da L’EUROPEO 2001 N. 1
Portella della Ginestra primo atto dello stragismo in Italia? Dagli archivi dei servizi segreti americani. inglesi e italiani la conferma sul ruolo dell’Oss (poi Cia) nell’Italia dal 1944. Obiettivo: mettere fuorilegge i comunisti. e creare una situazione di instabilità
La banda Giuliano era collegata con i militi della X Mas di Jonio Valerio Borghese che operavano clandestinamente in Sicilia e in Italia. A Turiddu, sabotatore neofascista, arrivavano soldi e armi dall’America, grazie all’aiuto dell’Oss (il servizio segreto “padre” della Cia). E la strage di Portella della Ginestra, di cui il IO maggio ricorre il 600 anniversario, va vista come “la madre di tutte le stragi”, quella che svela la formula ricorrente nelle vicende più sanguinarie del nostro Paese. C’è questo e altro nella marea di documenti raccolti dallo storico siciliano Giuseppe Casarrubea e dal ricercatore Mario J. Cereghino con il coordinamento di uno storico di razza quale è Nicola Tranfaglia. In una casa liberty nel centro di Partinico sta nascendo un archivio unico in Italia: riguarda la storia segreta della Sicilia e dell’Italia del dopoguerra. È una storia che nessuno ha narrato nei dettagli più nascosti, anche perché queste carte (consultabili da tutti a partire dal prossimo autunno quando l’archivio sarà pubblico) fino a pochi anni fa, in certi casi fino al 2006, erano sigillate negli scaffali dei servizi segreti americani, inglesi, italiani e sloveni. Al centro delle manovre occulte c’è lui, James Jesus Angleton, super-spia, prima a Roma e poi a Washington, dall’eloquente nome in codice: Artefice. È stato chiamato in mille modi: “Coldwarrior”, combattente della guerra fredda. Il super-falco. Anche “no knock”, colui che non bussa alla Casa Bianca perché autorizzato a incontrare il presidente degli Stati Uniti a qualunque ora. Oppure “the ghost”, il fantasma, perché “c’è anche quando non c’è”. Ma l’appellativo assegnatogli dal libro in uscita di Casarrubea e Cereghino Tango connecdon (Bompiani) non s’era mai sentito prima d’ora: “Mente eversiva numero l nell’Italia degli anni 1944-1947”. «Il nostro appellativo deriva dallo studio di migliaia di documenti degli archivi dell’intelligence di Washington e Londra, Roma e Lubiana», dicono gli autori del libro. Angleton ha appena 27 anni quando assume l’incarico di capo dell’X-2, l’ufficio in Italia per il controspionaggio dell’Osso è lui, l’Artefice, che mira a .fare della giovane repubblica italiana, nel 1947, e in accordo con la dottrina Truman che scatena la guerra fredda tra Usa e Urss, una “democrazia autoritaria” con il Pci fuorilegge. È lui a dirigere a Roma, a metà1945, l’Oso, 1’0ffice ofSpecial Operations, una struttura più segreta del suo X-2 (tuttora i paragrafi che riguardano l’Oso sull’Italia di quegli armi, nel Nara, l’archivio stanrnitense al College Park, Maryland, sono oscurati perché coperti dal segreto di Stato). È sempre lui, Angleton, l’Artefice del salvataggio di Borghese (Milano, l maggio 1945). Traveste Borghese da ufficiale americano e, a bordo di una jeep su cui sale anche Federico d’Amato (capo dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’lntemo dall’estate 1944, diventerà più popolare in seguito come esperto gastronomo dell’ Espresso), lo porta a Roma per poi coinvolgere il “principe nero” e i suoi militi nella guerra contro le sinistre di TogIiatti e Nenni. È sempre lui l’Artefice di una rete di agenti insospettabili, come il giomalista Mike Stern, brillante nello scrivere ma anche nello spiare per il Cic (controspionaggio dell’esercito stanrnitense) con il quale Salvatore Giuliano avrà incontri e misteriosi rapporti dal 1946. È a Stem che Turiddu, nel 1947, chiede rifornimenti di soldi e armi che arriveranno in massa dall’autunno del ’46, data in cui l’attività eversiva anticomunista riceve “luce verde” da Washington. < Se Angleton emerge da questi documenti come l’eminenza grigia del complotto anticomunista, altrettante sorprese riguardano invece Salvatore Giuliano. Che non è un bandito romantico, come hanno voluto far credere amanti (come la giornalista svedese Maria Cyliacus) e storici come Erich Hobsbawm. Né rappresenta la ribellione sociale contro l’ingiustizia dello Stato. Anzi. Dello Stato diventa uno dei tanti lati occulti. Un terrorista. Prima per Salò, poi per chi nella Repubblica nata il 2 giugno 1946, rema contro ogni aspirazione democratica degli italiani. Si maschera sotto le vesti di separatista, monarchico, qualunquista, antibolscevico. Ma sempre in nome del denaro. È una tragedia della storia italiana degli anni Quaranta che provoca una scia interminabile di lutti. Non solo in Sicilia, non solo in quegli anni. I faldoni del controspionaggio di Angleton conservati nel Maryland ci raccontano la parabola degli americani da liberatori a cospiratori e la spudorata impunità di cui godettero i nazifascisti nell’instaurare uno Stato parallelo in Italia, che mirava ad annientare le forze democratiche vittoriose nella guerra di liberazione. Quelle carte raccontano le pagine iniziali del romanzo criminale che ha insanguinato l’Italia nel nome della Guerra Fredda (1947-1991 e oltre).
