Il PC Sudanese preoccupato per le conseguenze del referendum sull’indipendenza del Sud-Sudan

traduzione dal francese di Massimo Marcori per l’Ernesto online

Alla vigilia del referendum, che ha visto la vittoria dei fautori dell’autodeterminazione del Sud Sudan, il PC Sudanese ha diffuso la seguente dichiarazione:

L’ufficio politico del Comitato Centrale del Partito comunista sudanese ha discusso la proposta fatta dal presidente del Sudan in occasione della Giornata dell’Indipendenza, nel suo discorso del 3 gennaio 2011. Il presidente ha chiamato alla costituzione di un largo movimento di unità nazionale per dirigere il paese dopo l’annuncio dei risultati del referendum del Sud-Sudan. L’Ufficio politico è giunto alle conclusioni seguenti:

In primo luogo, il Sudan sta attraversando la più complessa e decisiva fase della sua storia moderna. Entro pochi giorni, il paese si impegnerà nel processo di referendum sull’autodeterminazione del Sud-Sudan. Ci sono segnali dopo la dichiarazione dei due interlocutori, NCP (Partito del congresso nazionale) e SPLM-SPLA (Movimento di liberazione del Sud-Sudan) che lasciano presagire che la maggioranza della popolazione del Sud-Sudan sceglierà l’indipendenza. Ciò avrebbe conseguenze cruciali e vitali che colpirebbero l’insieme del paese, quali l’angoscia e il timore del ritorno alla guerra e alla violenza.

I principali componenti della coalizione governativa di pseudo unità nazionale hanno escluso unilateralmente le altre forze politiche e hanno loro negato ogni partecipazione autonoma nel dibattito sulle questioni importanti dell’unità e della governabilità del paese. Con la collaborazione della comunità internazionale, essi hanno concluso il trattato di Naivasha (Trattati firmati nel gennaio 2005 che mettevano fine alla seconda guerra civile sudanese) senza concludere prima un accordo sulla questione di Abiyai (regione frontaliera tra il Sud e il Nord del Sudan ricca di petrolio e contestata dalle due parti). E’ una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in ogni istante. Inoltre, c’è la minaccia di aumento della violenza nel Darfur e l’incertezza attorno alle regioni del Kordofan del sud e del Nilo Blu. E le condizioni di vita della popolazione non smettono di deteriorarsi, con un numero sempre più importante di disoccupati, e un colossale numero di impiegati della funzione pubblica e dell’esercito licenziati, con un livello di corruzione senza precedenti.
In secondo luogo, questa situazione disperata rende necessaria un’azione immediata di tutte le forze politiche del Sudan, affinché ravvivino il loro patriottismo e mettano da parte i meschini interessi di parte, e perché sia lanciato un appello all’unità di tutte le forze politiche sudanesi, al fine di realizzare tutti gli sforzi possibili affinché il paese si diriga verso una soluzione pacifica e si assicuri un futuro.
Per giungere a tale conclusione auspicata, il PC Sudanese fa appello alle seguenti iniziative:

– Riesame completo di tutti gli attuali accordi costituzionali immediatamente dopo l’annuncio dei risultati del referendum e proposta di una nuova valutazione della struttura politica dello Stato e dei metodi di governo al Nord.

– Queste proposte di emendamenti dovrebbero essere discusse e redatte in occasione di una Conferenza costituzionale che comprenderebbe tutte le forze politiche, le associazioni della società civile e delle organizzazioni nazionali, e dovrebbe svolgersi entro il 9 luglio 2011.

– Lo Stato dovrebbe essere guidato da un Governo nazionale provvisorio rappresentante di tutte le forze politiche senza eccezione con il preciso obiettivo, oltre alle normali attribuzioni e funzioni, di organizzare, convocare e supervisionare la Conferenza istituzionale sopra menzionata e di tenere elezioni legislative democratiche alla fine del suo mandato.

Il Partito comunista sudanese richiama l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sul futuro cupo che si annuncia per il paese, e lancia un appello generale al fine di raccogliere le enormi sfide che si prospettano per l’intera nazione.

Ufficio politico del Partito comunista sudanese – 3 gennaio 2011