I migranti scendono nuovamente in piazza oggi a Verona. La manifestazione è promossa dal coordinamento migranti Verona e provincia e gli Invisible Workers of the World. Le parole d’ordine le riassume Mustapha Wagne, responsabile del coordinamento che è federato alle Rdb/Cub. «Vogliamo dire no al trasferimento alle poste delle pratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno, no alla legge truffa sul Tfr, ma vogliamo anche rivendicare il nostro diritto alla casa e ad un lavoro sicuro». Insomma, quelli che saranno in piazza oggi sono gli uomini e le donne che si vorrebbero invisibili e che invece si ribellano a questa invisibilità. «Ci siamo – dice ancora Wagne – e vogliamo farci sentire. Siamo quelli che occupano i cantieri per farci pagare il giusto e per chiedere di lavorare in sicurezza». Quello della sicurezza è un problema che i migranti sentono particolarmente. Del resto gli incidenti di questi ultimi mesi hanno coinvolto per lo più lavoratori stranieri. Ma soprattutto, sottolinea il coordinamento, «ci sono molti incidenti che non vengono denunciati per via dei ricatti che subiscono i lavoratori, costretti a stare a casa dichiarandosi in malattia». La manifestazione di oggi pomeriggio (il concentramento è alle 15 in Largo Divisione Pasubio, dietro Piazza Brà e il corteo arriverà alla Veronetta, in piazza Santa Toscana) è stata preparata con assemblee nei luoghi di lavoro e con incontri nei phone centres e nei luoghi di aggregazione dei migranti. «Purtroppo – dice Wagne – sembra di essere ritornati al 2004, quando è entrata in vigore la legge Bossi-Fini. Il governo Prodi – aggiunge – non ha ancora detto chiaramente cosa intende fare. Siamo in attesa di una nuova legge sull’immigrazione che comunque sarà una legge quadro e quindi suscettibile di modifiche». L’unica cosa positiva, riconosce Wagne, è la «ricezione da parte dell’Italia delle direttive europee sui ricongiungimenti familiari e sulla carta di soggiorno. Ma, appunto, sono direttive europee, non provvedimenti presi dall’Italia».