Industria, un rientro a rischio per 400mila

Autunno. Anche la pioggia sembra voler ricordare all’Italia che il tempo per le vacanze è finito. Ma per milioni di lavoratori e per la gran parte dell’apparato produttivo italiano, la stagione che si apre con questa settimana si presenta carica di preoccupanti inco-
gnite: a partire da quelle 3800 aziende che, secondo il censimento dalla Cgil, sono in piena crisi e mettono seriamente a rischio non meno di 400.000 posti di lavoro. E, lo ha sottolineato più volte lo stesso Guglielmo Epifani, purtroppo all’orizzonte non si vedono segnali di riprese né – men che meno – strategie di politica economica in grado di offrire appigli e speranze all’industria.
Oggi, comunque, pero chi il lavoro ce l’ha (per esempio, non più i 160 dipendenti della Lanerossi-Marzotto di Schio) oggi riaprono gran parte degli stabilimenti italiani. Molti lavoratori, però, varcheranno i cancelli con il cuore in gola. A partire da quelli della Fiat, attesa da una decisiva e delicata campagna d’autunno che avrà come primo appuntamento cruciale la presentazione della Grande Punto il 5 e 6 settembre al Palavela di Torino. Tutto il mese di settembre si preannuncia molto «caldo» per il Lingotto: il 13 e 14 ci sarà il salone di Francoforte con la presentazione internazionale delle proprie strategie produttive, il 15 il consiglio di amministrazione delibererà per il convertendo l’aumento del capitale sociale per 3 miliardi di euro tra capitale e sovrapprezzo, mentre le nuove azioni saranno sottoscritte il 20 settembre dalle banche finanziatrici, mediante compensazione con il credito in linea capitale derivante dal finanziamento, con obbligo di offrirle in opzione agli azionisti titolari di azioni Fiat ordinarie, privilegiate e di risparmio.
I lavoratori di Mirafiori, intanto, rientrano da tre settimane di ferie, alle quali per 5.400 dipendenti delle carrozzerie e circa 500 delle presse se n’è aggiunta una di cassa integrazione. A Melfi e a Pomigliano le ferie sono iniziate l’8 agosto, mentre a Cassino i lavoratori della linea Stilo hanno fatto tre settimane di ferie e la quarta di cassa integrazione. Riparte gradualmente anche Termini Imerese dopo cinque mesi di stop. A varcare i cancelli della fabbrica, ferma dallo scorso 21 marzo, saranno circa 200 operai impegnati nell’assemblaggio di 40 Lancia Ypsilon. Poi ci sarà il rientro graduale di tutti i 1.490 dipendenti, che dovrebbe essere saturato entro la fine di settembre, anche se la Fiat può fare ricorso alla cassa integrazione fino al prossimo 2 ottobre. La cassa integrazione, inoltre interessa anche 861 impiegati, dei quali 762 nell’area torinese, degli Enti Centrali di Fiat Auto, che rientreranno solo il 20 novembre. Solo la metà di loro rientrerà regolarmente dopo le ferie. E con la Fiat, si sa, soffre anche la ramificata rete delle aziende dell’indotto, che da mesi languono nell’incertezza, delocalizzano o addirittura chiudono.
Su questo scenario industriale fragilissimo, incombe poi l’incognita del rinnovo dei contratti di lavoro: a partire da quello dei metalmeccanici, arenato in una battaglia tutta politica in cui Federmeccanica-Confindustria trova alleato il governo. Ma oltre alle tute blu, sono in attesa di rinnovo anche i contratti del pubblico impiego, degli alimentaristi, delle telecomunicazioni e degli elettrici. In tutto sono circa 7 milioni di famiglie che aspettano un adeguamento salariale.