Intervento al Cpn del 14 – 15 luglio 2007

Non condivido la relazione di Giordano, in specie sulla valutazione del congresso di Venezia. Siamo nella più alta crisi della linea di Venezia. Partecipare al Governo ha dato esiti pessimi : il Prc ha un’emorragia di voti e di iscritti , di cui non si discute nel Cpn; è stato messo in crisi il rapporto del P. con sua base sociale. A Firenze, dove iscritti e militanti di base, di tutte le mozioni,hanno rimesso in campo il loro antagonismo al capitalismo; è rinata una sana dialettica che ha portato a votare contro l’ingresso in Giunta Regionale e ha prodotto un documento unitario contro l’omologazione governista e la liquidazione del Prc e un rilancio del P e della RC, non come scelta di autosufficienza, ma come motore di un ampio schieramento anticapitalistico che ottiene parità di voti. La crisi del P. si esplicita in tutta la sua gravità, mentre il governo ignora la crisi sociale e privilegia scelte monetariste, la destra si rafforza nella sua presa sulla società e i lavoratori sentono le istituzioni più deboli. In questo contesto, il conclave del gruppo dirigente del P si compatta nel superamento del Prc, come traguardo finale che compie e invera un antico disegno. Posta in gioco è liquidazione del Prc,o apertamente, o attraverso formule federaliste che rinunciano all’autonomia del P. L’abbattimento progressivo dell’identità comunista è stata la strada maestra per introdurre soluzioni governiste.Con stesso metodo, davanti alla sconfitta elettorale, in modo paradossale, si risponde accelerando il processo che porta al nuovo soggetto unitario della sinistra. Unica risposta al bisogno di unità della ns base sociale è l’unità d’azione su obiettivi concreti legati alla crisi sociale e grandi mobilitazioni,ovunque è presente un forte sentire anticapitalista.