«Il 17 a Genova in piazza il popolo del social forum»

Ribadire il diritto a manifestare senza correre il rischio di essere accusati di devastazione e saccheggio e riottenere una vera agibilità dei treni negata ormai da tempo: sono questi i punti cardine di un’assemblea allargata e nazionale che si è tenuta ieri al Teatro degli zingari di Genova per organizzare la manifestazione del 17 novembre contro i processi sul G8, specie quello ai 25 manifestanti che arriverà a sentenza prima della fine dell’anno.
Deriva securitaria, la cacciata dei romeni, la richiesta di pene da parte della procura di Cosenza prevista nell’udienza del 16 novembre un giorno prima della manifestazione genovese hanno fatto da sfondo alla discussione di un’assemblea che è durata oltre quattro ore e ha riunito varie componenti, parte di quello che nel 2001 era il Genoa social forum, realtà che hanno camminato insieme in questi anni o si sono trovate anche su posizioni molto differenti, tra gli altri, dalla Fiom alla Rete Lilliput all’Arci, passando per don Vitaliano Della Sala e don Andrea Gallo e il deputato di Rifondazione comunista Francesco Caruso, l’europarlamentare europeo indipendente Vittorio Agnoletto, allora portavoce del social forum, e il segretario regionale lombardo di Rifondazione Alfio Nicotra, Luca Casarini e i portavoce dei centri sociali genovesi, nonché l’associazione Verità e giustizia per Genova, Cobas, Rdb, Legambiente e Cgil. L’idea è lanciare un «invito alla partecipazione» che possa raccogliere i punti di vista dei più.
Se Agnoletto propone «una grande giornata articolata con convegni e dibattiti», Casarini parla di «un corteo contro la riscrittura della storia che accusa chi va in piazza di devastazione e saccheggio, una riscrittura targata anche Magistratura democratica e Violante» perché «Magistratura democratica ha costruito nel processo contro i 25 un teorema di sinistra per cui la proprietà privata va difesa a scapito del diritto di manifestare». Sarà una piazza aperta a tutti e senza etichette che raccolga la voglia di fare qualcosa che da giorni viaggia in rete e non solo. Giudici ha raccontato di «aver ricevuto le telefonate di molti delegati della Fiom che chiedono di venire a Genova perché è ancora una ferita aperta. Genova è come piazza Fontana, noi abbiamo ricostruito che cosa è successo, mentre i tribunali stanno scrivendo un’altra storia». E allora il 17 si scende in piazza anche per dire no al fatto che «i processi hanno creato un’ipoteca sulle lotte future», come ha detto Nicotra, e «per tornare a declinare i contenuti della protesta del 2001 ed esprimere critiche al liberismo e al modello di società che avevamo mosso già col G8», come ha detto Rita Guglielmetti della segreteria regionale Cgil.
A questo punto l’agibilità dei treni e delle stazioni diventa cruciale, e infatti è stato il secondo tema portante: «Da questo vedremo se Verdi e Rifondazione ci vogliono mettere veramente la faccia», ha detto Casarini alla fine dell’assemblea. Dopo manifestazioni stroncate dal fatto che Trenitalia concede con il contagocce treni speciali (anche a quella del 20 ottobre a Roma quelli dal nord sono arrivati all’ultimo minuto), il tavolo di Genova chiede direttive specifiche su treni e stazioni che permettano ai manifestanti di partecipare. «Trenitalia scavalca a destra prefetture e questure e ragiona solo in termini di euro guadagnati», ha detto Caruso. Assicurata la presenza dell’ala cattolica e ambientalista. Alberto Zoratti della Rete Lilliput ha detto che «vogliamo ottimizzare la presenza in piazza. Qui non esistono posizioni radicali».