Incontro dei Partiti Comunisti e Operai dell’Unione Europea

23 Partiti Comunisti e Operai di 20 stati-membri dell’UE (per l’Italia era presente in qualità di osservatore la rivista comunista “L’Ernesto”, ndt) o che hanno richiesto l’adesione all’Unione hanno partecipato all’incontro svoltosi ad Atene il 14-15 marzo 2008 sul tema “Il Nuovo Trattato, sviluppi nell’UE e nella lotta dei popoli”. Alcuni partiti che non hanno potuto partecipare hanno inviato messaggi di sostegno all’iniziativa. I partecipanti all’incontro hanno espresso un parere favorevole sulle numerose iniziative, campagne e dichiarazioni comuni dell’anno precedente. E’ stata messa in rilievo l’importanza delle crescenti iniziative comuni e coordinate, insieme alla necessità di un più stretto coordinamento nei movimenti e nelle istituzioni, e della promozione di forme di cooperazione e di più ampi fronti di lotta, nel rispetto della sovranità di ogni partito.

I partecipanti hanno scambiato punti di vista sui risultati dell’incontro del Consiglio d’Europa di primavera che rappresenta un altro passo della Strategia di Lisbona. Hanno messo in rilievo la decisione in merito all’ “Unione Mediterranea”, le cui conseguenze dovranno essere attentamente analizzate.

E’ stato sottolineato che gli sviluppi della CEE, e dell’UE che l’ha seguita, hanno rappresentato una scelta dei poteri dominanti e del capitale monopolistico dell’Europa Occidentale. L’UE promuove misure neoliberali che favoriscono i monopoli e la concentrazione e accumulazione del capitale. Essa non rappresenta un vero contrappeso agli USA a favore dei popoli. Con il Trattato Riformato, vengono fatti nuovi passi verso la configurazione dell’UE come un blocco imperialista, economico, politico e militare contrario agli interessi dei lavoratori e dei popoli. La sovranità e l’indipendenza dei popoli e dei paesi verranno ulteriormente minate. I partecipanti hanno denunciato energicamente l’adozione del Trattato senza una consultazione popolare. E’ stata condannata la secessione unilaterale del Kosovo dalla Serbia ed è stata espressa preoccupazione per le sue conseguenze.

L’attacco ai diritti del lavoro e sindacali sta proseguendo in nome della “modernizzazione”, della “competitività”, e della “flexicurity”, allo scopo di garantire i profitti del capitale. Le inaccettabili decisioni giudiziarie riguardanti i casi di “LAVAL” e “Viking Lines” devono essere fortemente denunciate, poiché contrastano l’elementare diritto di sciopero e le libertà sindacali. I lavoratori sono sempre più preoccupati per la situazione che riguarda le relazioni lavorative, i salari, le pensioni, l’aumento dei prezzi, la sicurezza sociale, gli incidenti sul lavoro; che riguarda la consegna dell’educazione, della sanità e del sistema del welfare al grande capitale; che riguarda l’intensificazione dello sfruttamento, la crescita della disoccupazione, e le crescenti misure repressive contro i migranti. Destano allarme gli attacchi ai piccoli agricoltori, ai lavoratori autonomi, agli artigiani e ai commercianti a beneficio dei consorzi monopolistici, la rilevante crescita delle misure antidemocratiche, il diffondersi dell’anticomunismo promosso dallo stato, del razzismo, della xenofobia. Sono particolarmente gravi le conseguenze di questa condizione dei lavoratori nei nuovi paesi UE dell’Europa Orientale.

I lavoratori esprimono preoccupazione per l’aggressività dell’UE nei confronti dei paesi del Mediterraneo, del Medio Oriente e dell’America Latina; per l’imposizione di misure contro i diritti dei lavoratori nei paesi che hanno richiesto l’adesione; per la militarizzazione dell’UE e la sua collaborazione con la NATO e gli USA nelle guerre e negli interventi imperialisti; per la corsa agli armamenti, l’installazione dello “scudo antimissilistico” degli USA e la riproposizione dell’opzione del primo colpo nucleare.

Gli sviluppi nell’UE danno ragione alle forze che si sono opposte ai Trattati di Maastricht, di Nizza, di Amsterdam. Esse hanno detto “NO” alla moneta unica, al Trattato di Schengen e alla “Costituzione UE”. Gli sviluppi nell’UE danno ragione a tutti coloro che oggi continuano a lottare contro l’Unione Europea del grande capitale, un direttorio dei grandi poteri neoliberali e militaristi. I nostri partiti hanno contribuito, e continueranno a farlo, al rafforzamento della sfida all’UE, mantenendo in tal modo viva la speranza per un futuro diverso.

Oggi si avverte che le politiche neoliberali si trovano in un vicolo cieco. Non esistono soluzioni a favore del popolo senza che vengano messi in discussione il Trattato di Maastricht e le “4 libertà” che vi sono iscritte (libera circolazione di capitali, merci, servizi e forza lavoro). Anche la socialdemocrazia e i suoi alleati, il “centro-sinistra”, sono stati sperimentati. I popoli hanno accumulato una significativa esperienza, comprendono che queste forze non rappresentano un’alternativa in linea con i propri interessi.

