All’indomani della riunione del comitato politico nazionale del Prc, l’elaborazione di Bertinotti aggiunge linfa al dibattito interno al partito, impegnato nel percorso unitario a sinistra soprattutto dalla nascita di Sinistra Democratica. Assensi al ragionamento del “padre nobile” di Rifondazione arrivano dal segretario Franco Giordano. «Gli ho parlato direttamente, anche alla luce delle deliberazioni del cpn», spiega Giordano in riferimento al documento della segreteria nazionale approvato dal 90 per cento dell’assemblea di domenica e contenente indicazioni per la costruzione di un «soggetto unitario e plurale» delle sinistre, che non sciolga il Prc, ma che lo metta in stretta relazione con Sd, Verdi, Pdci, oltre che con le forze della società civile che hanno aderito alla Sinistra Europea. Ed è proprio con una parte di queste realtà che incontriamo Giordano, nel pomeriggio di ieri, al dibattito su “La sinistra. Sociale e di movimento” nella “Factory occupata”, vecchio impianto in zona Ostiense, per l’appunto “occupato” a maggio da Giovani Comunisti, Riva Sinistra, Casetta Rossa, studenti medi e pezzi di società civile. «Condivido sia l’urgenza sottolineata da Bertinotti – dice Giordano – sia la necessità di costruire una cultura politica adeguata. Partiamo dallo stesso schema di analisi». Costituente, programma delle sinistre? «Al programma ci stiamo lavorando concretamente – risponde il segretario – sia sul piano della mobilitazione, con la manifestazione unitaria delle sinistre in autunno, sia con il patto d’azione sui temi dell’agenda politica». Accanto gli sta Massimiliano Smeriglio, segretario della Federazione di Roma, che ne approfitta per ricordare che nella capitale il cammino unitario a sinistra «procede bene: dalla prossima settimana si riuniscono specifici gruppi di lavoro per la stesura di un programma comune che guarda alla sfida elettorale delle prossime provinciali».Plaude all’iniziativa di Bertinotti il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore, che vi legge un «contributo ulteriore alla discussione in comitato politico nazionale». Spiega Migliore: «In continuità con il lavoro di questi anni, il Prc può contribuire ad un processo unitario e plurale più grande senza sciogliersi». L’importante, sottolinea, «è non far precipitare in un’ora X» i passi da fare. Tradotto: «E’ strumentale e giornalistico identificare una parola come “costituente” in un’ora X» perchè, continua, «per me “costituente” è ogni atto che rende irreversibile il processo unitario»: dalla «lettera unitaria dei quattro ministri della sinistra di alternativa a Prodi» (in cui si auspicava una «scossa» del governo sulle questioni sociali), fino allo stesso «confronto ravvicinato» tra i soggetti politici a sinistra del Pd. Così come è stato “costituente” nella storia di Rifondazione il «rapporto con i movimenti», aggiunge Migliore, e sarà “costituente” la «manifestazione unitaria in autunno». Quanto al programma: «Come si diceva una volta – precisa il capogruppo – il programma è una bandiera piantata nella testa della gente», per dire che «il processo è più importante di un cenacolo di leader che mettono nero su bianco i loro propositi. Il programma si invera nella costruzione degli spazi pubblici, nella partecipazione dal basso, come stanno facendo le assemblee della sinistra fiorentina con Paul Ginsborg». Che hanno già prodotto un “manifesto” in dieci punti.Anche il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena si dice «d’accordo» con Bertinotti e sottolinea: «Rifondazione deve stare dentro la forza unitaria senza negarsi: l’identità comunista non deve essere percepita in maniera statica e museale, non va sfibrata ma ricollocata». Proprio per questo, «il Prc, con la sua “rifondazione” su non-violenza, critica al potere, internità ai movimenti è un dato di innovazione forte per il percorso unitario a sinistra». Al coordinatore della segreteria nazionale Walter De Cesaris piace l’accento di Bertinotti sulla necessità di investire l’esperienza della Sinistra Europea nel percorso unitario e «il collegamento tra la drammaticità della situazione e la necessità di costruire l’unità non come processo politicista, ma mettendo i piedi nel piatto dello scontro sociale e politico». I riferimenti non mancano, come testimonia il braccio di ferro in corso nel governo sulle pensioni. «Poi, potrà essere un’unità modello Flm o una confederazione… Non dobbiamo mettere il carro davanti ai buoi, ma compiere dei passi subito», continua De Cesaris.Soddisfatto Alfonso Gianni, che non ha mai nascosto le sue simpatie per la fondazione di un soggetto unico delle sinistre subito. Per lui «l’elemento importante da cogliere nel discorso di Bertinotti è proprio quello dei tempi: la politica non può prescindere dal quando e dal come e Fausto dice ora, subito». Chi invece vorrebbe vederci più chiaro è Claudio Grassi, che in cpn ha votato il documento della maggioranza, seppur critico con le valutazioni sul congresso di Venezia. Nel discorso di Bertinotti «c’è un’accelerazione sul partito unico della sinistra che non condivido e che è stato escluso dalle deliberazioni del cpn. Per noi fa fede quanto deciso collettivamente, sembrerebbe però che posizioni che non erano in campo nel dibattito, sono evidentemente in campo». All’attacco invece l’ex grassiano Fosco Giannini dell’Ernesto: «Sull’andare “oltre Rifondazione” il gruppo dirigente dice e non dice». E vede «confusione» anche Salvatore Cannavò di Sinistra Critica: «Bertinotti spiega bene un progetto che non condivido e che dentro il partito è annebbiato».