Intervista a BRZEZINSKI

D. Lei ritiene che l’attuale disposizione della Russia a collaborare con l’America nella lotta con Osama bin Laden rappresenti un fatto congiunturale?

R. Non penso che l’attuale collaborazione russo-americana lascerà presto il posto alla solita fase di confronto. In questo momento tale confronto non è nell’interesse né dell’uno, né dell’altro paese. Allo stesso tempo non è ancora chiaro, se la Russia voglia diventare un partner dell’America nella costruzione di un ordine mondiale più stabile, oppure se essa, nella sua aspirazione a un “mondo multipolare”, come in passato sia semplicemente interessata a una diminuzione dell’influenza americana.
Durante tutta la settimana scorsa alcuni influenti esperti russi delle questioni internazionali* hanno presentato una lista di condizioni, che l’America dovrebbe raccogliere, per ottenere dalla Russia l’accordo a collaborare nella lotta contro il terrorismo. Uno di questi esperti è arrivato a dire persino che “l’America sarebbe pronta a pagare un alto prezzo, per ottenere questo sostegno”. Questa frase è indicativa di quello che intendo dire, quando parlo di mancanza di chiarezza nelle prospettive riguardanti i rapporti.
Le prime dichiarazioni russe riguardo alla Cecenia hanno dato l’impressione, che il governo russo volesse trarre vantaggi dall’avvio della guerra con i terroristi, assimilando i ceceni al più violento terrorismo. C’era la sensazione che Mosca non fosse intenzionata ad operare una distinzione tra settori moderati ed estremisti nel movimento ceceno di resistenza. Allo stesso tempo devo osservare che, negli ultimi tempi, le azioni del presidente Putin, se ci si riferisce all’incontro del suo rappresentante con gli uomini del presidente Maschadov, indicano che la Russia è pronta a riconoscere queste differenze tra moderati ed estremisti. Questo momento di fondamentale importanza può diventare la base per il raggiungimento di una soluzione politica in Cecenia.

D. Lei ritiene che, dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre, la situazione geopolitica nel mondo sia cambiata? Se la risposta è si, quali cambiamenti potrà arrecare alla politica estera degli USA?

R. Sarebbe un’esagerazione affermare che si è creata una “nuova situazione geopolitica”. Comunque prevedo che, nei prossimi mesi, potrebbero svilupparsi nuovi rapporti tra le principali potenze. La collaborazione della Russia e della Cina con l’America nella lotta contro il terrorismo può porre le basi per una più forte collaborazione strategica e, in tal modo, creare una nuova definizione geopolitica di tutta la situazione mondiale. Ma allo stesso tempo, le caratteristiche fondamentali della potenza economica, finanziaria, tecnologica e persino culturale dell’America non subiranno cambiamenti. La posizione degli USA nel mondo sostanzialmente non cambierà.

D. Ritiene che il mondo si stia muovendo verso il confronto tra due religioni?

R. Non ritengo che il conflitto con il terrorismo presupponga alcun confronto religioso. In questo momento molti dei terroristi sono musulmani, sebbene negli ultimi anni azioni terroristiche siano state compiute in Europa e in Asia da non musulmani. In ogni caso, è sempre utile ricordare che l’Islam raccoglie 1,3 miliardi di persone, e la loro maggioranza non è rappresentata né da fanatici, né da sostenitori delle guerre di religione.

D. Ritiene che gli USA consolideranno la loro presenza militare in Asia Centrale?

R. Gli USA non hanno alcun interesse a consolidare la loro presenza militare in Asia Centrale. Allo stesso tempo, Washington giudica positiva la collaborazione con i poteri dell’Uzbekistan, che per primi hanno offerto agli USA tutto il necessario, perché potessero rispondere alla sfida di “Al Qaeda”.

D. Lei era consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Carter, quando egli prese la decisione di aiutare la resistenza afghana. Se la storia Le desse la possibilità di ripetere dall’inizio, come si comporterebbe?

R. Non penso che la situazione internazionale sarebbe oggi migliore, se l’Unione Sovietica, che negli anni ’70 e ’80 preparava i terroristi nei campi di addestramento, continuasse ad esistere. Sarebbe molto difficile, praticamente impossibile, combattere il terrorismo, se L’Unione Sovietica continuasse ad appoggiarlo. La campagna militare, scatenata dall’Unione Sovietica in Afghanistan, ha portato alla polarizzazione e, in un certo senso, alla fanatizzazione di questo paese. L’invasione sovietica ha portato alla distruzione della società afghana e al rafforzamento dei gruppi estremisti. Per quanto riguarda la politica del mio paese, a quanto ne so, gli USA non hanno mai prestato aiuto militare al movimento “Taleban”.

D. E’ possibile affermare che, dopo le azioni terroristiche, la società americana si sia chiusa in sé stessa, come una lumaca nel suo guscio?

R. Non penso che ciò sia possibile. Non credo che gli USA possano autoisolarsi. La stessa natura dei contatti dell’America con il resto del mondo è la negazione di tale autoisolamento.

D. Pensa che sia possibile, a breve termine, raggiungere accordi su vasta scala tra Bush e Putin in relazione all’uscita di entrambi i paesi dall’accordo ABM e a una significativa riduzione degli arsenali nucleari?

R. Non escludo che gli USA e la Russia presto potrebbero raggiungere un accordo, che permetta di cambiare le condizioni dell’accordo ABM e ottenere significative riduzioni della quantità delle testate nucleari. Tale accordo sarebbe un bene per entrambi i paesi, e proprio per questo spero che il presidente Putin accetterà una formulazione, che permetta la revisione dell’accordo ABM, per consentirci di collocare un determinata quantità di installazioni antimissilistiche. E inoltre, mi attendo che il summit degli stati-membri della NATO, previsto per il prossimo anno a Praga prenda la decisione di rafforzare questa organizzazione (con il possibile ingresso dei paesi baltici). Allo stesso tempo sono sicuro che una politica di dialogo costruttivo con i vicini della NATO ad est condurrà una grande sicurezza nella regione Euroasiatica.

*Brzezinski fa evidentemente riferimento al documento stilato, per iniziativa del cosiddetto “Gruppo di confronto civile”, apparso il 25 ottobre 2001 nel sito internet www.russianobserver.com . NOTA DEL TRADUTTORE

Traduzione dal russo
di Mauro Gemma