I l Comitato Politico Nazionale approva la relazione del segretario nazionale.
In particolare, sottolinea i seguenti punti.
Lo scontro sulle pensioni
Rifondazione Comunista è pienamente dentro il conflitto sociale e politico che attraversa il Paese e che oggi ha al suo centro il nodo decisivo della previdenza pubblica. Ci sta con grande determinazione per esprimere le istanze del mondo del lavoro, la coerenza degli impegni che sono contenuti nel programma dell’Unione, l’impegno più generale per aggredire la generalizzazione della precarietà che è il frutto avvelenato prodotto dalle politiche neoliberiste.
Nel corso delle ultime settimane si sono moltiplicati gli scioperi in molte fabbriche per chiedere una inversione di tendenza nelle politiche governative a partire dall’abolizione dello scalone pensionistiche introdotto dal governo delle destre. Queste mobilitazioni vanno sostenute e rilanciate alfine di raggiungere un esito positivo dell’accordo.
Ci sono forze che intendono adombrare lo spettro della crisi per non affrontare il merito della contesa sociale.
Noi cerchiamo un accordo socialmente equo, altri, a partire da settori moderati dell’Unione, fino ai grandi centri di potere, puntano a una nostra marginalizzazione, mettendo così in mora la stessa esistenza dell’Unione.
Questa ispirazione, coerenza nei contenuti e gestione unitaria, deve continuare ad essere una caratteristica di fondo della nostra iniziativa.
Siamo, naturalmente, per il pieno rispetto dell’autonomia delle parti sociali. Con questa premessa, riteniamo con assoluta determinazione, che la soluzione non possa essere trovata che in coerenza con il programma, attuando quanto vi è previsto.
Il quadro che è stato presentato nella relazione introduttiva e le proposte anche di merito che sono state avanzate rappresentano la base condivisa con la quale affrontiamo la fase decisiva di questo confronto, con l’obiettivo di realizzare risultati concreti e di determinare un’efficace difesa e un avanzamento nel campo dei diritti e delle tutele.
Gli organismi dirigenti del partito, in piena autonomia, esprimeranno un giudizio di merito. Ma il giudizio di fondo spetta alle lavoratrici e ai lavoratori che debbono essere chiamati ad esprimersi in maniera vincolante.
L’offensiva sociale e il giudizio sulla nostra presenza al governo
Dobbiamo lanciare una grande offensiva politica e culturale. Una offensiva per contrastare la distorsione di un dibattito scatenato in queste settimane e che vorrebbe sostenere la tesi che i nemici dei giovani siano gli operai. Una offensiva falsa e bugiarda tanto più perché scatenata da poteri economici, ambienti politici, poteri dell’informazione che sono tra i responsabili della condizione della precarietà che investe le giovani generazioni.
E’ necessario non fare retorica sui giovani, ma agire per i giovani. Occorre rilanciare quelle parti del programma che prevedono il superamento della legge 30 e introdurre norme che possono contrastare la precarietà, oggi condizione dominante nell’epoca della globalizzazione.
Per questo pensiamo alla promozione di un grande processo partecipativo, una vera e propria mobilitazione generale, costituito da momenti articolati nel territorio che culmini in una manifestazione nazionale entro ottobre, promosso dalle forze politiche della sinistra, delle grandi organizzazioni sociali, le associazioni democratiche, i movimenti, i comitati di base.
Per parte nostra, proponiamo di dare vita a una consultazione vincolante e di massa sulla nostra presenza al governo. Tale consultazione si intreccia con il processo di mobilitazione e si rivolge a tutto il popolo delle sinistre. Le sue forme dovranno essere rapidamente decise e, comunque, avanziamo tale proposta anche alle altre forze della sinistra.
Dobbiamo innescare una connessione: redistribuzione del reddito, diritti del lavoro, difesa ed estensione dello stato sociale, aggressione della precarietà giovanile attraverso l’introduzione di misure concrete che partano dal reddito di cittadinanza e dalla dotazione di un pacchetto di diritti esigibili , interventi concreti che riguardano la condizione di vita e lavoro delle donne . Ma assieme a questo, occorre anche connettere l’esigenza di liberazione e libertà che è espressa dalle politiche delle donne, dal popolo del Pride, quella della democrazia che si esprime dalle grandi e piccole vertenze territoriali, dai contenuti ineludibili delle nuove sfide che pongono i nuovi termini della contraddizione ambientale, prima fra tutte quella del clima, la costituzione di un nuovo statuto della cittadinanza a partire dai diritti di donne e uomini migranti, la solidarietà e la cooperazione internazionale.
Concretamente bisogna contrastare alcune misure nell’immediato, come quelle contenute nell’allegato infrastrutturale al DPEF.
Critichiamo nel metodo e nel merito l’adozione del “mini trattato” proposto nell’ultima CIG e ribadiamo la nostra richiesta di un vero processo costituente popolare e democratico al fine di adottare una vera Costituzione Europea.
Insomma, un grande moto partecipativo che connetta i movimenti dentro un orizzonte della costruzione dell’alternativa di società e che metta in relazione quella prospettiva con la costruzione qui e ora di una piattaforma per l’Italia di oggi.
Il governo dell’Unione alla prova
Dobbiamo avere piena consapevolezza delle difficoltà del governo e della coalizione, evidenziata dal deludente risultato elettorale, dalla sempre maggiore crisi di legittimazione della politica per operare, a partire da noi, un profondo lavoro di recupero di consenso e di relazione con la società. E’ ormai evidente che il Partito Democratico rappresenta il principale elemento di instabilità politica.
