Il Pcf risale all’ 8,8%. Smentita la tesi del “declino ineluttabile”

Il Pcf risale all’ 8,8%. Smentita la tesi del “declino ineluttabile”

Il risultato nazionale delle elezioni cantonali è pressoché totalmente occultato nei principali media, i quali si accontentano di menzionare il totale dei voti della Sinistra e della Destra. E invece il dettaglio del voto, partito per partito è di grande interesse: in particolare, i candidati del Pcf hanno raccolto l’8,82 dei suffragi espressi. Questo risultato è tanto più significativo in quanto, nell’immensa maggioranza dei casi, i candidati comunisti si confrontavano con candidati socialisti. Notiamo altresì che il Pcf era presente soltanto in 1248 cantoni su 1918 (nel 2001 era stato presente in 1615 cantoni).
Rispetto al 2001, il partito arretra leggermente dello 0,9. Ma in rapporto alle cantonali del 2004 avanza dell’1%, mentre il Ps ristagna. Il Pcf conferma questo buon risultato nelle elezioni municipali, nelle città dove ha presentato liste di coalizione senza il Ps.
Per i comunisti, nei mesi che verranno – per le lotte come per la preparazione del Congresso di fine anno – questi risultati sono ricchi d’insegnamento. La tesi del “declino ineluttabile” ripresa da numerosi dirigenti è chiaramente smentita. L’8,8 per un partito di cui si dichiara l’estinzione non è male! Il nome e la storia del Pcf sono lungi dall’essere un residuo per una grande parte di elettori e per il mondo del lavoro.
Vediamo che già alcuni partigiani della sparizione del Pcf cercano di relativizzare questi risultati e di dire che essi sarebbero dovuti al carattere locale delle elezioni, al prestigio personale dei candidati. Ma proprio un tale ancoraggio nei 1248 cantoni attesta che il partito continua ad avere un radicamento nazionale e, d’altra parte, lo scarto con il risultato delle presidenziali è troppo grande per convalidare questa loro analisi. Su una sola metà del Paese – e malgrado il 15% di astensione supplementare – i candidati del Pcf alle cantonali raccolgono un milione e 166 mila voti, mentre la segretaria del Pcf Marie-George Buffet (ascrivibile all’area “liquidazionista” – N.d.R.) su tutto il territorio nazionale non ha raccolto che 707 mila voti.
Queste elezioni cantonali pongono ancora una volta in evidenza la responsabilità delle scelte strategiche della Direzione nazionale nell’indebolimento del Partito. A titolo di paragone, nelle cantonali del 1982, il Pcf aveva ottenuto il 15,9% dei voti, poco più di quanto aveva preso Gorge Marchais alle presidenziali di un anno prima (15,3%). Ciò che il Pcf rappresenta, l’impegno dei suoi militanti, ha ridato la sua utilità al voto comunista: per esprimere il rigetto di una politica al servizio del Medef (la Confindustria francese – N.d.R.) e la volontà di opporvisi. (…)

* Traduzione di Bruno Steri
Articolo originale: http://vivelepcf.over-blog.fr/article-17609793.html