Incidenti sul lavoro, giornata di mattanza: 2 morti e 2 feriti

Anche ieri è stata un’altra “giornata difficilw” sul fronte degli incidenti sul lavoro. Due morti e due feriti, un edile caduto da un impalcatura a Bagheria, vicino a Palermo e un addetto ai cantieri della Tav sull’appennino bolognese, in gravi condizioni. «L’Italia su è un paese primitivo», scrive l’Osservatore Romano riferendosi ai «tre decessi in poche ore», bilancio della giornata di ieri. Gli incidenti cui fa riferimento il giornale della Santa sede sono quelli di Ragusa, Roma e sull’autostrada del Sole, nei pressi di Firenze, verificatosi due giorni fa. Proprio in rispetto a quest’ultimo episodio, in cui ha perso la vita Giuliano Berti, le organizzazioni sindacali di Autostrade per l’Italia hanno proclamato lo stato di agitazione sindacale. I sindacati invitano Autostrade per l’Italia ad aprire quanto prima un ampio tavolo di confronto con cui affrontare con decisione e responsabilità tutti gli aspetti della grave criticità della sicurezza del lavoro, che si sta manifestando in autostrada».
Stesso grado di sconforto a Roma dove un operaio edile è rimasto schiacciato da un camion all’interno di una cava di pozzolana. Nel Lazio c’è molto allarme. In cinque anni, dal 2001 ad oggi, sono morti 81 edili in incidenti sul lavoro nella regione, e di questi 36 sono morti nei cantieri di Roma. Secondo il segretario della Filca-Cisl, Stefano Macale, «nessun appello, neanche quelli del Papa e del presidente della Repubblica, sembrano capaci di far cessare altri lutti». Verrebbe da dire che non servono nemmeno a far aumentare i controlli, che in realtà rappresentano il vero nodo da sciogliere nel settore. «» una situazione che può considerarsi una guerra, di cui le vittime sono sempre i lavoratori», dice vicepresidente del Consiglio provinciale di Roma, Nando Simeone (Prc).

«Diciotto morti in neanche un anno soltanto nella nostra regione, mentre in Italia si registra una media di 3 morti al giorno – dice Simeone – purtroppo a questa drammatica constatazione si contrappone l’assenza e il silenzio dei datori di lavoro». «Questa ecatombe deve finire» è il commento del presidente dell’Anmil (l’Associazione dei mutilati ed invalidi del lavoro), Pietro Mercandelli, «Ogni volta che avvengono incidenti dall’esito tragico, si cerca di promuovere iniziative perchè questa strage possa essere almeno ridotta ed è un fatto positivo» -aggiunge, commentando l’idea dei Ds di convocare ad ottobre una conferenza sulla sicurezza nella capitale. Mercandelli, però, è ottimista, poichè «già dai primi provvedimenti di questo governo sulla sicurezza nell’edilizia, emerge un atteggiamento diverso rispetto a quello dell’esecutivo Berlusconi».

L’altro incidente mortale si è verificato a Ragusa, dove un altro operaio, dipendente della Secur Fresh, azienda produttrice di frigoriferi per camion, è rimasto schiacciato da un peso di oltre trecento chili. L’uomo stava accompagnando il movimento di un impianto di sollevamento per lo scarico della merce quando il carico gli è caduto addosso.

Sul fronte del lavoro nero, che spesso funziona da serbatoio di alimentazione degli incidenti, mortali e non, c’è da registrare alcune cifre positive nelle operazioni di controllo. Oltre 4000 lavoratori irregolari su 14.000, di cui 320 minori; 576 provvedimenti penali; 4.800 provvedimenti amministrativi; 3 milioni di euro recuperati tra sanzioni e contributi, è il bilancio tra giugno e agosto, dagli ispettori del ministero del Lavoro e degli enti previdenziali e dalle forze dell’ordine, in 2.600 aziende dei settori turistico-alberghiero e agricolo-boschivo. I risultati delle attività di vigilanza straordinarie, sono stati illustrati ieri dal ministro del Lavoro Cesare Damiano.

In particolare per quanto riguarda il settore turistico (operazione “Acqua azzurra”) su un totale di 2.258 aziende ispezionate ne sono risultate irregolari 1.461 (64,70%) e sono stati scoperti 3.081 lavoratori fuori legge (su 10.914), di cui 2.183 (70,85%) completamente in nero (tra questi 308 i minori e 119 gli extracomunitari clandestini). Le sanzioni comminate ammontano ad oltre 1 milione e 350mila euro ed altrettanto è stato recuperato in termini di contributi versati. Sul fronte dell’agricoltura (operazione “Terra nuova”), 437 le aziende ipezionate, di cui il 44% non in regola. Su 3.351 lavoratori, 1.090 (32,53%) quelli fuori legge, di cui 386 in nero (tra loro 12 minori e 111 clandestini). Recuperati oltre 330.000 euro tra sanzioni e contributi.

«Ci proponiamo- ha detto Damiano commentando i dati- a partire dal prossimo anno di incrementare ulteriormente l’attività territoriale degli ispettori, ma per farlo occorrono maggiori risorse». Si tratterebbe comunque di un investimento perchè per ogni euro speso per le ispezioni ne tornano indietro 20 per le casse dello Stato. I risultati dell’operazione evidenziano una consistente percentuale di lavoratori in nero: il 70,85% ossia 2.183 sui 3.081 lavoratori irregolari “trovati intenti al lavoro”. Gli accertamenti hanno riguardato 2.258 aziende ispezionate di cui 1.461 sono risultate irregolari (il 64,7%). Sono stati, inoltre, trovati al lavoro 119 clandestini e 308 minori, circa il 14,1% degli irregolari.