«Tra il canile e la discarica». E’ il duro giudizio della delegazione parlamentare del Prc in visita ieri pomeriggio al centro di permanenza temporanea di Torino, situato in via Brunelleschi. «Va chiuso immediatamente», è la richiesta che i deputati e i senatori rivolgono a Giuliano Amato. A giorni il ministero dell’Interno nominerà una commissione incaricata di ispezionare i Cpt italiani, nell’ottica di renderli più vivibili. Di abolizione, per il Viminale, non se ne parla nemmeno. Rifondazione ha promosso il blitz al centro torinese proprio per sottolineare l’assoluta inadeguatezza di questo tipo di strutture, vere e proprie carceri per migranti. Il capogruppo al Senato Giovanni Russo Spena è implacabile: «E’ una galera etnica». Per la senatrice Daniela Alfonzi, eletta in Piemonte, si tratta di «una delle strutture più brutte d’Italia. Ci sono container dove neanche le bestie potrebbero stare». L’elenco continua: un solo bagno turco per tutti i detenuti, una sola doccia e per di più non funzionante, lenzuola sporche, e i container si surriscaldano durante il giorno ma di notte diventano dei frigoriferi. «Bisogna riscrivere completamente la legge Bossi-Fini», incalza Russo Spena, affiancato da Salvatore Allocca, Giovanna Capelli, Claudio Grassi, Francesco Martone, Franco Turigliatto, Daniele Farina, Mercedes Frias, Rina Gagliardi, Marilde Provera e Augusto Rocchi. «I cpt vanno tutti chiusi entro l’autunno, sono incostituzionali e non possono convivere con un sistema di solidarietà».
Il Cpt torinese è balzato alle cronache nazionali qualche settimana fa, quando un folto gruppo di migranti si è ribellato agli agenti. Durante la sommossa, tra lanci di sedie, sassi e oggetti, diciassette detenuti sono riusciti a evadere. Il prefetto di Torino ha annunciato nuovi fondi per la costruzione di un nuovo e più capiente Cpt. Conclude Russo Spena: «Al ministero non abbiamo trovato traccia né del finanziamento né del progetto. Sappiamo però che i lavori sono cominciati. Chiediamo che si fermino subito».
Da Torino a Lampedusa, il malcontento è il medesimo. Ma nella isola lampedusana a ribellarsi questa volta è un gruppo di cittadini guidati dalla leader della Lega Angela Maraventano e da Maurizio di Malta (Italia dei Valori). I manifestanti hanno occupato simbolicamente la caserma che sarò convertita a breve in un centro di accoglienza.
Al termine dei lavori la struttura dovrebbe essere in grado di accogliere circa 300 persone, rispetto ai 190 dell’attuale Cpt che sorge nei pressi dell’aeroporto. I promotori della protesta, continuata con un comizio in serata e oggi con una manifestazione, contestano la costruzione del nuovo Centro. «Non vogliamo alberghi di lusso per extracomunitari – afferma Angela Maraventano – e diciamo basta a un falso buonismo che non riesce a impedire questo traffico di carne umana. Per bloccare veramente il racket degli immigrati bisogna schierare le navi militari nel Mediterraneo». Oggi pomeriggio, intanto, si svolgerà nell’isola un convegno promosso da Amnesty International e dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati.