Il costo della guerra in Iraq

Già spesi 336 miliardi di dollari. Finora. Una cifra alla quale non potrà fare a meno di pensare il presidente americano George W. Bush, che, aggredendo l´Iraq il 23 marzo 2003, ha dato il via ad uno dei conflitti più dispendiosi della storia sia dal punto di vista economico che sul piano delle vite umane. Fino ad oggi la missione irachena è costata agli Stati Uniti, una somma esorbitante: quasi 336 mila miliardi di dollari ma il sito nationalpriorities.org aggiorna la cifra in tempo reale, come un tassametro, in un crescendo frenetico e costante. Fra qualche mese ci troveremo a parlare di una cifra assai più ingente.

Ai miliardi di dollari si aggiungono le vittime civili e militari. Le stime variano a seconda dell´istituto che le fornisce. La cifra che più lascia sgomenti è quella diffusa dall´università americana John Hopkins, poi pubblicata dal settimanale britannico The Lancet: sarebbero 655 mila i civili, iracheni e non, che hanno perso la vita dall´inizio della guerra. Una cifra enorme che inibisce qualsiasi commento. E mentre le ultime cronache parlano di 754 mila iracheni sfollati, il governo di Baghdad ha dato l’ordine alle autorità sanitarie del paese di non fornire più all’Onu i dati sulle perdite umane, così da non dare altro rilievo ai costi della guerra per i civili.

Contro i numeri della John Hopkins, nemmeno a dirlo, si è scagliato il presidente Bush, secondo il quale le morti civili non sarebbero più di 30 mila, morto più, morto meno. L’istituto americano si difende dicendo che alla base della stastistica, ci sono le interviste fatte a un migliaio di iracheni, ai quali è stato chiesto quanti parenti, amici o conoscenti avessero perso per la guerra. È un metodo riconosciuto a livello internazionale e poi tutte le statistiche si basano su un gruppo di soggetti presi a campione.

Le cifre diffuse da Washington, per la verità un po´ risicate, si allineano a quelle del sito iraqbodycount.org, che stima le perdite civili fra i 44 mila e 50 mila circa, un sito anche questo puntuale negli aggiornamenti.

Altra cosa sono i soldati statunitensi caduti. Il quotidiano Washington Post pubblica sul sito le foto di tutti i soldati morti in Iraq: un´ecatombe, verrebbe da dire. Solo quest´anno sono 670 i Marines caduti sotto il fuoco nemico. Cifra, questa, che è persino inferiore al bilancio dei due anni precedenti: 944 nel 2005 e 898 nel 2004. Per un totale di 2512 marine. Il sito riporta però anche i caduti nell´operazione afgana e li divide per età, Stato di provenienza e corpo militare di appartenenza.

Il paragone che Bush ha fatto di recente fra le guerra irachena e la guerra in Vietnam, calza effettivamente a pennello. Anche se il Vietnam, grande ferita degli Stati Uniti, fece molti più morti civili e militari, c´è da dire che in confronto la guerra in Iraq è una guerra “bambina”, quattro anni fra qualche mese.

Vero è che il mese di ottobre rischia di passare alla storia come il mese in cui ci sono state più vittime dall´inizio del conflitto: secondo l´Associated Press si tratta di 767 vittime, compresi 68 Marines, una media di 45 morti al giorno. Troppi, decisamente troppi.