“Il governo così non va, uniamoci e diamogli una scossa”

“Il governo così non va,
uniamoci e diamogli una scossa”

L ‘attuale governo non ancora ha dato risposte ai problemi fondamentali che abbiamo di fronte. E per i quali la maggioranza degli italiani ha condannato Berlusconi votando per il centrosinistra. Serve una svolta, un’iniziativa di sinistra che rilanci la partecipazione popolare e conquisti i punti più avanzati del programma dell’Unione, per evitare che si apra un solco tra la rappresentanza politica, il governo Prodi e chi lo ha eletto.
Occorre fare della lotta alla precarietà e per una cittadinanza piena di tutte e di tutti la nostra bussola.
Noi vediamo sette grandi questioni. Quella del lavoro: cioè della sua dignità e sicurezza, con salari e pensioni più giusti, cancellando davvero lo scalone di Maroni e lo sfruttamento delle forme “atipiche”, e con la salvaguardia del contratto nazionale come primario patto di solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori. Quella sociale: cioè il riequilibrio della ricchezza e la conquista del diritto al reddito e all’abitare. Quella dei diritti civili e della laicità dello Stato: fine delle discriminazioni contro gay, lesbiche e trans, leggi sulle unioni civili, misure che intacchino il potere del patriarcato. Vogliamo anche che siano cancellate le leggi contro la libertà, come quella sul carcere per gli spinelli. Quindi, la cittadinanza: pienezza di diritti per i migranti, rapida approvazione della legge di superamento della Bossi-Fini, chiusura dei Cpt. La pace: taglio delle spese militari, non vogliamo la base a Vicenza, vogliamo vedere una via d’uscita dall’Afghanistan, vogliamo che l’Italia si opponga allo scudo stellare. L’ambiente: ha tanti risvolti, dalla pubblicizzazione dell’acqua alla definizione di nuove basi dello sviluppo, fondate sulla tutela e il rispetto per l’habitat, il territorio e le comunità locali. Per questo ipotesi quali la Tav in Val di Susa vanno affrontate con questo paradigma. La legalità democratica: lotta alla mafia e alle sue connessioni con la politica e l’economia.

Nessuna di queste richieste è irrealistica o resa impossibile da vincoli esterni alla volontà della maggioranza. Il fallimento delle politiche di guerra dell’amministrazione Bush si sta consumando anche negli Stati Uniti, i vincoli di Maastricht e della Banca centrale europea sono contestati da importanti paesi europei o europeisti, l’andamento dei bilanci pubblici permette delle scelte sociali più coraggiose. Ma siamo consapevoli che per per affrontare tutto questo occorre che la politica sia politica di donne e di uomini – non più un affare maschile – e torni ad essere partecipazione, protagonismo, iniziativa collettiva.
Per questo proponiamo di ritrovarci a Roma il prossimo 20 ottobre per una grande manifestazione nazionale: forze politiche e sociali, movimenti, associazioni, singoli. Chiunque si riconosca nell’urgenza di partecipare, per ricostruire un protagonismo della sinistra e ridare fiducia alla parte migliore e finora più sacrificata del paese.