Incursione nel bunker di villa Certosa

Un centinaio di militanti del movimento indipendentista sardo dell’Irs ha occupato per circa mezz’ora la residenza estiva del premier, eludendo la sorveglianza degli agenti della Digos di Sassari. «Siamo qui per riappropriarci di ciò che è nostro» ha detto il leader del movimento Gavino Sale

Il super bunker di Villa Certosa violato come in un gioco da ragazzi. Nel luogo che dovrebbe proteggere il presidente del consiglio Silvio Berlusconi dagli attacchi terroristici ieri è penetrato, senza alcuna difficoltà, un gruppo di militanti del movimento indipendentista Irs (Indipendente repubblica sarda). Poco prima delle 11 un centinaio di aderenti all’Irs, guidati dal leader del movimento, Gavino Sale, sono entrati dentro il perimetro della residenza che il Cavaliere usa per i summit estivi con premier e capi di stato. I militanti dell’Irs sono rimasti nel giardino della villa per circa mezz’ora. Ad occupazione conclusa, Gavino Sale ha spiegato le ragioni del blitz: «Siamo qui per riappropriarci di ciò che è nostro. Il nostro atto ha un preciso significato politico, perché politica è la posta in gioco del nostro agire. E’ l’affermazione della sovranità dei sardi sulla loro terra. Siamo noi che ci riappropriamo di ciò che è nostro, il che vuole significare non solo riappropriarsi simbolicamente di un pezzo fisico di territorio, ma soprattutto riappropriarsi concretamente del potere di determinare la nostra storia, quella presente e futura di questa nostra terra. Il nostro atto significa, insomma, riappropriarsi del coraggio e della volontà».

Ad entrare dentro il bunker berlusconiano sono stati almeno un centinaio di militanti, con tanto di striscioni e di bandiere. Sono riusciti a raggiungere Villa Certosa passando attraverso un terreno adiacente. Sono riusciti ad eludere la sorveglianza degli agenti della Digos di Sassari. La stranezza è che una segnalazione della possibile azione dimostrativa degli indipendentisti, giunti anche con un pullman da Sassari, era arrivata in questura ieri. Messi sull’avviso, gli uomini della Digos non sono riusciti a bloccare il blitz. Quando i poliziotti sono intervenuti, Sale e i suoi erano già riusciti a passare. Poi sono arrivati, di rinforzo, i carabinieri ed è entrato in azione anche un elicottero. L’area è stata circondata e gli indipendentisti sono stati fermati e identificati. Nessun arresto.

«Siamo arrivati – ha detto Sale – fino alle piscine, a dimostrazione del fatto che questo infallibile sistema di sicurezza non è così infallibile». «Consideriamo illegittima – ha aggiunto – l’occupazione della terra di Sardegna sia da parte del premier che dell’esercito che occupa le zone sottoposte a servitù militare». Il blitz è stato organizzato, non a caso, nella stessa giornata in cui a Cagliari circa duemila persone sfilavano per chiedere il ritiro delle truppe dall’Iraq e la chiusura di tutte le basi militari in Sardegna. Presente alla manifestazione di Cagliari, l’Irs ha voluto marcare, con il blitz a Villa Certosa, la specificità della sua proposta politica, che ha come obiettivo programmatico l’indipendenza dell’isola e la nascita di una repubblica sarda.

«Ora più che mai – si legge in un documento diffuso ieri dall’Irs – davanti all’arroganza del potere italiano e all’assenza della classe politica sarda, si impongono gesti capaci di scuotere le coscienze e l’opinione pubblica sarda dal torpore in cui la finta politica odierna continuamente la costringe». «Si tratta inoltre di parlare – ha aggiunto Sale – a tutte le coscienze libere che in Europa e nel mondo hanno a cuore il destino del pianeta e la pacifica convivenza fra i popoli: coscienze che non possono restare indifferenti davanti al modo in cui poteri politici, economici e militari maltrattano il nostro territorio e calpestano il nostro diritto a vivere in una terra pulita e smilitarizzata, così come ad esercitare il nostro diritto all’autodeterminazione».

Villa Certosa è stata trasformata in una fortezza dorata con lavori abusivi (ci sono anche un anfiteatro e un falso nuraghe), ma il ministero dell’Interno ha dichiarato per decreto l’impunità del leader di Forza Italia, adducendo motivi di sicurezza nazionale. Non è dello stesso parere la procura della Repubblica di Tempio, che vorrebbe indagare Berlusconi e che, di fronte allo scudo offerto al premier dal ministro Pisanu, ha sollevato il conflitto di competenza di fronte alla Corte costituzionale