Il PCdoB sull’organizzazione del Partito

traduzione di Milena Fiore

I COMUNISTI BRASILIANI ORGANIZZANO UN INCONTRO NAZIONALE PER UN PARTITO MILITANTE

Si sta svolgendo in questo fine settimana (15-17 aprile) a San Paulo, un altro incontro nazionale del PCdoB. L’obiettivo è affrontare le sfide nel campo dell’Organizzazione, per superare le carenze e le lacune tipiche del periodo di espansione delle sezioni del partito e di un’epoca in cui è enorme la confusione politica e ideologica. I comunisti durante la manifestazione affronteranno anche le questioni relative a vari aspetti della lotta volta ad affermarsi come corrente politica indipendente.

Di José Reinaldo Carvalho*

Nella fase attuale, in cui il sistema dei partiti politici sta mostrando segni di esaurimento, in cui i partiti sono creati per riorganizzare le forze politiche di centro-destra e qualcuno cambia partito come se cambiasse una camicia nella nostra lunga estate, resta il fatto politico notevole che i comunisti dimostrano la loro resistenza come forza organizzata e attiva e cercano il cammino più adeguato alla loro struttura, insieme con l’impegno per l’affermazione politica e ideologica. Una lunga esistenza di novant’anni, che saranno celebrati il 25 marzo del prossimo anno.

L’incontro sulle Questioni del Partito, preparato rapidamente durante i primi tre mesi di quest’anno, a partire dai bilanci presentati all’interno della direzione nazionale sull’azione politica e sull’organizzazione del grande collettivo comunista, può equivalere, dal punto di vista politico e organizzativo, per l’ampiezza dei temi in discussione, a una conferenza nazionale. Oppure può anche dare luogo a una sua convocazione.

L’incontro potrà decidere il momento, definire la direzione, stabilire le norme, gli obiettivi e le procedure per preparare il PCdoB a un salto di qualità. Aprirà, senza dubbio, un periodo nuovo nella vita del partito, che può diventare più dinamico, più flessibile, più agile, più organizzato ed efficace, con una capacità di azione politica nelle battaglie immediate, e portare avanti il popolo brasiliano per la liberazione nazionale e sociale. È per questo – lottare per profondi cambiamenti politici e sociali – che serve un partito rivoluzionario e comunista.

Questo è vero, in primo luogo, per quanto riguarda il compito politico immediato dei comunisti, che è quello di stimolare il governo del presidente Dilma Rousseff a unire la sua base politica e il popolo brasiliano per apportare le riforme che la nazione reclama. Questa era la idea-forza della memorabile campagna elettorale del 2010. All’ordine del giorno sono le riforme strutturali – politica, agraria, urbanistica, dell’istruzione, del fisco e dei media – essenzialmente democratiche e potenzialmente capaci di aprire la strada per portare il Brasile – come dice il programma del partito approvato in occasione della 12° Congresso (2009) – a un nuovo “salto di civiltà”.

Cosolidamento elettorale

Su questo punto, l’incontro svolgerà un decisivo ruolo nella preparazione dell’agenda comunista per la lotta politico-elettorale del prossimo anno, che mobiliterà le forze politiche del paese nella selezione dei sindaci e dei consiglieri in più di cinquemila comuni. È un’opportunità per i comunisti per presentarsi al popolo, discutere, descrivere le loro proposte con un linguaggio chiaro, al fine di affrontare i problemi politici e amministrativi con cui si scontra la popolazione nelle piccole e medie città e nelle grandi metropoli. È una tappa indispensabile nel processo di accumulazione delle forze del PCdoB, un fattore essenziale per il raggiungimento dell’autonomia elettorale e dell’indipendenza politica.

Dall’esito dell’Incontro del partito di questo fine settimana potranno emergere misure organizzative e politiche che mettano il PCdoB in grado di aspirare al governo di molte città nel 2012, incluse le capitali degli stati.

L’identità comunista

La proiezione storica dell’incontro sulle Questioni del Partito va oltre la contingenza politica ed elettorale. Essa diventa esplicita se viene vista nel contesto dell’evoluzione del PCdoB negli ultimi quindici anni.

Fu nel 1997, con il 9° Congresso, che il PCdoB avviò il processo di rinnovamento politico-ideologico e modernizzazione organizzativa, concetti che, nelle sue sezioni e nella direzione, non hanno mai significato la negazione dei principi, l’abbandono della identità, il revisionismo storico né la rinuncia al percorso rivoluzionario. “Costruire un partito comunista basato sui principi, con caratteristiche moderne”, diceva allora il compianto compagno João Amazonas.

Fu in questo senso che i comunisti avanzarono nella formulazione e nell’applicazione di una tattica al tempo stesso combattiva e flessibile, contribuirono a eleggere Lula, entrarono nel suo governo, assunsero maggiori responsabilità politiche verso la nazione e il popolo, approvarono un nuovo programma che l’attuale presidente del PCdoB, Renato Rabelo, sintetizza definendolo un “percorso socialista e un cammino concreto”. La tattica al servizio della strategia, dunque.

In questo quadro, le discussioni sugli aspetti organizzativi restano indissolubilmente legate alla prospettiva strategica e alla missione storica dei comunisti. In parte perché, dato che essi non ritengono che “il futuro sia di pertinenza di Dio”, si preparano ad agire in qualsiasi circostanza. Niente indica che l’evoluzione del processo politico si svolgerà come in un mare di rose. Ci sono segni della crisi del capitalismo e l’aggravarsi dei problemi globali, rispetto a cu i comunisti assumeranno un grande impegno, molto, molto maggiore di quanto possiamo immaginare, per affrontare i grandi scontri e comattere dure battaglie, fianco a fianco con il popolo brasiliano e le forze politiche sorelle, contro l’imperialismo e le classi dominanti reazionarie.

Il documento presentato dalla direzione nazionale per la discussione e l’approvazione nell’Incontro sul problema del Partito chiama alla costruzione di un partito di militanti, di quadri e di massa. Partito di lotta e per la lotta. Compito gigantesco, che supera gli sforzi di Ercole. Anche in questo caso, nulla sarà fatto senza un’impronta e un’essenza politica e ideologica, senza la consapevolezza di ogni militante e una chiara prospettiva strategica.

A tutti gli effetti, i comunisti si dotano di un partito diverso dai tradizionali partiti politici, per una semplice ragione: la sua missione storica è il nascita di un sistema politico, economico e sociale opposta a quella che difendono gli altri partiti. Nel pensiero leninista, come in quello gramsciano, l’esistenza del partito comunista ha a che fare in ultima analisi, con questo: guidare la classe operaia nella lotta storica per una nuova società, il socialismo, fornire a questa classe lo strumento politico e organizzativo per intraprendere questa grande traversata.

Pertanto, discutere dell’organizzazione presuppone anche riaffermare l’identità comunista del PCdoB. Identità che non è, ovviamente, una enunciazione, un marchio o una effigie, ma si esprime nella vita quotidiana, nelle attività quotidiane, negli scontri politici grandi e piccoli, economici, sociali e culturali del popolo. È come il DNA che determina il percorso della vita, una sorta di bussola per orientare i militanti, un’indicazione per la via e la direzione rivoluzionarie, per una accumulazione duratura delle forze con un intelligente senso strategico. Tra i militanti comunisti è diventato qualcosa di naturale pensare che il “PCdoB è di lotta” e “dove c’è la lotta c’è il PCdoB”.

*Segretario nazionale Comunicazione del PCdoB