Integrativo Fiat verso la stretta

Seconda, intensa giornata di trattative all’Unione industriale. Sindacati e Fiat sono riuniti da giovedì per tentare di raggiungere un accordo su un integrativo che al Lingotto non c’è da ben dieci anni. Ieri la delegazione si è ridotta e nel pomeriggio si è andati avanti in seduta ristretta. C’è molta cautela proprio per la delicatezza del momento. Non c’è infatti molto tempo, visto che tutti sono d’accordo sulla necessità di chiudere entro fine giugno. «Questa trattativa – dice Giorgio Airaudo, segretario della Fiom di Torino – ci sta mandando dei segnali utili e questo è certamente un elemento da cogliere e da salutare con favore». Nel pomeriggio si è deciso di proseguire con l’incontro in serata. E anche questo è un segnale della volontà di stringere in fretta. I sindacati comunque hanno ribadito alla Fiat le richieste della loro piattaforma, che prevede una erogazione importante entro luglio. Dei 1300 euro chiesti come premio a regime entro il 2008, infatti, il sindacato chiede al Lingotto di pagarne entro luglio già 600. I dipendenti del gruppo l’hanno già detto più volte: ora che i conti per Fiat vanno meglio non si può pensare che a goderne siano solo i vertici. La base, cioè i lavoratori, hanno il diritto di godere almeno un po’ di questo momento indubbiamente positivo per l’azienda torinese. Sacrifici in questi anni ne hanno fatti davvero molti e, come sostengono i sindacati, meritano una boccata d’ossigeno. Tanto più che in Fiat l’integrativo non si vede da un decennio.
Con il voto della Powertrain Technology ex Meccaniche di Mirafiori si è intanto concluso il rinnovo dei grandi consigli del sito di Mirafiori. Resta da completare il voto nei piccoli enti (Turinauto, Magneti Marelli Rivalta, Cleantecno, Delivery Mail e Ingest, circa un migliaio di lavoratori) che si concluderà entro il 15 luglio. In queste elezioni parziali la Fiom si conferma il primo sindacato con il 25,5% seguita dalla Fim con il 25,2% e dal Fismic con il 23,1%, la Uilm ha il 14,6%, l’Ugl il 6,7% i Cobas il 4,1%. Nelle elezioni complessive di sito dal 2005 ad oggi la Fiom è il primo sindacato con il 29,6%, seguita da Fim ( 22,8%) e Fismic (21,3%); la Uilm ottiene il 16,9%, l’Ugl il 5,8%, i Cobas il 3,7%.
Giorgio Airaudo sottolinea che «il calo della Fiom di quasi 4 punti percentuali in questa tornata di giugno e di 3 punti percentuali sul sito di Mirafiori, unito alla perdita di voti fatta registrare all’Iveco dovranno farci aprire, già dalle prossime settimane, una seria, approfondita e articolata riflessione». Per il segretario generale della Fiom torinese, è «mancata la pratica e il protagonismo contrattuale delle Rsu, pratica e protagonismo mortificata da 20 anni di politiche aziendali che hanno forzatamente ridimensionato il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori».
La Fiom, comunque, alla luce dei risultati «conferma la volontà di ricostruire la contrattazione negli stabilimenti Fiat a partire dalla vertenza integrativa in corso, ridando ruolo e protagonismo ai delegati dei lavoratori – sostiene ancora Airaudo – Ci proponiamo anche il reinsediamento e la sindacalizzazione di quelle vaste aree delle fabbriche oggi prive di rappresentanza sindacale». Come farlo? Per Airaudo «è necessario coinvolgere in modo democratico ed integrale i lavoratori nelle decisioni sindacali che riguardano la loro condizione di lavoro, dalla prestazione all’orario, così come si sta facendo in queste ore a Mirafiori con un referendum sugli straordinari promosso anche con Fim e Fismic». Nella notte tra giovedì e venerdì la multinazionale olandese Getronics ha venduto le attività italiane alla Eunics. Il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini definisce l’operazione «una inaccettabile forzatura»: «E’ una decisione presa al di fuori di una qualsiasi strategia di politica industriale – spiega – La vendita notturna dimostra il disprezzo per i lavoratori, il sindacato e il governo. A questo punto, il sindacato deciderà le iniziative necessarie per salvaguardare il futuro occupazionale e industriale».