Il mistero dell’Hub militare di Pisa

Sull’Hub nazionale delle forze armate all’aeroporto militare di Pisa «al momento non c’é alcuna decisione presa»: lo ha dichiarato Ignazio La Russa in visita ufficiale nella città, precisando che «di questo ancora non parlo perché voglio avere prima tutti i dettagli della vicenda; solo in un secondo momento affronterò la questione in una conferenza stampa specifica».

Il ministro della difesa smentisce così l’annuncio ufficiale, fatto il 2 agosto dal portavoce della 46a Brigata aerea, maggiore Giorgio Mattia: entro il 2013 diverrà operativo, nell’aeroporto militare di Pisa, l’Hub nazionale da cui transiteranno tutti i reparti inviati nelle diverse missioni internazionali, in grado di movimentare fino a 30mila militari al mese, perfettamente equipaggiati (il manifesto, 4 agosto). Pisa – ha precisato il generale Stefano Fort, comandante della 46a Brigata aerea – è stata scelta perché il suo aeroporto, già base degli aerei da trasporto C-130J, è ottimamente collegato alla rete autostradale, ferroviaria e marittima. La base pisana, ha aggiunto, avrà anche compiti di stoccaggio per un tempo prolungato di materiali che dovranno essere impiegati fuori area.

Tutto stabilito, dunque, come conferma il fatto che l’aeronautica militare ha pubblicato, il 3 agosto, un avviso di gara per la fornitura di mezzi, equipaggiamenti e sistemi per «il costituendo Hub aereo nazionale presso l’aeroporto militare di Pisa». Perché allora, un mese e mezzo dopo l’annuncio ufficiale, il ministro della difesa dichiara che non c’è alcuna decisione presa e ammette di non conoscere tutti i dettagli del progetto? Le ipotesi possono essere diverse. Il ministro della difesa non era stato consultato ed è stato messo di fronte a un progetto già deciso? Oppure vi ha partecipato ma è stato scavalcato dall’aeronautica militare, che si è precipitata a dare l’annuncio mentre lo avrebbe dovuto fare il ministro? Oppure sono cambiate alcune condizioni ed è necessario rivedere il progetto?

Non si deve dimenticare che, seduto al tavolo progettuale, c’è il convitato di pietra: il comando della limitrofa base Usa di Camp Darby, che recentemente è stata potenziata con un nuovo gigantesco complesso di depositi ed edifici, per una superficie di oltre 40mila metri quadri (come 7 campi nazionali di calcio). Il fatto che si intende costruire a Pisa un Hub in grado di movimentare ogni mese un numero di militari pari al triplo di quanti l’Italia ha dislocati all’estero, indica che la struttura può essere usata anche dalle forze armate statunitensi.

Sicuramente preoccupato sarà il sindaco di Pisa Marco Filippeschi (Pd). Dopo aver annunciato soddisfatto che la base Usa di Camp Darby ha «importanti prospettive» e che «gli americani vogliono continuare a investirci», ha dichiarato che l’Hub militare «non può che essere un onore per la nostra città». Quale disonore se ora non venisse più costruito.

(il manifesto, 16 settembre 2010)