Oggi la necessità di una reale alternativa di opposizione al grande capitale e all’imperialismo diventa imperativa; un’alternativa che si farà strada con la rottura con il processo di integrazione capitalistica europea e con una prospettiva socialista. Attraverso le importanti lotte della classe lavoratrice, della sinistra e delle forze progressiste e dei movimenti antimperialisti, la possibilità di una diversa situazione, di un’Europa di cooperazione tra eguali, di progresso economico e sociale, e di pace emerge sempre più prepotentemente.

Sono stati messi in rilievo i possibili passaggi di tale lotta:

– Per un forte No al Trattato di Lisbona. Appoggio alla campagna per il “NO” in Irlanda

– Per il diritto di ogni popolo a decidere del proprio destino e della propria via di sviluppo, in piena sovranità. Questo diritto comprende il diritto ad uscire dall’Unione Economica e Monetaria e dalla Nato, come pure l’opzione socialista.

– Contro un nuovo allargamento ed espansione della NATO. Per il ritiro di tutte le basi militari USA e NATO e per lo scioglimento della NATO. Contro il dispiegamento degli strumenti della guerra fredda USA, come lo “scudo antimissilistico”.

– Contro la Direttiva Bolkenstein, la “flexicurity”, il lavoro e le relazioni di lavoro precari. Per una settimana lavorativa di 35 ore (7 ore al giorno, 5 giorni alla settimana) e aumenti rilevanti di salari e pensioni, in linea con le attuali necessità e la ricchezza sociale accumulata. Contro la logica che limita le esigenze dei lavoratori “al minimo”.

– Opposizione all’impulso alle privatizzazioni nel settore dell’energia, nei trasporti, nelle infrastrutture e negli altri servizi pubblici. Per la proprietà e il controllo da parte dei popoli delle risorse naturali e dei settori strategici delle loro economie.

– Contro la privatizzazione della sicurezza sociale e per l’accesso gratuito a un sistema sanitario pubblico universale. Per la riduzione dell’età pensionabile e per un sostanziale aumento delle pensioni. Per l’accesso gratuito ad un migliore sistema educativo pubblico, contro il processo di Bologna e l’intrusione del capitale nel sistema dell’istruzione.

– Richiesta di sostegno ai piccoli e medi agricoltori e alla sicurezza alimentare.

– Contro l’Esercito Europeo, la Politica di Sicurezza Comune, la dottrina delle guerre preventive. Ritiro di tutte le truppe che stanno prestando servizio in missioni imperialiste all’estero (Iraq, Afghanistan, Balcani, Africa).

– Contro l’anticomunismo, la messa fuorilegge di Partiti Comunisti, le persecuzioni e le detenzioni di comunisti e di altri attivisti. Protesta contro il revisionismo storico, contro la riabilitazione del nazifascismo, come pure contro l’inaccettabile situazione dei “non cittadini” in Lettonia, Estonia e Slovenia.

– Opposizione alle cosiddette misure “antiterroriste”, agli organismi e ai meccanismi repressivi e di sorveglianza, al taglio dei diritti democratici e alle limitazioni alle attività sindacali e politiche. Contro la “Fortezza Europa”: pieni diritti ai lavoratori immigrati.

– In difesa di Cuba socialista,; per l’abolizione della “posizione comune” su Cuba. Solidarietà con i popoli di Palestina, Venezuela, Bolivia e con tutti i popoli in lotta.

– Contro gli ingiusti accordi di libero commercio che l’UE sta imponendo ai paesi dell’Africa, del Mediterraneo e dell’America Latina.

I partecipanti hanno scambiato opinioni su come dare ulteriore impulso ad azioni comuni e alla cooperazione nei diversi fronti di lotta ed in vista delle elezioni per il Parlamento Europeo nel 2009.

Atene, 15 marzo 2008

Lista dei Partecipanti

1. Partito del Lavoro del Belgio
2. Partito Comunista di Gran Bretagna
3. Nuovo Partito Comunista di Gran Bretagna
4. Partito Comunista di Bulgaria
5. Partito dei Comunisti Bulgari
6. AKEL – Cipro
7. Partito Comunista di Boemia e Moravia
8. Partito Comunista in Danimarca
9. Partito Comunista di Estonia
10. Partito Comunista di Grecia
11. Partito Comunista Tedesco (DKP)
12. Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese
13. Partito Comunista di Irlanda
14. Partito dei Lavoratori di Irlanda
15. Partito Socialista di Lettonia
16. Partito Comunista del Lussemburgo
17. Nuovo Partito Comunista di Olanda
18. Partito Comunista di Polonia
19. Partito Comunista Portoghese
20. Partito Comunista di Slovacchia
21. Partito Comunista di Spagna
22. Partito Comunista dei Popoli di Spagna
23. Partito Comunista di Turchia

Osservatori

Polo della Rinascita Comunista in Francia (PRCF)
Rivista “L’Ernesto”, Italia

Invitato

Hermes Herrera Hernandez, Ambasciatore di Cuba in Grecia

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare