Il disagio della prima volta

Un «buffone» è innocuo e non si nega a nessuno; «guerrafondaio» è decisamente sproporzionato; «assassino», poi, in questo caso fa accapponare la pelle. Ma una contestazione a suon di fischi, di per sé, rientra nella dialettica politica. Certo, è la prima volta che Fausto Bertinotti si imbatte nello scontento sonoro con tanto di striscioni di una parte (seppure limitata a una cinquantina di persone) della sinistra e della stessa Rifondazione comunista, per quanto, per carità, trotzkista…
Lasciando perdere il ridicolo accostamento con la contestazione a Luciano Lama nel ’77, avvenuta nello stesso teatro e sulla quale si sono butatti a pesce i media, è insomma stata una brutta sorpresa. Respinta al mittente dal destinatario con un «la politica non è un pranzo di gala».
Non solo una battuta. Perché Bertinotti, parlando in questo senso come leader di Rifondazione comunista più che come presidente della camera, argomenta sostenendo che la sua politica è avversata non solo dai moderati ma anche dalle «schegge di un’estrema sinistra» che rifiuta la non violenza e la politica stessa, compresi i compromessi necessari a «cambiare il mondo». Urge, dunque, una battaglia culturale a tutto campo.
Il che, con una maliziosa forzatura, si potrebbe tradurre: sì, una sinistra a sinistra di Rifondazione comunista può esistere, ma solo nella forma dell’antipolitica. Ben altra cosa, comunque, l’episodio di ieri, rispetto ai fischi ricevuti a Mirafiori dai leader sindacali. In quel caso per l’ex segretario del Prc si trattò di «una manifestazione che mi spinge a capire che c’è un disagio profondo. Come si fa a derubricare tali questioni?» (intervista al Corriere della sera, 5 marzo 2007).
L’episodio di ieri all’università romana non è sintomo di nessun disagio a sinistra, magari solo superficiale e espresso in modo grossolano? Non sarà, per caso, che anche quel che accade in Afghanistan e quello che sull’Afghanistan sta avvenendo in parlamento in queste ore qualche domanda, per quanto ingenua, sulla sinistra di governo (e sul pacifismo) la pone, e non solo da parte dei cinquanta contestatori «non-nonviolenti» della Sapienza?
L’ex segretario di Rifondazione comunista ha fatto una scelta precisa, anche rispetto a una parte del movimento con la quale fino all’altroieri si trovava dalla stessa parte delle barricate, e giustamente la porta avanti rivendicandola. Ma se Bertinotti afferma che la politica non è un pranzo di gala, non se la prenda, poi, se qualcuno rovescia un bicchiere sul tavolo.