“Finalmente il governo si occupa di immigrazione e non solo per voce del ministro Ferrero.
Non ci convincono, tuttavia, alcuni aspetti delle recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno Giuliano Amato.
Innanzitutto il ministro Amato instaura un parallelo sbagliato tra la questione dell’immigrazione e quella della sicurezza. I due piani sono assolutamente distinti e collegare il primo al secondo significa dare ancora spazio, anche in buona fede, all’equazione razzista tra immigrazione e criminalità e, in linea tendenziale, tra immigrazione e terrorismo. Ciò, come è evidente, non va nella direzione di contrastare le pulsioni xenofobe e razziste largamente e pericolosamente presenti nella nostra società.
Il ministro Amato è stato poi chiaro anche sui Cpt: essi non vanno superati, come è invece scritto nel programma dell’Unione, ma solo resi più umani.
Il programma di governo dell’Unione prevede anche a chiare lettere l’abrogazione della Bossi-Fini: Amato non ne parla. Come non accenna alla necessità di concedere ai migranti il voto amministrativo e politico.
Come si vede anche da questa uscita del nuovo ministro degli Interni, il governo Prodi, appena nato, sta già subendo una torsione moderata, anche a causa delle pressioni del centro-destra, della grande stampa e dei poteri forti extraistituzionali (Confindustria, il Vaticano, gli Usa, ecc). L’unico modo per tentare di contrastare e di fermare questa involuzione è di rimettere in campo i più forti movimenti di lotta e di opinione e nel caso specifico il movimento per i diritti dei migranti in stretta connessione con il movimento dei lavoratori”.