IL PARTITO COMUNISTA CINESE E LA TEORIA DEI “PROFONDI CAMBIAMENTI”

Mentre i marxisti e la sinistra antagonista occidentale dormono sonni profondi in campo teorico, almeno nella loro maggioranza, il partito comunista cinese (PCC) continua il suo lungo lavoro di ricerca innovativa sul fronte ideologico-culturale.

Alla fine di novembre del 2009, il compagno Hu Jintao -segretario generale del PCC- ha esposto un nuovo lavoro collettivo di approfondimento del partito in campo teorico, e cioè la teoria dei “profondi cambiamenti” in materia di politica internazionale contemporanea.

Hu Jintao ha premesso che il mondo contemporaneo “sta affrontando cambiamenti storici senza precedenti” e che pertanto in modo dialettico “il nostro tempo è pieno sia di opportunità, che di sfide”, di pericoli: a suo avviso diventa urgente e necessario sviluppare il pensiero strategico dei comunisti cinesi con una serie di “punti fondamentali” che corrispondano alle tendenze/controtendenze fondamentali formatesi all’inizio del XXI secolo, rispondendo a tutti i problemi contemporanei e portando il PCC in posizione di avanguardia teorica nel nostro tempo.

Primo punto: la situazione internazionale, secondo Hu Jintao, sta continuando a cambiare in modo profondo ed omnicomprensivo con il declino delle tendenze unipolari ed egemoniche (si legga, a nostro avviso, imperialismo statunitense), in un quadro generale nel quale la prospettiva del multipolarismo su scala planetaria sta invece diventando sempre più reale e forte.

In secondo luogo, l’ascesa di alcuni dei più grandi paesi del mondo in via di sviluppo, a partire dalla Cina e dall’India, sta diventando per il PCC un trend molto importante all’interno dell’arena internazionale: analisi a nostro avviso corretta, che tra l’altro conferma una previsione contenuta nell’ultimo libro di Lenin (”Meglio meno, ma meglio” del marzo 1923) sull’Asia.

Ma, terzo nodo fondamentale, la posizione di superiorità detenuta dai paesi sviluppati (USA, Europa di Maastricht, Giappone) in termini di potenza globale e competenze/conoscenze non è ancora cambiata: questi ultimi stanno facendo del loro meglio, secondo il corretto giudizio del PCC, per mantenere ed espandere il “vecchio ordine mondiale” che è favorevole per loro, e cercano di tutelare i loro principali interessi politici ed economici “con ogni mezzo possibile”: in sintesi, essi svolgono ancora un ruolo molto importante nella politica internazionale, non certo positivo.

La parola e categoria di imperialismo aleggia nell’aria, anche se non è pronunciata apertamente…

Quarto punto fondamentale: a giudizio di Hu Jintao, la scienza e la tecnologia stanno diventando la principale forza motrice nella promozione del progresso su scala mondiale.

Non solo la scienza e la tecnologia contemporanea stanno compiendo dei passi in avanti “stupefacenti” (ignorati da larga parte della sinistra antagonista, a nostro avviso) e producendo un aumento enorme della produttività mondiale, ma stanno anche determinando un impatto importante nel campo della politica, della cultura e dei rapporti di forza militare, sempre secondo il documento del PCC.

Sotto tutti questi aspetti e campi d’azione, oltre che naturalmente sotto quello economico, l’alta tecnologia di tipo strategico (supercomputer, nuove fonti energetiche, ricerca spaziale, telecomunicazioni, biotecnologie ed ingegneria genetica, nanotecnologie, ecc.) secondo il PCC sta diventando non solo il fattore determinante nello sviluppo economico e sociale, ma anche e soprattutto il punto focale nella competizione relativa alla potenza globale ed ai rapporti di forza su scala internazionale.

In forma creativa, si riprende pertanto la tesi di Lenin sull’importanza del successo nello sviluppo della produttività sociale per l’affermazione/sconfitta in ultima istanza dei sistemi socioeconomici, capitalismo e socialismo in testa (”la grande iniziativa”, giugno 1919).

Quinto nodo centrale: se la tendenza verso un mondo multipolare è irreversibile anche sul piano politico-internazionale, a giudizio del PCC anche “l’egemonismo” (si legga imperialismo statunitense) e le “politiche di potenze vedono nuovi sviluppi e nuovi modi di manifestazione”. Un’allusione all’amministrazione Obama, neanche tanto velata? Crediamo che la risposta sia positiva.

Non a caso, aggiunge Hu Jintao rispetto alla dinamica del rapporto di forze globale su scala internazionale,un modello di base che descrive un “forte nord del pianeta ed un debole sud, un forte Ovest ed un debole Oriente” è presentato su vasta scala ed in tutto il mondo:. pertanto la polarità dialettica tra tendenze multipolari e controtendenze egemoniste viene indicata come uno degli assi della dinamica politico-sociale internazionale del Ventunesimo secolo.

Sesto punto fondamentale: se da un lato il progresso tecnologico e scientifico, che riguarda anche e soprattutto il settore economico-cognitivo e quello delle informazioni, è inarrestabile, anche in questo settore gran parte del mondo in via di sviluppo è posta forzatamente in una “posizione sfavorevole”, con un grande handicap rispetto ai paesi del nord del pianeta.

Settimo nodo. Sul piano ideologico-culturale, se il rispetto reciproco tra le diverse culture e civiltà mondiali si sta progressivamente affermando, “i paesi occidentali stanno intensificando l’esportazione delle loro ideologie, sistemi sociali e modelli di sviluppo “, oltre a “istigare tutti i generi possibili di rivoluzioni colorate” secondo il (corretto) giudizio del PCC.

Ottavo punto centrale: sebbene la tendenza alla pace ed allo sviluppo stia prendendo sempre più piede nelle relazioni internazionali, “i conflitti e le guerre locali non si fermano”, mentre certi “temi caldi”(allusione evidente a Palestina,Iraq/Afghanistan, ecc.) non possono “rimanere ancora irrisolti per lungo tempo”.

Secondo il PCC, permane in sostanza la popolarità dialettica tra pace e guerra anche all’inizio del terzo millennio.

A nostro giudizio, il materiale collettivo presentato da Hu Jintao costituisce un’interessante contributo con un’evidente carica antimperialista, seppur espressa in termini e forme molto caute.

Un mondo in via di cambiamento radicale…

L’ascesa pacifica di Cina ed India…

Lo scontro tra tendenze e controtendenze in campo internazionale (egemonismo/multipolarismo, ecc.)…

L’eccezionale importanza attribuita all’alta tecnologia di tipo strategico, anche rispetto al processo di trasformazione dei rapporti di forza internazionali…

La pesante ed aperta critica all’esportazione del modello occidentale e capitalistico in tutto il mondo…

Carne al fuoco, sia da commentare che da criticare, ve n’è in quantità. Pertanto facciamo una “modesta proposta”, per seguire in parte la terminologia di J. Swift (che proponeva di … mangiare i bambini): e se i comunisti italiani aprissero nel 2010 una discussione a tutto campo su questi temi, interagendo e dialogando in piena autonomia con il partito comunista cinese?

Tra una mangiata di bambini e l’altra, ovviamente…

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Fonte: “President Hu elaborates the theory of profond changes”, in english.cpc.people.com.cn

2 gennaio 2010

www.lacinarossa.net