«Il mancato accordo Ulivo-Prc? Colpa dei Comunisti italiani»

Nel Pdci si è fatto prevalere «l’interesse particolare, se non personale» su quello della coalizione, e di questo i vertici del partito «devono risponderne» in quanto le loro responsabilità sono «gravissime». A parlare è il capogruppo dei Comunisti italiani, Tullio Grimaldi, che in una lettera ad Armando Cossutta attacca coloro che, da un lato, portano avanti una sterile competizione con Rifondazione e, dall’altro, hanno bloccato qualsiasi possibilità di crescita, così che alcuni sono rimasti con una visione contemplativa del passato, mentre altri hanno pensato solo a sfruttare nome e simbolo». Il dato elettorale, prosegue il capogruppo dei Comunisti italiani, rivela il “fallimento” di una “operazione ambiziosa”. «Il centrosinistra ha perso le elezioni – rimarca – ma è pretestuoso attribuire al solo Bertinotti la responsabilità di aver consegnato la vittoria alle destre. Il mancato accordo con Rifondazione – ammette Grimaldi – è stato indubbiamente la causa di questo, ma proprio i vertici del Pdci hanno impedito qualsiasi intesa, fino all’ultimo minuto, quando era ancora possibile e Rifondazione si era mostrata disponibile, con un protervo accanimento estraneo alla tradizione comunista». Grimaldi denuncia il fatto che si sia fatto prevalere «l’interesse particolare, se non personale, su quello di coalizione, mentre si giocava una partita decisiva per la sorte del Paese». Di questo, attacca, «i vertici del Pdci devono rispondere, più che ai propri iscritti, al popolo della sinistra, specie quando si parla di unità». Ed ancora. «La gestione personale della segreteria ha trasformato il partito in un comitato elettorale. La riprova è nella scelta delle candidature, dalle elezioni europee in poi. Anche in nome di altri compagni – chiedo la convocazione di un comitato centrale al quale la segreteria si presenti dimissionaria. In questa sede si dovrà indicare la data di un congresso straordinario per stabilire linee e assetti del partito».