Il vergognoso silenzio dei senatori

Tra il 18 ed il 20 agosto l’Associazione ATDAL OVER40, che da 10 anni cerca di tutelare i diritti di chi perde il lavoro in età matura, ha inviato ad ogni singolo Senatore e a qualche Deputato e leader di Partito una mail nella quale richiamava l’attenzione sulle conseguenze di un nuovo intervento destinato a procrastinare l’accesso alla pensione per tanti lavoratori ma soprattutto per tanti disoccupati over55-over60. Negli ultimi 15 anni si sono susseguite una marea di “riforme” della previdenza senza che nessun politico legislatore si ponesse mai il problema di coloro che, perso il lavoro in età matura, si trovano nell’impossibilità concreta di ricollocarsi, a dover attendere anni per poter accedere a quella pensione che potrà rappresentare l’unica concreta forma di reddito e per la quale spesso hanno versato 30 e più anni di contributi. E’ noto che, sempre nel corso degli ultimi 15 anni, abbiamo ascoltato politici di tutti gli schieramenti parlare della necessità di riformare quel sistema degli ammortizzatori sociali che oggi offre qualche limitata e ridicola tutela solo ad un 30% di chi perde il lavoro. Ne abbiamo appunto sentito parlare, chiacchiere a ruota libera mentre si agiva sulla previdenza e sulla precarizzazione a vita delle condizioni di tanti giovani e meno giovani. Dicevamo dunque che in agosto abbiamo inviato una mail agli oltre 300 Senatori della Repubblica. Non uno solo ha sentito il dovere di rispondere. Senza scomodare la democrazia pensiamo che alcune regole base di un paese minimamente civile vorrebbero che gli eletti dal popolo si sentissero in dovere di provare a replicare ad una lettera che evidenziava come le loro decisioni in materia legislativa potessero tradursi in un dramma per tanti disoccupati, per tanti padri e madri, per tanti nuclei famigliari. A titolo di esempio negli USA, paese punto di riferimento per tanti nostri politici liberali, neo o ultra liberisti, un eletto del popolo che si permette di ignorare una lettera civile nella quale gli vengono posti dei quesiti non irrilevanti ha buone prospettive di essere cacciato a calci nel sedere dal suo scranno alle prossime elezioni. In Italia le cose non vanno così e i nominati dai Partiti, giocoforza eletti da un popolo che non può esprimere le sue scelte, si permettono di ignorare chi si rivolge loro se non altro per il fatto che, come ogni comune cittadino, contribuisce a garantire loro i tanti ben noti e vergognosi privilegi. Impermeabile ad ogni sollecitazione il Senato ha quindi approvato un nuovo intervento sulle pensioni con un’ampia convergenza di forze politiche e sociali. Ministri e sottosegretari, ex-democristiani ed ex-socialisti, padani e sudisti, cattolici osservantissimi e laici sostenitori del libero mercato, vecchi e nuovi social-roditori, exsindacalisti che hanno già ottenuto una ottima poltrona e leader sindacali in lista per ottenerne una quanto prima, imprenditori che hanno usufruito di abbondanti sostegni pubblici che gli hanno permesso di delocalizzare, giornalisti sempre attenti agli interessi dei più forti, ecc., tutti d’accordo nel mettere mano ancora una volta alle pensioni. Ora ci aspettiamo di rivedere le solite facce di bronzo che ci raccontano in televisione quanto siano preoccupati e attenti alla condizione di difficoltà delle famiglie e dei ceti più deboli. Parole che in quelle bocche assomigliano sempre di più a delle bestemmie.

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