Per quanto riguarda il regolamento proposto, non mi sono chiare alcune disposizioni e ho delle forti perplessità nei confronti di altre. In primo luogo, vorrei che i compensi dei membri della segreteria fossero indicati in euro, e non in percentuale, per capire se vi sono stati aumenti e in che misura. Mi chiedo, inoltre, come si fa a fissare una percentuale fissa sul compenso dei consiglieri regionali – per retribuire i segretari regionali – se, come sappiamo, tale compenso è molto diverso da regione a regione? Trovo invece politicamente sbagliate e pericolose alcune norme. Come si può vincolare i membri della direzione, per la partecipazione ad iniziative sul territorio, all’assenso di singoli membri della segreteria? Vogliamo commissariare i membri di un organismo politico da quelli di un organismo esecutivo, peraltro monocolore? E, infine, perché, da un lato, si distribuiscono alcune risorse alle correnti e, nello stesso momento, si vieta che queste possano utilizzare il simbolo, quasi a sancire una separazione dal partito, mentre non si fa alcun divieto all’utilizzo di altri simboli?
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Dichiarazione di voto sul regolamento della Direzione Nazionale
Si vorrebbe compiere una scelta che – formalmente – concede maggiori spazi alle minoranze (i finanziamenti per le riviste, ecc.) ma che, nei fatti, determina un’ulteriore centralizzazione a favore della maggioranza. L’esempio più eclatante è la sottrazione del già limitato ruolo della direzione a beneficio della segreteria. I membri della direzione, infatti, non potrebbero più partecipare ad iniziative di partito se non “autorizzati” dai membri della segreteria. Così facendo, si subordina l’organismo “politico” (la direzione) a quello “esecutivo” (composto di soli membri della corrente di maggioranza), capovolgendo l’impostazione dello statuto del partito. L’impedimento all’utilizzo del simbolo nelle iniziative di corrente costituisce, non una norma di tutela dell’unitarietà del partito stesso, ma un incentivo preoccupante alla sua disarticolazione. Infine, nella scelta di attribuire alle sole segreterie la potestà della nomina dei rappresentanti del partito nei consigli di amministrazione di società pubbliche è evidente il tentativo di fare incetta dei posti di sottopotere, senza essere sottoposti al controllo degli organismi di direzione politica. Per questi motivi esprimerò un voto contrario alla proposta.
Gianluigi Pegolo – Essere Comunisti