«Il ministero del Lavoro ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato per fare ricorso al Consiglio di Stato: per noi la causa Atesia deve andare avanti». Risponde così la sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi alla denuncia dei lavoratori Atesia sul presunto «arenamento» dei verbali ispettivi dell’estate scorsa. Verbali contro cui l’azienda di call center del gruppo Cos aveva fatto ricorso al Tar, e che il Tribunale del Lazio aveva sospeso. «Ricordiamo comunque – continua la sottosegretaria Rinaldi – che il Tar ha sospeso i verbali per motivi formali e non di merito». Entra nei dettagli Giovanni Battafarano, capo della segreteria tecnica del ministero: «Appena il Tar ha sospeso i verbali – spiega – abbiamo subito scritto all’Avvocatura per impugnare la sospensiva. L’Avvocatura, che ha una sua autonomia, ci ha risposto che a suo parere non si sarebbe dovuto resistere, e nonostante questo abbiamo chiesto una seconda volta di impugnare, per non disperdere i risultati delle ispezioni. E’ chiaro che la nostra richiesta è condivisa dal ministro Damiano. Ora siamo in attesa del secondo parere».
Proprio su quest’ultimo punto i lavoratori del Collettivo precari Atesia, che ieri hanno scioperato e protestato in circa un centinaio davanti al ministero, sono più dubbiosi: «Non vorremmo che il parere dell’Avvocatura fosse un modo per scaricare le responsabilità e sottrarsi al ruolo politico del ministero», ci spiegano dopo aver incontrato lo stesso Battafarano. Il Collettivo contesta il recente accordo di stabilizzazione assistito dalla finanziaria: «Ci viene imposto un orario di sole 20 ore settimanali con un netto di 550 euro al mese, e dall’altro lato dobbiamo firmare liberatorie per rinunciare ai salari pregressi. La ricostruzione dei contributi non è realizzata equiparandoci a subordinati full time, ma ci viene riconosciuta la differenza tra l’aliquota da parasubordinati e dipendenti solo in base agli orari fatti a cottimo, dunque solo per le ore effettivamente lavorate. Per giunta il tutto sarà versato alla cassa separata dell’Inps: la ricongiunzione ce la dovremo pagare noi. Così la Cos risparmia ben 70 milioni di euro di contributi che ci deve, e al posto suo paga in gran parte lo Stato: le conclusioni dell’ispettorato, al contrario, impongono la restituzione totale del pregresso».
Dall’altro lato, i sindacati confederali difendono le stabilizzazioni siglate: i part time hanno turni rigidi e a fine anno si tratterà per aumentare le ore di lavoro.