è stato ratificato il verdetto, la destra ha scatenato una euforia ignobile e volgare. Tra i senatori della destra in Commissione c’è anche il generale Ramponi, di Alleanza Nazionale, il quale, a voce alta e per provocarci, ci ha detto: “Adesso abbiamo in mano le corazzate, la Marina, l’Esercito, gli aerei da guerra: vediamo cosa fanno!”. Io a voce altrettanto alta ho risposto: “Vi manca soltanto Augusto Pinochet”. Prontamente il generale si è girato verso di me è mi ha chiesto cosa significasse quella battuta. A quel punto ho risposto: “Quello che significa il nome Pinochet: il fascismo!”.