Il socialismo è l’alternativa

Il mondo sta affrontando una crisi economica e finanziaria grave e di grandi proporzioni. Una crisi capitalista, che non può essere separata dalla natura e dalle contraddizioni irrisolvibili del sistema, probabilmente la più grave crisi dalla Grande Depressione del 1929. Come sempre i lavoratori e i popoli ne sono le vittime principali.

L’attuale crisi è l’espressione di una crisi più profonda, intrinseca al sistema capitalistico, che dimostra i limiti storici del capitalismo e la necessità di un suo superamento rivoluzionario. L’attuale crisi rappresenta anche un’enorme minaccia di regressione sociale e democratica e, come la storia ha dimostrato, fornisce una base per movimenti autoritari e militaristi che richiedono più vigilanza da parte dei partiti comunisti e di tutte le forze democratiche e antimperialiste.

Mentre risorse pubbliche milionarie vengono mobilitate per salvare coloro che sono responsabili di questa crisi – il grande capitale, l’alta finanza e gli speculatori – i lavoratori, i piccoli agricoltori, i ceti medi e tutti quelli che vivono del loro lavoro stanno soffocando sotto il peso dei monopoli e si accingono a sperimentare ancor più sfruttamento, disoccupazione, bassi salari e pensioni, insicurezza, fame e miseria.

Grandi campagne di confusione ideologica stanno cercando di nascondere le vere cause della crisi e di ostruire le vie che conducono a soluzioni che rispondano agli interessi delle masse popolari, che favoriscano nuovi rapporti di forza, un nuovo ordine internazionale favorevole alle forze popolari, la solidarietà internazionale e l’amicizia tra i popoli. I principali poteri capitalisti, a cominciare dagli USA, dall’Unione Europea e dal Giappone, attraverso le organizzazioni internazionali da essi controllate – FMI, Banca Mondiale, Banca Centrale Europea, NATO e altri – ed anche mediante la strumentalizzazione dell’ONU, stanno freneticamente lavorando per risollevare il sistema nel breve periodo e per rafforzare i meccanismi dello sfruttamento e dell’oppressione imperialisti.

Ricorrendo a capri espiatori e insistendo su false e fallaci opzioni di “regolazione”, “umanizzazione” e “riforma” del capitalismo, si cerca di cambiare qualcosa perché tutto rimanga come prima. I partiti del Capitale hanno accettato supinamente i dogmi del “Washington Consensus” che hanno alimentato la brutale finanziarizzazione dell’economia. La socialdemocrazia, mascherando la sua resa al neoliberalismo e la sua trasformazione in pilastro dell’imperialismo, tenta un temporaneo ritorno a misure di “regolazione” di tipo keynesiano che lascino intatte la natura di classe del potere e le relazioni di proprietà e che si propongano oggettivamente di togliere spazio all’affermazione di alternative rivoluzionarie da parte dei lavoratori e dei popoli.

Ma questa prospettiva non è inevitabile.

Come altri momenti nella storia hanno dimostrato, i lavoratori e i popoli, se uniti, possono determinare il corso degli eventi economici, sociali e politici, strappare al grande capitale importanti concessioni nell’interesse delle masse, impedire sviluppi che vadano nella direzione del fascismo e della guerra e aprire la strada a profonde trasformazioni di carattere progressista e persino rivoluzionario.

Il quadro internazionale è di profonda acutizzazione della lotta di classe. L’umanità sta attraversando uno dei momenti più difficili e complessi della sua storia; una crisi economica globale, che coincide con una crisi energetica, alimentare e ambientale; un mondo con profonde ingiustizie e disuguaglianze, con guerre e conflitti. Lo scenario è quello di un bivio storico, in cui si manifestano due tendenze in contraddizione tra loro. Da un lato, grandi pericoli per la pace, la sovranità, la democrazia, i diritti dei popoli e dei lavoratori. Dall’altro, immense potenzialità di lotta e di avanzata della causa liberatrice dei lavoratori e dei popoli, della causa del progresso sociale, del socialismo e del comunismo.

I Partiti Comunisti e Operai riuniti nel loro 10° Incontro, realizzato a San Paolo, salutano le lotte popolari che si stanno sviluppando in tutto il mondo, contro lo sfruttamento e l’oppressione imperialisti, contro i crescenti attacchi alle conquiste storiche del movimento operaio, contro l’offensiva militarista e antidemocratica dell’imperialismo.

Sottolineando che la bancarotta del neoliberalismo non rappresenta solo la sconfitta della gestione del capitalismo, ma la sconfitta del capitalismo stesso; convinti della superiorità delle idee e del progetto dei comunisti, affermiamo che la risposta alle aspirazioni di emancipazione dei lavoratori e dei popoli si può trovare nella rottura con il potere del grande capitale e con i blocchi e le alleanze imperialiste, attraverso profonde trasformazioni di carattere antimonopolista e liberatore.

Con la convinzione profonda che il socialismo è l’alternativa, la strada per l’autentica e totale indipendenza dei popoli, per l’affermazione dei diritti dei lavoratori e l’unico mezzo in grado di porre fine alle crisi distruttive del capitalismo, ci rivolgiamo alla classe operaia, ai lavoratori e ai popoli di tutto il mondo, perché si uniscano alla lotta dei comunisti e dei rivoluzionari e perché, uniti attorno ai loro interessi di classe e alle loro giuste aspirazioni, prendano nelle loro mani la costruzione di un futuro di prosperità, di giustizia e di pace per l’umanità. In questo senso, stanno emergendo le condizioni per unire la resistenza e le lotte popolari in un ampio movimento contro le politiche capitaliste di gestione della crisi e contro le aggressioni imperialiste che minacciano la pace.

Certi che è possibile un altro mondo, libero dallo sfruttamento e dall’oppressione di classe del capitale, dichiariamo il nostro impegno a proseguire il percorso storico per la costruzione di una società nuova, libera dallo sfruttamento e dall’oppressione di classe, il socialismo.

San Paolo, 23 novembre 2008

Il 10° Incontro internazionale dei Partiti comunisti e operai

Traduzione di Mauro Gemma per http://www.lernesto.it