Il viaggio presidenziale definisce l’offensiva strategica per un nuovo mondo in equilibrio e in pace

Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

AVN

24/10/2010

Caracas – Il viaggio internazionale del presidente della Repubblica, Hugo Chávez Frias, in Africa, Medio Oriente, Asia Centrale ed Europa ratifica che la politica estera della Rivoluzione Bolivariana è passata dallo stabilire relazioni a definire un’offensiva internazionale di carattere strategico, in cerca di accelerare la caduta dell’egemonia imperialista ed assicurare la nascita di un mondo in equilibrio ed in pace.

In questo modo è stato presentato dal Primo Mandatario Nazionale nelle sue colonne domenicali de Le Linee di Chávez. Il Capo di Stato spiega che nel 1999 la politica estera del Governo Bolivariano stava imparando a camminare nello scenario internazionale.

A quei tempi, parafrasando il pensatore palestinese Edward Said, Chávez ha puntualizzato che la politica estera partiva dalla premessa per cui “sopravvivere è avere relazioni. Non si dimentichi che noi non avevamo una politica estera propria, sovrana: la nostra politica estera era disegnata da Washington”.

Tuttavia, dopo 11 anni di Rivoluzione Bolivariana, Chávez ha chiarito che attualmente le relazioni internazionali del Venezuela sono fortificate e diversificate, come deve corrispondere ad un paese che gode della più piena indipendenza politica e che ha voce propria nel concerto delle nazioni.

“Siamo un governo reale e davvero sovrano per prendere le nostre decisioni sul versante interno del paese, e fuori quando agiamo nel mondo. Oggi oramai non siamo più al livello di intrecciare relazioni per sopravvivere: siamo passati all’offensiva e promuoviamo relazioni per accelerare la caduta dell’egemonia imperialista ed assicurare la luminosa nascita di un mondo in equilibrio ed in pace”, ha segnalato. Il Capo di Stato venezuelano culmina il suo giro questa domenica in Portogallo; giro che è iniziato il passato 13 ottobre e che lo ha portato in Russia, Bielorussia, Ucraina, Iran, Siria e Libia, per la costruzione di un mondo multipolare.

Durante il viaggio, il presidente Chávez ha sottoscritto accordi in materia di abitazione, agricoltura, città agroindustriali, comuni agricole e gassificazione.

Sono stati firmati anche accordi che permetteranno lo sviluppo di progetti diretti a rispondere alle necessità della popolazione venezuelana in aree come la produzione di alimenti, veicoli, sviluppo agroindustriale ed industriale, energia e petrolio, formazione tecnica così come il trasferimento di tecnologie.

Sottolinea inoltre l’accordo, firmato tra Venezuela e Russia, per la costruzione di un sito nucleare a fini pacifici in territorio venezuelano che permetterà non solo di diversificare le fonti di energia ma anche di ridurre l’attuale dipendenza dai combustibili fossili.

“Dietro ad ognuno dei molteplici accordi che abbiamo firmato in questa occasione, non c’è solo l’impegno indeclinabile di rendere più degna la vita di tutte e tutti i venezuelani, ma, anche, l’immagine di un nuovo modo di intenderci ed aiutarci in ambito internazionale”, ha indicato.

Le alleanze di carattere strategico che il presidente Chávez ha stretto durante il viaggio sono state motivo anche di un feroce attacco da parte della destra nazionale ed internazionale che concepiscono solo la visione di una politica estera subordinata all’imperialismo. “Per questa ragione, quanto più mi attaccano, più andrò a Teheran, più andrò a Minsk, più andrò a Damasco, per riaffermare che siamo e continueremo ad essere liberi. Autenticamente liberi, per esempio, per intraprendere, con l’appoggio della Russia, il cammino verso lo sviluppo dell’energia nucleare con finalità pacifiche”, ha enfatizzato.