“Insieme con le popolazioni arabe, in Italia e nel mondo, nella solidarietà al popolo palestinese, al di là delle differenze di religione”
[…] Si tratta ora di usare al meglio le energie sprigionate in questi giorni di mobilitazione in decine di piazze d’Italia, d’Europa e di tutto il mondo nelle quali, insieme al movimento storico di solidarietà con la Palestina, la comunità araba ha dato una chiara dimostrazione di forza e compattezza. Moltissimi giovani e giovanissimi, arabi e arabe, solidarizzano con la resistenza palestinese, ma esprimono anche la loro condizione di disagio e l’insopportabilità del crescente razzismo di cui sono oggetto. La maggior parte dei soggetti scesi in piazza e che hanno partecipato ai cortei e alle preghiere collettive sono una parte di quella manodopera a basso costo prodotto della nuova divisione internazionale del lavoro imposta in oltre un ventennio di offensive padronali e di ristrutturazioni capitalistiche sul piano globale.
I comunisti, i movimenti popolari devono relazionarsi e dialogare con questi soggetti, superando l’eurocentrismo di una “sinistra occidentale” sempre più compatibilizzata, ed evidenziando, invece, l’essenza di classe delle attuali manifestazioni politiche e sociali delle comunità arabe ed islamiche. Nell’opera di difesa intransigente degli interessi di queste porzioni sociali si impone un salto di qualità del nostro agire politico per aumentare la reciproca conoscenza e crescita tra le sinistre anticapitalistiche e la soggettività comunista delle due sponde del Mediterraneo. Costruire insieme a questa nuova soggettività scesa in campo contro il massacro di Gaza le mobilitazioni dei prossimi mesi potrebbe determinare un potente fattore di generalizzazione del conflitto per scardinare, dalle fondamenta, le insidiose campagne bipartisan di questi anni, caratterizzate dalla cogestione dinamica della cosiddetta “guerra infinita contro il terrorismo”, perniciosa azione colonialista ed utile strumento di attacco contro i paesi e i popoli non piegati ai diktat occidentali e mezzo di divisione interna tra soggetti accomunati dallo sfruttamento capitalistico.
Come comunisti sosteniamo, da sempre, la sinistra palestinese e i movimenti progressisti, ma consideriamo anche le altre forze che oggi combattono il sionismo – a Gaza ed in tutto il Medio Oriente – come componenti importanti della generale lotta antimperialista. Le attuali e future mobilitazioni al fianco della resistenza del popolo palestinese, in generale di tutti i popoli mediorientali in lotta contro l’aggressività sionista e occidentale, rappresentano, già da ora, un passo avanti nella difficile azione ricomposizione di classe nel cuore delle metropoli imperialiste. […]
(da un documento della Rete dei Comunisti)