In merito al conflitto russo-britannico

In merito all’acutizzazione della crisi nei rapporti tra Russia e Gran Bretagna, è intervenuto Ivan Melnikov, primo vicepresidente del Partito Comunista della Federazione Russa.

Il conflitto tra la Gran Bretagna e la Russia si è acutizzato. La crisi diplomatica e le dure dichiarazioni del nuovo premier Gordon Brown, il quale ha affermato che buoni rapporti con la Russia sono possibili solo qualora essa collabori all’inchiesta sull’affare Aleksandr Litvinenko, lasciano sempre meno spazio alla diplomazia di Mosca, costringendo la Russia a rispondere con misure altrettanto dure.

L’avvenimento è stato commentato dal primo vicepresidente del PCFR, deputato alla Duma di Stato, Ivan Melnikov.

“L’introduzione di limitazioni dei visti per i funzionari russi, la crisi diplomatica e una serie di violente accuse da parte del premier della Gran Bretagna rappresentano un fatto estremamente serio e allarmante. E’ evidente che gli USA sono preoccupati per come si stanno positivamente sviluppando i rapporti russo-tedeschi e russo-francesi, e cercano di attaccare la Russia utilizzando la piazza d’armi diplomatica inglese. In questo caso Brown dimostra di essere un politico ben poco accorto, se assume di sé la responsabilità di litigare con la Russia. Gli argomenti dei britannici sono deboli. Tutti gli appelli alla collaborazione non sono nient’altro che una copertura della loro doppiezza diplomatica.

A mio parere, la Gran Bretagna usa troppi stereotipi, quando accosta ai terroristi solo le organizzazioni radicali. I britannici hanno offerto protezione nel loro paese al principale terrorista dell’informazione: Boris Berezovskij. E anche gli USA hanno lasciato tranquillamente a piede libero un uomo che ha massacrato pacifici cittadini cubani. Stiamo parlando della liberazione dalla prigione negli USA di uno dei più pericolosi terroristi del XX secolo: Luis Posada Carriles, responsabile della tragedia che ha coinvolto in prossimità delle Barbados un aereo civile della compagnia “Cubana de Aviacion”, provocando la morte di 73 passeggeri.

Le autorità di questi paesi insistono a proposito dell’ “inchiesta”. Questo dovrebbe forse indurci a porre condizioni, insistendo anche noi sull’estradizione di Berezovskij? Una questione che non abbiamo mai ritenuto di porre con durezza, almeno fino ad ora. Personalmente, sono convinto che in linea di principio non si ha il diritto di avanzare la questione dell’estradizione di cittadini russi fino a quando non si risolve il problema della consegna di Boris Berezovskij alla Russia.

Sono pure convinto che le sfide del momento esigono dalla Russia un rafforzamento dei suoi servizi di intelligence. Il miglioramento della loro preparazione e del loro finanziamento. Il rafforzamento dell’organico. E dire che la scuola sovietica era una delle migliori del mondo. E’ estremamente deplorevole dover constatare in questa situazione la debolezza del Consiglio di Sicurezza. E’ già da molto tempo che si parla di una futura riorganizzazione del Consiglio. In una situazione come quella attuale, non c’è più tempo da perdere”.

Traduzione dal russo di Mauro Gemma per www.resistenze.org