Intervento in Direzione Nazionale di Maria CAMPESE

DIREZIONE NAZIONALE DEL O9.06.2006

Manifesto serie preoccupazioni per il prossimo appuntamento, il referendum costituzionale. Le elezioni politiche hanno visto un impegno forte del partito tutto, sia in termini di risorse umane che di risorse economiche; di contro l’appuntamento delle elezioni amministrative è stato vissuto in perfetta solitudine dalle singole realtà coinvolte nella competizione elettorale: il partito non si è preoccupato, né a livello centrale né ai livelli regionali e provinciali, di approntare materiale di propaganda politica (spot televisivi, volantini ed altro). Le singole realtà territoriali hanno dovuto affrontare questo difficile appuntamento con le sole risorse umane ed economiche presenti al loro interno. Da parte del Partito si sono quindi manifestati un interesse ed una preoccupazione fortemente inadeguati rispetto all’importanza che il momento richiedeva. Oggi registro un interesse ed una preoccupazione ancora più inadeguati in riferimento all’appuntamento referendario: al momento non è disponibile alcun materiale di propaganda politica utile per banchetti, volantinaggi, caseggiati; né tantomeno il partito sta prestando attenzione alle esigenze di sostegno umano ed economico fortemente presenti nei territori (soprattutto laddove si tratta della terza competizione in meno di tre mesi).
Il voto amministrativo ha registrato un risultato complessivamente negativo del nostro partito, percepito come negativo dal corpo dei nostri iscritti. E’ questo un risultato che dobbiamo indagare fino in fondo, soprattutto nel nostro Mezzogiorno, se vogliamo cogliere gli elementi della nostra inadeguatezza. Porto ad esempio il risultato registrato a Barletta, candidato a Comune capoluogo di Provincia. Il centro-sinistra ottiene il 74% dei consensi, di cui il 28,5% al partito democratico ed il 27,8% all’area socialista (totalizzando 25 consiglieri su 40). Pur avendo operato un’apertura nelle candidature nella nostra lista (sinistra DS ed associazionismo), aver condotto una campagna elettorale non personalistica (senza faccioni dei nostri candidati sui muri) ma concentrata sui punti che hanno caratterizzato il nostro lavoro politico nel territorio, il nostro partito (per 18 voti di scarto) non riesce ad eleggere il consigliere comunale. Dalla elezione politica alle amministrative il nostro partito perde il 4,5% rispetto al risultato ottenuto alla camera e quasi il 10% rispetto al senato. Perché?
Per l’elezione di 40 consiglieri si sono candidati in 878; il più suffragato ha avuto ben 1416 preferenze, a seguire molti con 1000, 800, 600 preferenze (molti di questi candidati approdano al centro-sinistra dal centro-destra). La campagna elettorale è stata caratterizzata da pratiche clientelari (promesse di lavoro, ricatti e minacce) e da un vero e proprio mercato di compravendita dei voti, con un tariffario che è andato via via salendo, fino a superare i 50 euro per voto. Non sono stati solo i giovinetti a vendere il proprio voto al miglior offerente, ma anche interi nuclei familiari, disperati per la mancanza di lavoro e di prospettive di vita, senza speranza di cambiamento, hanno accettato i 300-400 euro per dare la preferenza al candidato di turno. A queste pratiche di compravendita dei voti si sono adeguati anche candidati nella lista dei Verdi (presidenti di cooperative edilizie, esponenti provenienti dal centrodestra), consentendo l’elezione di un candidato che si è già dichiarato indipendente.
Il nostro partito tiene nel consenso solo negli ambiti territoriali dove i singoli candidati sono radicati, hanno svolto lavoro politico, hanno un riconoscimento per l’impegno profuso. I voti di lista si differenziano dal totale delle preferenze ai candidati per poco più di cento unità; si va erodendo sempre più il solo voto di lista (il voto ideologico) che perde, in 4 anni, ben 400 voti.
Cosa fare? Bisogna lavorare per il radicamento ed il rafforzamento del partito, pena la nostra scomparsa dalle assemblee elettive negli enti locali, soprattutto nel Mezzogiorno. Lavorare per un sostegno dei circoli in termini di risorse umane ed economiche, affinché diventino i presidi della denuncia delle pratiche della mala-politica e luoghi di promulgazione dei valori fondanti della democrazia.
Un appello rivolgo ai nostri gruppi parlamentari: lavorino affinché nelle scuole primarie e secondarie diventi centrale l’educazione civica, lo studio della costituzione, la formazione del cittadino e l’importanza del diritto-dovere del voto. E’ indispensabile per il nostro futuro!

Maria Campese