Intervento al Cpn 9-10 aprile 2005 di Orfeo Goracci – Sindaco di Gubbio

Parto dalle due “luci” delle elezioni: la sconfitta di Berlusconi e del centrodestra (cosa richiesta a voluta dal popolo di sinistra e non solo) e la straordinaria vittoria di Vendola che ci fa uscire dalla ghettizzazione e dalla minorità. L’”ombra” è il risultato complessivamente negativo per il Prc, non c’è un compagno che non si aspettasse di più.
Il congresso di Venezia non ha aiutato in queste elezioni, non solo per l’asprezza di alcuni suoi passaggi. Non va bene non riconoscere il buono, ma anche minimizzare sul risultato “incompiuto” non ci aiuta. Sono elezioni amministrative (ma tutti abbiamo loro dato una lettura politica) ed in queste noi perdiamo, tanti voti sono finiti per “sbaglio” sul Pdci, manchiamo di radicamento territoriale – strano, proprio dopo l’impennata degli iscritti. Si sottovaluta la percezione diffusa di un nostro schiacciamento su Prodi e di conseguenza di una nostra minore conflittualità.
Fassino e Rutelli, con le loro interviste, ci riportano alla realtà dopo che spesso abbiamo usato la lente d’ingrandimento per trasformare (in senso progressista) il topolino in elefante. Il fatto identitario (non come “rinculo”) credo abbia un suo peso.
Nel buon dato umbro, la mia città di Gubbio rappresenta – con il suo 25,4% – più del 10% dei voti complessivi al Prc. Abbiamo il circolo “Lenin” che ha visto lavorare insieme il 70enne di scuola togliattiana e il 17enne con l’orecchino e credo che questa sia la lezione migliore che può venire da una “piccola” realtà (32.500 abitanti) che ha avuto nella storia comunista dell’Umbria una sua importanza nel passato e che ha visto nel 2001 l’elezione a sindaco del sottoscritto, avvenuta contro il centrodestra e contro l’Ulivo.