www.resistenze.org – pensiero resistente – movimento comunista internazionale – 19-08-08 – n. 239
da Partito Comunista Portoghese – www.pcp.pt/index.php?option=com_content&task=view&id=32410&Itemid=537
Traduzione dal portoghese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Nota del Ufficio Stampa del PCP
Il PCP deplora profondamente la perdita di vite umane e la distruzione causata dal conflitto militare nel Caucaso. Chiede la fine delle ostilità, essenziale per l’avvio dei negoziati di pace tra Russia e Georgia che, secondo il parere del PCP, dovrebbero essere svolti nell’ambito delle Nazioni Unite in base ai principi del diritto internazionale, del rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati membri e della non interferenza negli affari interni.
Gli sviluppi militari e diplomatici degli ultimi giorni confermano che questo conflitto non può essere considerato unicamente alla luce delle questioni di sovranità e integrità territoriale dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia. E’ in primo luogo un’espressione concreta delle attuali tendenze della situazione internazionale segnata da una nuova corsa alle armi, dalla crescente militarizzazione delle relazioni internazionali e dall’aumento degli episodi di tensione e di conflitto militare fomentati dai membri della NATO e dai suoi alleati, in funzione di dominio geostrategico di importanti aree del globo e di controllo dello sfruttamento e del trasporto delle risorse naturali come gas e petrolio.
Da tempo il PCP ha rilevato che una crescita del carattere offensivo della NATO, attraverso la sua estensione sino ai confini con la Russia, il crescente confronto tra Stati Uniti e NATO con Russia e Cina, la militarizzazione dell’Unione europea, la distruzione dei trattati fondamentali per l’equilibrio strategico globale e del Trattato ABM con l’installazione del sistema di difesa antimissile americano in Europa orientale, la costante minaccia di Stati sovrani come l’Iran, il mantenimento dell’illegale e criminale guerra in Iraq e Afghanistan, così come il contributo in armamenti da parte degli Stati Uniti e Israele alla Georgia, rappresentano fattori esplosivi di instabilità e rendono evidenti le radici di questo conflitto.
Ribadendo la sua posizione di principio contro le violazioni della sovranità e dell’integrità territoriale degli Stati ed il prevalere della diplomazia nella risoluzione dei conflitti, il PCP allo stesso modo ricorda che è stata la Georgia – principale alleato degli Stati Uniti nella regione del Caucaso, dove stazionano grandi contingenti militari nordamericani ed il cui territorio, ivi compresa l’Ossezia del Sud, ha un importante valore strategico in termini di controllo del gasdotto Baku-Tbilisi-Ceyhan – ad iniziare le ostilità militari attaccando un territorio posto sotto egida OSCE e mandato della Comunità degli Stati indipendenti, in cui sono presenti forze di stabilizzazione internazionale composte da militari russi, ossetini e georgiani. Una manovra che, in nessun caso, avrebbe potuto essere decisa senza il placet degli Stati Uniti ed è indicativo della politica attuale del governo georgiano, di sottomissione agli Stati Uniti e alla NATO, la crescente militarizzazione della regione, il conflitto tra Russia e paesi vicini, l’incitamento al conflitto etnico.
Questo conflitto militare e le relative dichiarazioni politiche mostrano – e servono da monito – i pericoli derivanti dalla politica della sistematica violazione del diritto internazionale e della manipolazione delle Nazioni Unite da parte delle grandi potenze imperialiste mondiali. Sono la dimostrazione pratica degli effetti che la precedente guerra di disintegrazione della Jugoslavia, l’istigazione e la protezione militare per la secessione del Kosovo dalla Serbia hanno sull’attuale situazione internazionale. Pericoli sui quali il PCP, a tempo debito, ha attirato l’attenzione e confermano, in ogni caso, la validità della richiesta del PCP del non riconoscimento da parte del governo portoghese della pseudo-indipendenza del Kosovo.
Il PCP mette in guardia sui pericoli di un’estensione del conflitto in tutta la regione dell’Eurasia e del Medio Oriente e sulle conseguenze che l’intensificarsi del braccio di ferro tra la NATO e la Russia o qualsiasi provocazione militare nel Medio Oriente potrebbero avere sulla sicurezza mondiale.
Invita il governo portoghese a tenere una posizione di difesa della pace, di non ingerenza e volta alla rimozione di tutte le truppe della NATO dalla regione del Caucaso, come passo necessario di distensione. Richiama l’attenzione affinché questo conflitto non serva come pretesto per accelerare ulteriormente la militarizzazione della regione del Caucaso, per l’installazione di forze militari USA e NATO in territorio georgiano o ad una prassi di ingerenza politica ed economica e di controllo e geostrategico della regione da parte delle grandi potenze della NATO.