Il gioco delle menzogne:come veniamo preparati ad un’altra guerra di aggressione

Nel 2001, l’Observer di Londra pubblicò una serie di rapporti incentrati su una “connection” tra Iraq ed al-Qaeda, che davano anche descrizione della base irachena dove venivano istruiti terroristi e di un impianto per la produzione di antrace come arma di distruzione di massa. Era tutto falso. Fornite dai servizi segreti americani e dagli esuli iracheni, queste macchinazioni messe in piedi dai media britannici e statunitensi hanno aiutato George Bush e Tony Blair a lanciare un’invasione illegale che ha causato, secondo lo studio più recente, 1,3 milioni di morti.

Qualcosa di simile sta accadendo per l’Iran: lo stesso ritmo sincopato delle “rivelazioni” governative e dei media, la stessa creazione di una sensazione di crisi. “Va profilandosi un regolamento di conti con l’Iran per il segreto delle centrali nucleari”, dichiarava il Guardian del 26 settembre. Il tema è il “regolamento di conti”. E’ mezzogiorno in punto. L’orologio batte il tempo. Il bene contro il male. Aggiungete l’ipocrisia di un nuovo presidente degli Stati Uniti che ha “paga pegno agli anni di Bush”. Un’eco immediata è la famosa prima pagina del Guardian del 22 maggio 2007: “Piano segreto iraniano per un’offensiva estiva per costringere gli Stati Uniti a lasciare l’Iraq”. Sulla base di affermazioni non comprovate dal Pentagono, l’autore Simon Tisdall presentava come fatto concreto un “piano” iraniano per scatenare una guerra e sconfiggere le forze Usa in Iraq a partire da settembre di quello stesso anno – una evidente falsità e per la quale non vi è stata alcuna ritrattazione.

Il gergo ufficiale per questo tipo di propaganda è “psy-ops”, il termine militare per le operazioni psicologiche. Al Pentagono e per il Governo britannico è diventata una componente fondamentale della campagna diplomatica e militare per bloccare, isolare e indebolire l’Iran, drammatizzando la sua “minaccia nucleare”, frase ora utilizzata incessantemente da Barack Obama e Gordon Brown e ripetuta pappagallescamente dalla BBC e da altre emittenti come se fosse una notizia reale. Però è falsa.

Il 16 settembre, Newsweek rivelava che le principali agenzie di intelligence degli Stati Uniti avevano riferito alla Casa bianca che lo “status nucleare” dell’Iran non era cambiato dopo il National intelligence estimate (NIE) del novembre 2007, il quale dichiarava con “elevato livello di attendibilità” che l’Iran aveva bloccato nel 2003 il programma che invece lo si accusava di sviluppare. L’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) lo ha sostenuto più e più volte.

L’attuale “propaganda-come-notizia” prende le mosse dall’annuncio di Obama secondo cui gli Stati Uniti starebbero smantellando i missili di stanza ai confini della Russia. Questa dichiarazione serve a coprire il fatto che il numero dei siti missilistici degli Stati Uniti in Europa è in realtà in espansione ed i missili “in esubero” vengono ricollocati sulle navi. Il gioco consiste nel tranquillizzare la Russia affinché si unisca alla campagna statunitense contro l’Iran o al meno, non la ostacoli. “Il presidente Bush aveva ragione”, ha dichiarato Obama, “sul fatto che il programma iraniano di missili balistici pone una minaccia significativa [per l’Europa e gli Stati Uniti]”. Che l’Iran possa contemplare un attacco suicida contro gli Stati Uniti è un’assurdità. La minaccia, come sempre, è a senso unico, con la superpotenza mondiale praticamente posizionata ai confini dell’Iran.

Il crimine dell’Iran è la sua indipendenza. Dopo aver cacciato il tiranno preferito dell’America, Shah Reza Pahlavi, l’Iran è rimasto l’unico stato musulmano ricco di risorse fuori dal controllo degli Stati Uniti. Poiché solo Israele ha il “diritto di esistere” in Medio Oriente, l’obiettivo degli Stati Uniti è quello di paralizzare la Repubblica islamica. Questo permetterà ad Israele di dividere e dominare la regione per conto di Washington, senza l’ostacolo di un vicino così intraprendente. Se al mondo c’è un paese a cui è stata fornita una motivazione urgente per sviluppare una “deterrenza” nucleare, questo è l’Iran.

Come uno dei primi firmatari del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), l’Iran è stato un coerente sostenitore di una zona denuclearizzata in Medio Oriente. Al contrario, Israele non ha mai acconsentito ad un controllo dell’AIEA, ed il suo impianto di armi nucleari di Dimona resta il segreto di Pulcinella. Armato con ben 200 testate nucleari attive, Israele “deplora” le risoluzioni delle Nazioni Unite che lo invitano a firmare il TNP, così come ha deplorato il recente rapporto delle Nazioni Unite che lo accusa di crimini contro l’umanità a Gaza, così come mantiene il record mondiale di violazioni del diritto internazionale. E si sottrae da tutte queste responsabilità perché una grande potenza gli garantisce l’immunità.

La “prova di forza” di Obama con l’Iran ha un altro programma. Su entrambi i lati dell’Atlantico, i media sono stati incaricati di preparare l’opinione pubblica per la guerra infinita. Il comandante Usa/Nato Generale Stanley McChrystal chiede 500.000 soldati in Afghanistan nell’arco di cinque anni, secondo l’americana NBC. L’obiettivo è il controllo del “premio strategico” ovvero il gas ed il petrolio del Mar Caspio, dell’Asia centrale, del Golfo e dell’Iran – in altre parole, l’Eurasia. Ma alla guerra si oppone il 69 per cento dei cittadini britannici, il 57 per cento della popolazione degli Stati Uniti e quasi ogni altro essere umano. Il “convincerci” che l’Iran sia il nuovo demone non sarà facile. La falsa affermazione di McChrystal secondo cui l’Iran “a quanto riferito sta formando combattenti per alcuni gruppi di talebani” è un tentativo disperato proprio come l’eco patetica di Brown vorrebbe “porre dei limiti”.

Durante gli anni di Bush, secondo il grande denunciatore di casi Ellsberg Daniel, ebbe luogo un colpo di stato militare negli Stati Uniti, con il Pentagono ormai in ascesa in ogni settore della politica estera americana. Una misura del suo controllo è il numero di guerre di aggressione scatenate contemporaneamente e l’adozione della dottrina del “primo colpo” che ha abbassato la soglia della possibilità di uso di armi nucleari, oltre al venir meno della distinzione tra armi nucleari e convenzionali.

Tutto questo si fa beffe della retorica mediatica di Obama su “un mondo senza armi nucleari”. In realtà, egli è l’acquisto più importante del Pentagono. La sua acquiescenza, con la sua richiesta che si mantenga il segretario alla Difesa di Bush, l’arci-guerrafondaio Robert Gates, è unica nella storia degli Stati Uniti. Egli ha dimostrato il suo valore con l’escalation delle guerre dal sud dell’Asia sino al Corno d’Africa. Come l’America di Bush, l’America di Obama è amministrata da gente molto pericolosa. Noi abbiamo il diritto di essere messi al corrente. Quelli pagati per informare onestamente quando faranno il loro lavoro?

da www.johnpilger.com/page.asp?partid=549
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org