Il mondo della pace non è stato zitto contro la finanziaria di guerra e l’aumento delle spese militari. La denuncia di Alex Zanotelli si rivolge giustamente contro il comportamento dei parlamentari della sinistra radicale che si arrampicano sugli specchi per giustificare il loro voto “ai crediti di guerra” e si rivolge anche contro la stampa cosiddetta di sinistra che ha dato poco spazio a questo scandalo. Ma caro Manifesto, caro Alex, c’è una realtà che sfugge anche al vostro sguardo; in questo momento ci sono in Italia centinaia di pacifisti che girano nelle piazze e nelle strade per sostenere una legge di iniziativa popolare per il disarmo che imporrebbe, se approvata, una drastica riduzione delle servitù militari e delle spese militari connesse -come quelle legate agli Eurofighter depositati a Grosseto, quelle dei cacciabombardieri F35 da assemblare a Novara, quelle legate al contributo del 40 % per la gestione delle basi militari straniere in italia, quelle legate alla prima fase dei lavori per la base Dal Molin di Vicenza. E a proposito di Novara, il 4 novembre si è svolta una manifestazione contro gli F35, proprio nel giorno in cui si glorificavano le Forze Armate. Noi eravamo lì a marciare fino a Cameri, a contestare le spese di guerra e le scelte di guerra. Noi, cioè le reti che si vanno costruendo in italia nell’era del governo amico: la rete Semprecontrolaguerra, la Rete Disarmiamoli, il coordinamento NOF35, per andare al movimento di Vicenza ed a tutte le altre realtà di lotta sui territori contro le basi e il riarmo, che sono numerose ancorchè invisibili. E il 9 novembre, giorno dello sciopero generale dei sindacati di base, si è scioperato su una piattaforma che richiedeva fortemente il taglio delle spese militari e la loro conversione in spese sociali. E quando a Vicenza si sono fatti i blocchi all’aeroporto Dal Mollin contro l’inizio dei lavori, abbiamo fatto un sit-in di protesta sotto il governo a Roma per sostenere la lotta di Vicenza e tanti sit-in e presidi in tutta Italia si sono svolti in quei giorni, nel silenzio mediatico che ci avvolge. Il mondo della pace non è quello che un tempo conoscevamo, fatto di quelle associazioni storiche come l’Arci o la Tavola della Pace che oggi tacciono per coprire gli amici del governo e i loro crediti di guerra. Oggi stanno nascendo nuove iniziative e movimenti contro la guerra senza se e senza ma e, proprio per dare continuità a queste lotte e ottenere finalmente visibilità, ci ritroveremo domenica prossima a Roma per una Assemblea Nazionale contro la guerra. Una assemblea che produrrà la nostra agenda di lotte, il nostro urlo contro le spese militari, contro le basi militari, contro le missioni di guerra.
Nella Ginatempo
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