Il vantaggio dei molti e i demeriti dei pochi

Chi si lamenta delle nuove aliquote fiscali, e sventola le tragiche conseguenze che ne potrebbero venire per l’economia italiana tutta, ignora o tace che invece potrebbero venirne dei vantaggi. Chi ha davvero redditi bassi destinerà al consumo una parte maggiore del suo maggiore reddito, rispetto a quanto non farebbe chi ha redditi alti. Soltanto un ricco bulimico o patologicamente esibizionista potrebbe comperare per sé più di un chilo di pane al giorno o due Suv alla volta. Infatti sarebbero state opportune altre aliquote, progressivamente più alte per i redditi davvero alti.
Una redistribuzione del reddito a favore dei meno ricchi, farebbe aumentare i consumi; che sono la parte quantitativamente più importante della domanda effettiva. Un loro aumento farebbe aumentare il reddito nazionale e l’occupazione. A meno che la riforma fiscale non avvantaggi i molti che non hanno affatto redditi bassi: evasori fiscali che si servono dei servizi pubblici pagando meno di quanto dovrebbero e di cui però lamentano il costo; evasori che temono non le nuove aliquote, ma la lotta all’evasione; evasori che hanno udienza. E a meno che una maggiore domanda per consumi nazionali non debba rivolgersi ai produttori stranieri, capaci di offrire e i beni di consumo di prima necessità o desiderio.
Viene da pensare che chi di questa riforma fiscale minaccia conseguenze tragiche per l’economia italiana tutta, o sa poco di teoria economica, o è un evasore fiscale, o è un imprenditore incapace di reggere la concorrenza internazionale. Di certo non è un liberale.