Fate in modo che il vostro primo lavoro non sia anche l’ultimo. Il tono del messaggio è a prima vista un po’ minaccioso, ma in realtà il Trade Union Congress (la confederazione sindacale britannica) ha voluto lanciare un’iniziativa forte sulla sicurezza sul posto di lavoro. In particolare la campagna è rivolta ai quattro milioni di ragazzi con meno di venticinque anni che, terminate le scuole, si apprestano a passare un’estate facendo lavoretti temporanei nei vari settori per raccimolare qualcosa.
Secondo il Tuc per quasi duecentocinquantamila di questi giovani quello di quest’estate sarà il primo lavoro. Brendan Barber, segretario generale della confederazione ha voluto sottolineare soprattutto un dato: «Ogni 40 minuti – ha detto – nel Regno unito si verifica un infortunio sul lavoro che coinvolge un ragazzo tra i 16 e i 24 anni». Il sindacato punta l’indice contro i datori di lavoro che molto spesso non si preoccupano delle condizioni di lavoro, non facendo fare ai giovani lavoratori alcun corso sulla sicurezza o sui rischi per la salute.
In una sua inchiesta il Tuc ha rilevato che il 37% dei giovani lavoratori tra i 15 e i 24 anni non ha effettuato alcun corso sulla sicurezza. Nel 2005 ci sono stati dieci incidenti mortali che hanno visto coinvolti giovani assunti in corsi di formazione finanziati dal governo che prevedevano un tirocinio in posti di lavoro dove la sicurezza era all’ultimo posto.
Il sindacato ha collaborato al numero estivo della rivista Hazards (Rischi) dedicata proprio agli infortuni sul lavoro. Il numero, intitolato Too Young To Die, troppo giovani per morire, prende in esame i casi dei dieci ragazzi morti nel 2005. Come i diciassettenni Daniel Dennis, caduto da un tetto che stava riparando e Steven Burke caduto da una impalcatura. O come Jimmy Hall, schiacciato da un muro che gli è crollato addosso e Ben Pinkham morto carbonizzato quando il reparto di solventi in cui lavorava è esploso.
Il rapporto di Hazards però analizza anche casi di morte sul lavoro non direttamente legati ad incidenti. Per esempio nel dicembre 2005 il tribunale di Oldham ha stabilito che la diciottenne Hannah Kirkham aveva deciso di suicardi dopo aver subito atti di bullismo dai suoi colleghi di lavoro in un ristorante della catena KFC. Dopo aver lasciato il lavoro stagionale, la giovane ha cominciato a soffrire di allucinazioni e ad avere delle reazioni isteriche ogni volta che vedeva anche solo in televisione la pubblicità del Kentuky Fried Chicken, il ristorante dove lavorava.
Il tragico caso di Hannah ha portato all’apertura di una inchiesta sulle condizioni di lavoro a KFC. Lo stesso ristorante in cui aveva lavorato Hannah è stato costretto a pagare, nel marzo di quest’anno, 60mila sterline (circa 90mila euro) di multa e 16mila sterline di spese legali: due giovani dipendenti avevano subito gravi ustioni dopo che gli era stato gettato addosso dell’olio bollente.
Il Tuc nella sua recente inchiesta ha concluso che gli incidenti sul lavoro sono aumentati. Tra i lavoratori di età compresa tra i 16 e i 24 anni infatti nel 2004-2005 ci sono stati 4389 incidenti gravi (nel 2003-2004 erano stati 4331). Gli incidenti meno gravi ma che comunque hanno richiesto l’astensione dal lavoro per tre giorni sono stati nel 2004-2005 poco meno di quindicimila. «I lavori estivi – ha commentato Brendan Barber – sono un ottimo modo per guadagnare soldi velocemente, ma purtroppo molto spesso datori di lavoro senza scrupoli ricorrono alla manodopera giovane pensando di poter evitare corsi sulla sicurezza. Il rischio – ha concluso Barber lanciando l’iniziativa – per questi giovani è altissimo ed è per questo che intendiamo sensibilizzare proprio i giovani lavoratori andando direttamente nei luoghi dove lavorano».