Domenica 10 luglio 2005
Siamo qui per manifestare il nostro antifascismo. Per difendere la democrazia, per sopperire a ciò che non ha fatto chi doveva essere preposto a farlo.
La nostra Costituzione vieta l’apologia del fascismo e la ricostruzione del partito fascista. E qui, oggi, i fascisti manifestano “a favore delle vittime delle stragi partigiane, dimenticate dall’Italia nata dalla Resistenza”.
Un terribile capovolgimento di ruoli: chi ha liberato l’Italia viene ignobilmente messo sul banco degli imputati. E’ un fatto grave che il prefetto non abbia impedito questa gazzarra. Il divieto del raduno fascista è stato sollecitato da vari incontri con i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil; con i parlamentari di Prc, Verdi, Ds; con i consiglieri regionali della Margherita e con l’ex-sindaco di Schio; è stato inoltre consegnato un appello sottoscritto da migliaia di firme.
E invece questa vergogna non è stata impedita, ed è per questo che siamo qui.
Coerentemente ci saremmo aspettati che tutte le forze che hanno chiesto di vietare il corteo fascista, sarebbero poi scese in piazza.
Sbagliata la tesi che bisogna lasciarli fare!
Anche agli inizi del fascismo si sostenne questo e poi abbiamo visto com’è finita. Ed è stato sbagliato stilare patti di concordia, come ha fatto l’amministrazione di Schio, poiché al di là delle migliori intenzioni, ciò verrà utilizzato dai fascisti e dalle destre per dare un ulteriore colpo alla Resistenza, come è avvenuto in questi anni di revisionismo storico. Ed è sbagliato che l’amministrazione comunale non sia venuta qui in mezzo al popolo antifascista.
Non è in discussione la condanna dell’eccidio avvenuto nel luglio del ’45 che da sempre è stata fatta propria dalle organizzazioni partigiane e dai partiti di sinistra.
E’ in discussione la strumentalizzazione di questi fatti per fare avanzare il revisionismo storico.
E una parte della sinistra – sbagliando – ha contribuito a questa operazione.
Vi ricordate i “ragazzi di Salò” di Violante? La strumentalizzazione della vicenda delle foibe?
Qual è stato il risultato di queste prese di posizione? E’ sotto gli occhi di tutti.
Al Senato è stata votata una legge che equipara i repubblichini di Salò ai partigiani.
Al Parlamento europeo si chiede di mettere al bando i simboli del comunismo.
Numerose amministrazioni locali intestano vie e piazze a Mussolini e Almirante.
Nell’anno del 60° anniversario della Liberazione la televisione produce e trasmette una fiction totalmente falsa sulle foibe: non gli viene in mente per esempio di raccontare la storia dei 7 fratelli Cervi! Nello stesso periodo a “Porta a Porta” si celebra Mussolini quasi come un benefattore.
E ancora: La Russa chiede di abolire il reato di apologia di fascismo; Calderoli chiede lo stato di guerra; Borghezio scatena una gazzarra contro Ciampi al parlamento europeo.
Ecco il senso di questa nostra presenza qui oggi. Vogliamo porre un freno a questa deriva pericolosa.
Senza i partigiani, senza la Resistenza antifascista, senza il contributo decisivo dei comunisti in Italia e in Europa non sarebbero stati sconfitti il fascismo e il nazismo.
Siamo a Schio, e anche su questa gloriosa città operaia e antifascista rischia di essere steso il velo della menzogna.
Si parla dell’eccidio. Nessuno ricorda più che Schio è Medaglia d’argento della Resistenza. Che su questi monti hanno combattuto le Brigate Partigiane Garemi, nelle quali erano impegnati migliaia di combattenti. Che a Schio operava il battaglione Fratelli Bandiera il cui comando fu deportato nei lager tedeschi e interamente sterminato. Che Schio venne liberata il 29 aprile 1945 dai partigiani dopo 5 ore di intensi combattimenti nel corso dei quali persero la vita 25 partigiani.
In queste terre tra civili trucidati, partigiani giustiziati o caduti in combattimento o deportati nei lager, vi furono più di 1200 morti.
Siamo qui per onorare queste persone.
Siamo qui perché siamo consapevoli che queste manifestazioni fasciste tollerate sono la punta di un iceberg. Ha spianato loro la strada il revisionismo imperante, l’attacco al comunismo, l’attacco alla Costituzione, la tolleranza (sono al governo!) nei confronti del razzismo leghista, la campagna xenofoba e razzista intrisa di odio di alcuni giornali e organi di informazione che non possiamo che definire nuovo fascismo (basta acquistare una copia di Libero o de La Padania per rendersene conto).
Dobbiamo avere la forza di porre questi temi nel Programma delle forze dell’Unione:
il tema dell’antifascismo insieme a quello della pace devono essere un preambolo di programma.
Intanto prendiamoci un altro impegno: tutte le forze che sono qui, che hanno sottoscritto l’appello – se anche il prossimo anno verrà consentito il corteo fascista – si impegnino già da adesso a invadere Schio in migliaia! Organizziamo qui a Schio un grande meeting antifascista, una grande festa che con la musica, le parole, la lotta non lasci nessuno spazio a questi rottami del passato che vorrebbero riportarci nei tempi più bui della nostra storia.
Viva Schio antifascista.
Viva i partigiani.
Ora e sempre Resistenza!
Bella Ciao.