Appennino pistoiese, marzo 1945. Due giovani in abiti borghesi s’arrampicano tra i boschi per passare la Linea gotica. I due (Pasquale Sidari, calabrese e Giovanni Tarroni di Ferrara) sono, all’ apparenza, innocui agenti teatrali. In realtà sono militi della X Mas che cercano di ricongiungersi ai loro capi di Salò. Sono “pizzicati” da una pattuglia americana. Grazie alle loro confessioni, gli americani scoprono di aver catturato due spie che da mesi tengono i collegamenti tra gli agenti di
Salò al Sud (le “uova del drago” volute nel Paese da Alessandro Pavolini affinché un giorno il fascismo possa tornare a germogliare) e la centrale dello spionaggio nazista a Verona. Si giunge così all’arresto di 40 spie fasciste tra Napoli e Palermo. In Sicilia finisce nella rete anche un commando della X Mas di Borghese che opera clandestinamente a Partinico dal luglio 1944, in collegamento con la banda Giuliano. Vi fanno parte il milanese Dante Magistrelli, che è il capo, e i fratelli Giuseppe e Giovanni Console. Sidari confessa: <
La situazione è così grave che il Sis, lo stesso 25 giugno, divulga al suo interno un altro rapporto agghiacciante: «Il comando generale dei Far ha ordinato questa mattina di accelerare i tempi, nel senso di anticipare l’azione di piazza per la conquista del potere. L’Eca e le Sam procedono di pari passo. Se vi saranno moti armati, i Far vi parteciperanno per diventare movimento risolutivo della situazione. I Far continuano a controllare tutte le formazioni clandestine, anche l’Upa (Unione patriottica anticomunista) e il gruppo carabinieri, in seno ai quali alcuni elementi fidati lavorano sotto controllo agli effetti della realizzazione del colpo di Stato». Ma le colombe del fronte eversivo si accontentano della mossa di De Gasperi che il 31 maggio espelle le sinistre dal nuovo governo. Inizia la “normalizzazione” dell’Italia, che coincide con l’eliminazione di Thriddu & C. Saranno massacrati, in pochi anni e in circostanze mai chiarite, come nel caso di Giuliano e di Pisciotta. Una cinquantina di processi a banditi del clan Giuliano si estinguono in istruttoria per la morte precoce dei protagonisti. La fine dei primi squadroni della morte nell’Italia repubblicana coincide col declino irreversibile dei terroristi dei Far e della primigenia “Gladio” nera. Nel marzo 1948 Romualdi è arrestato. Inizia l’era della destra “costituzionale” del Msi di Giorgio Almirante. Al capitolo della strage di Portella, chiuso senza che ufficialmente si conoscano i mandanti, segue la strategia della confusione: affacciare tante ipotesi, sovrapporle alle tracce dei riscontri testimoniali, per poi alla fine confonderle e neutralizzarle, facendone un polverone. Ma la calma è apparente e non per molto. Con la nascita del centro-sinistra, nel 1963, torneranno a “tintinnar le sciabole” (Piano Solo). Nel 1969 il terrore ritorna con la strage nella Banca dell’Agricoltura, in piazza Fontana a Milano: nell’inchiesta del giudice Guido Salvinl non sorprende che l’ ordinovista pentito Carlo Digilio parli dei rapporti che suo padre, anch’egli agente americano, aveva avuto con Angleton: sì, proprio l’Artefice.