E’ da settori interni a quello che è il Partito Democratico che viene sistematicamente messo in discussione il programma, a partire dai suoi punti più qualificanti, è dai medesimi settori che, anche con il voto in Parlamento, il governo viene sistematicamente messo in discussione.
Suoi rappresentanti, anche che fanno parte della formazione di governo, sono i principali promotori del referendum sulla legge elettorale, il cui svolgimento di fatto determinerebbe un elemento di crisi verticale dell’alleanza di governo.
Nel manifesto presentato da Francesco Rutelli, addirittura si arriva a prospettare nuove alleanze con settori moderati che seppelliscano definitivamente l’Unione.
Il punto è che il potere di condizionamento dei poteri che intendono ostacolare il processo di rinnovamento cui il Paese aspira, arriva fin dentro l’Unione, coinvolge direttamente alcuni suoi settori, ne determina i comportamenti e, attraverso questi, intende condizionare l’azione del governo e preparare nuovi scenari per determinare un quadro compatibile a un ritorno all’indietro, verso un governo espressione diretta dei poteri forti.
E’ così che si creano le condizioni per la crisi e si favorisce il ritorno delle destre.
Anche in questo senso, la mobilitazione che proponiamo è decisiva per affrontare, dentro un conflitto aperto, il tema di una svolta politica, della ricostruzione di un profilo riformatore, di un rapporto positivo tra il governo, il mondo del lavoro, le forze sociali, le energie migliori del Paese.
Sinistra Europea e unità a sinistra
Siamo impegnati in maniera determinata nella costruzione di un doppio processo unitario che riteniamo indichi una prospettiva condivisa, compiendo atti impegnativi e tali da renderlo effettivo e non reversibile.
Sinistra Europea e unità tra le forze della sinistra sono i due aspetti di questo processo. L’uno non è alternativo all’altro, l’uno non si sostituisce o si sovrappone all’altro. Con la Sinistra Europea, costruiamo uno spazio pubblico della politica che, dentro il quadro di riferimento europeo, cerca di tradurre l’onda lunga del movimento dei movimento e mettere in discussione la divisione classica tra partito/ società/movimenti. Il successo dell’assemblea nazionale del 16 e 17 giugno ci incoraggia in quella direzione. Compiremo i passaggi necessari per fare in modo che Sinistra Europea sia un processo costituente vero e radicato.
Siamo impegnati coerentemente in un processo unitario a sinistra che si fonda, innanzitutto, sulle risposte da dare qui e ora, dentro i principali conflitti e alla crisi che attraversa il Paese. Un processo, quindi, che si fonda su quello che abbiamo definito patto d’unità d’azione e che costruisca forme di relazioni unitarie più avanzate.
Proponiamo un soggetto politico plurale e unitario come un obiettivo per la ricostruzione della sinistra. Un processo che non si costituisce su annessioni, cooptazioni o scioglimenti di culture e organizzazioni politiche della sinistra. Un processo, infine, che parta anche dal basso e contrasti le tendenze di americanizzazione della politica e della società.
Abbiamo coscienza che i tempi sono essenziali. Per questo, abbiamo già compiuto passi importanti e avanzato proposte impegnative e su questa strada intendiamo continuare con ulteriore impegno. In questo percorso, il nostro partito è chiamato a svolgere una funzione importante che ne raccomanda una rinnovata e più forte capacità di iniziativa.
Non è in discussione, quindi, la permanenza del partito. L’innovazione politica prodotta da Rifondazione Comunista è necessaria per riattualizzare il tema arduo della trasformazione della società come lo è per la ricostruzione di una sinistra pacifista, antiliberista, laica e antiproibizionista. Per questi motivi, pensiamo che occorra proseguire e sviluppare il percorso fecondo dell’innovazione prodotta in questi anni, dalla rottura del 1998, alla scelta di Genova e dell’internità al movimento dei movimenti, alle elaborazioni dello scorso congresso di Venezia, ai contenuti della Conferenza di Organizzazione di Carrara.
Per dare seguito agli impegni presi, Il Comitato Politico Nazionale approva il documento proposto sull’applicazione delle indicazioni provenienti dal percorso democratico svolto nella Conferenza Nazionale di Organizzazione.
Si tratta di un insieme di proposte politiche e di misure regolamentari e statutarie nella direzione di una democratizzazione della vita del partito, della critica alla pratica della separatezza istituzionale, dello sviluppo delle forme di partecipazione.
Si tratta di tradurre in percorsi concreti la pratica di una critica alla crisi della politica per proporre una possibilità di una sua uscita da sinistra.
E’ questo il risultato di un vero percorso di discussione che ha coinvolto il partito a partire dai suoi circoli e che si è avvalso anche dei risultati di una prima inchiesta sul partito e le sue forme di organizzazione.
Sottoponiamo il documento a una discussione, articolata nelle strutture territoriali nonché agli organi di garanzia per prevederne la traduzione in atti formali. Questa discussione ampia potrà utilmente servirsi di una nuova fase più generale e approfondita dell’inchiesta sul partito.
Subito alla ripresa dell’attività politica dopo l’estate, il Comitato Politico Nazionale affronterà le tematiche connesse al percorso congressuale, i suoi contenuti e le sue modalità di svolgimento. Il Congresso Nazionale del Partito si svolgerà alla sua scadenza naturale, nei primi mesi del 2008.
Approvato con 146 voti a favore