Il trucco? L’egoismo razionale

E se non si trattasse di rimuovere l’egoismo (o motivazione al profitto), bensì di prendere atto che esso è ineliminabile (non esiste l’altruismo) e che quindi si tratta di porre in essere la forma di egoismo più intelligente possibile?
E siccome, io credo che la forma più intelligente di egoismo è quella che assume come indissolubile e interdipendente la felicità individuale da quella dell’intera famiglia umana, non ne consegue che le scelte individuali più egoisticamente intelligenti sono anche quelle che perseguono il bene comune, o almeno non lo contrastano?
E perché un’autorità centrale dovrebbe stabilire cosa, come e per chi produrre e non invece più semplicemente vigilare perché principi ordinatori del bene comune ( = egoismo intelligente) vengano applicati e rispettati, cominciando dai diritti umani per tutti i cittadini del mondo?
Semmai un’autorità non “centrale” ma universale e democraticamente eletta, dovrebbe vigilare, attraverso le sue articolazioni territoriali, sulle forme di produzione e di accumulazione e sul mercato, affinché questi, per individualistica intenzione o per individualistica inconsapevolezza, non operino contro tali principi e obiettivi.
Così che, ad esempio, sarebbe esclusa e proibita qualsiasi forma di produzione con uso schiavistico della forza lavoro, si porrebbero forti limiti alla concentrazione di ricchezza e si abbatterebbe l’altare idolatrico su cui è stato posto il mercato, dettando regole sull’equità dei prezzi così come sulla composizione degli stessi, includendovi ad esempio i costi dell’impatto ambientale.
Dire che il prezzo “equo” è quello che risulta dal gioco concorrenziale è come dire che la giusta soluzione dei conflitti è l’applicazione della legge del più forte. E’ chiaro che per subordinare il cosiddetto “libero” mercato ai principi fondamentali utili o necessari al conseguimento del benecomune ( = egoismo intelligente ), sarà necessario anche porre limiti e condizioni a questa globalizzazione, per esempio per difendere mercati e produzioni locali, o per preservare l’ambiente e la biodiversità.
Ma occorre anzitutto che ci convinciamo tutti (comunanza d’intenti?), anche Luigi Cavallaro, che il sacrosanto ed ineliminabile egoismo personale confliggerà sempre meno con quello degli altri, quanto più saprà essere intelligente. Proviamoci.